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giovedì 5 novembre 2015

Il mondo com'è (237)

astolfo

Dresda – La città della Grande Distruzione era forse destinata. GBakunin nel ‘48 voleva coronare la sommossa di Dresda con l’incendio degli edifici pubblici. Dresda è già in macerie nei quadri del Bellotto. O gli strateghi britannici ebbero l’ide della distruzione dal Bellotto?

Finanziarizzazione – È costosissima. La “creazione di denaro”, che da un secolo e mezzo sovrasta ogni altro tipo e idea di attività economica, ha avuto costi spropositati per il contribuente, il cittadino, l’economia. Saprà pure di magia, come volevano i suoi filosofi, ma a un prezzo enorme, per il sistema e ogni altro soggetto economico: lavoratori, investitori, pensionati. Timothy Geithner, il segretario al Tesoro della prima presidenza Obama, calcola nelle sue memorie, “Stress test”, in 750 miliardi di dollari il Troubled Asset Relief Program (Tarp) utilizzato per stabilizzare il sistema – in gran parte poi rientrato, col ritorno in bonis delle banche (e di General Motors e Chrsyler) aiutate. Ma questo in aggiunta a un Tarp di poco inferiore del governo precedente, il secondo di Bush. Le previsioni erano che la crisi finanziaria sarebbe costata agli Stati Uniti il 10 per cento del pil, una percentuale gravosissima. Questo esito fu evitato grazie alla pronta ripresa dell’economia, grazie alle misure parallele di rilancio della produzione e dei consumi.
Nel “008, due ricercatori del Fondo Monetario Internazionale, Luc Laeven e Fabian Valencia, in uno studio di 22 crisi finanziarie internazionali occorse tra il 1970 e il 2007, calcolavano gli esborsi delle finanze pubbliche per i salvataggi, al netto dei rimborsi, nel 13,3 per cento del pil dei paesi coinvolti. Ai primi del 2009, in coincidenza con la presidenza Obanma e il secondo Tarp, il Fondo Monetario stimava che la crisi finanziaria Usa sarebbe costata alle finanze federali il 12,7 per cento del pil. Le stime dell’Fmi possono essere quindi allarmistiche, approssimate per eccesso. Ma sono sempre limitate: non tengono conto degli effetti depressivi sull’economia delle crisi finanziarie: occupazione, reddito, consumi, stabilità, sociale e psicologica-mentale.

Giornali - “la Repubblica” torna a sorpassare il “Corriere della sera”, ma con la metà delle copie vendute rispetto al recedente sorpasso, vent’anni fa. E con un distacco minimo. Che potrebbe essere causato dai supplementi obbligati, a pagamento, che il “Corriere della sera” usa più che “la Repubblica”.
Le edicole non si sono dimezzate, ma si sono ridotte anch’esse, da 22 mila a 16 mila – che per la maggior parte sono ora cartolibrerie. E entro la fine del decennio potrebbero “stabilizzarsi” a diecimila – considerando il volume minimo di vendite per tenere aperto un esercizio dalla 6 alle 18.
L’acquirente di giornali è invece più che dimezzato. Non ci sono studi in proposito, ma l’opinione dei giornalai è concorde, e non ardua da fondare. L’età dell’acquirente di giornali va “dai cinquanta in su”. Quello che non si sa è se la propensione all’acquisto si è spostata con l’età, e quindi si rinnova a mano a mano che si entra nella maturità, o se invece non va a esaurimento, con la generazione o due degli attuali “più che cinquantenni”.

Guerra a pezzetti – S’indigna il papa, per le guerre in atto. Anzi per “la” guerra, che sottintende mondiale ma non dice per scongiuro, e chiama “a pezzetti, a capitoli”. Ma oggi ce n’è meno che nel passato, anche recente. Quando le guerre si facevano anche tra le grandi potenze, Usa e Urss, in fronti aperti o per procura. Oggi anzi c’è solo terrorismo, e tutto islamico: in Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, Nigeria, Filippine e altrove. Quasi tutto a danno dei cristiani. Non ci sono più le guerre endemiche in Africa, trenta-quarant’anni fa una quarantina di focolai erano accesi. Né in Asia. Perfino l’America Latina è pacifica.

Immigrazione – Entro certi limiti compensa in Europa il calo demografico. Questo si sa. La novità è che il calo è più grave per alcuni paesi, prima la Germania, seconda l’Italia. E che, in atto da circa venticinque anni, nell’ultimo decennio si è aggravato.
Anno
Nascite
Decessi
Saldo Naturale
2002
538.198
557.393
-19.195
2003
544.063
586.468
-42.405
2004
562.599
546.658
+15.941
2005
554.022
567.304
-13.282
2006
560.010
557.892
+2.118
2007
563.933
570.801
-6.868
2008
576.659
585.126
-8.467
2009
568.857
591.663
-22.806
2010
561.944
587.488
-25.544
2011 
546.585
593.402
-46.817
2012
534.186
612.883
-78.697
2013
514.308
600.744
-86.436
2014
502.596
598.364
-95.768

In aggiunta al saldo naturale negativo della popolazione, l’immigrazione compensa anche la domanda accresciuta di servizi che caratterizza le economie più affluenti, e contribuisce ad alimentare  sistemi previdenziali, altrimenti sempre più asfittici, per l’insufficienza dei nuovi ingressi.
In Germania, con una popolazione di 80 milioni di abitanti, venti più dell’Italia, e un settore manifatturiero ancora vasto, non assottigliato come si è fatto in Italia, il fabbisogno di nuovi immigrati è stimato il doppio che in Italia, sulle 300 mila unità annue.  “Ce la possiamo fare”, lo slogan di Angela Merkel, si spiega su questa esigenza.

Monoteismo - È recente. Per gli ebrei forse antico, se Mosè, o quello che lui impersona, risale al VI secolo a.C., per ogni altro culto molto recenziore. Il culto domestico, dei Lari, perpetuato in quello dei santi, si è mantenuto inalterato fino al secolo VI-VII, e prosegue anche se in forma addomesticata.
È minoritario: le confessioni monoteiste non prendono la metà della popolazione mondiale e forse un terzo o poco più.

Ortodossia – Nel dialogo vaticano delle fedi, sembra la confessione più vicina a quella cattolica, di cui condivide dogmi e santi. Non era il parere già nel 1839 del marchese de Custine, di ritorno dalla Russia, “Lettere dalla Russia: “Roma non ha nemico più pericoloso che l’autocrate di Mosca”. Per un motivo sottile ma semplice, l’ortodossia essendo la religione del potere in Russia:  “Vedremo una rivoluzione europea prima d vedere un imperatore della Russia servire in buona fede un partito cattolico: i protestanti saranno riuniti al papa più facilmente che il capo dell’autocrazia russa… L’imperatore possiede un potere spirituale molto reale e molto positivo di cui no si priverà mai volontariamente”.

astolfo@antiit.eu

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