Cerca nel blog

giovedì 5 novembre 2015

Putin arbitro in Medio Oriente

“Una novità senza precedenti nella storia”: Kissinger non sbaglia a caratterizzare l’ingresso massiccio della Russia nel Medio Oriente. Ora in Iran, Iraq e Siria, domani quasi certamente al Cairo, e prima o poi con’Arabia Saudita e gli Emirati del Golfo. C’era stata come Unione Sovietica, ma era un’altra cosa, la “guerra fredda”. Ora riempie il vuoto che Obama ha voluto aprire, stando in Medio Oriente ma mostrando di non volerci stare. 
Ultimo, tragicomico, aspetto di questa surroga è il Pentagono, o la Cia, che trovano le prove dell’esplosione dell’aereo russo nel Sinai per una valigia bomba dell’Is, di Putin facendo un martire. Con Obama Putin spende il credito acquisto nella trattativa sul nucleare iraniano. Senza avere a sua volta speso nulla. Lo stesso nel Medio Oriente, dove ha speso solo (poche) bombe.
Nel Medio Oriente il credito della Russia è montato a mille con l’esibizione militare di tecnologia avanzata e efficace. I missili cruise del Mar Caspio, a grande gittata, fino a 2.500 km., e precisione. Precisi anche i cacciabombardieri Sukhoi. Ottima la logistica. Ottimo l’apparato d’informazione, che Mosca ha costituito a Baghdad, con gli apparativiracheni, iraniani e siriani – mentre quello angloamericano ha provocato una serie di falsi obiettivi, con più morti per “fuoco amico” che altro.
Cosa Putin cerca in Medio Oriente nessuno sa con esattezza. La diplomazia italiana propende per una partita di contorno che ne faciliti il ritorno nel G 8, con la fine delle sanzioni per l’Ucraina. Ma un contatto ravvicinato con le potenze petrolifere del Medio oriente, finora solidamente e unicamente schierate con gli Stati Uniti, non è da escludere.
Un nuovo centro integrato di intelligenze si starebbe per creare al Cairo, tra russi ed egiziani. In funzione anti-Is naturalmente – ma non solo. L’aereo caduto nel Sinai potrebbe accelerare il progetto. Tanto più che il nuovo rais egiziano,  il generale Al-Sisi, non si sente sicuro sotto la protezione americana, dopo l’abbandono patito dal suo predecessore Mubarak. Ma rapporti sarebbero stati già avviati con la Giordania, e gli Emirati Arabi. Dai quali Kuwait e Arabia Saudita non sono lontani.

Nessun commento: