Cerca nel blog

venerdì 9 luglio 2021

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (460)

Giuseppe Leuzzi

Partono dalla Turchia, cioè come un tempo dalle vechie Alicarnasso, Efeso, Mileto, Focea, città greche, e approdano a Crotone – cioè da Locri a Sibari. Su vecchie carrette, con motori sfasciati al minimo, da abbandonare all’arrivo, seguendo correnti e venti, e anche in barche a vela, seppure moderne. Sono i migranti dal Medio orente, Iraq, Siria, Pakistan, Afghanistan, India, Bangladesh, che passano per i trafficanti curdi. Oggi come duemila, duemilacinquecento anni fa. La Magna Grecia è creazione delle corenti marine, e dei venti.
 
Non c’è pasticciere del Sud che non sappia fare il panettone, anche buono, più spesso ricco, arricchito per maggior valore aggiunto. Non si trova invece da Roma in su, in Toscana, in Liguria, uno che sappia fare la granita. Che pure è facile da fare, costa poco e vale molto. Il rifiuto è a monte.
 
Una paleografia ravennate del 1226, dunque, scipperebbe alla Sicilia, a Jacopo da Lentini e alla scuola siciliana, il primato del volgare in poesia.
Ma è sempre attorno a Federico II, un tedecso, che nasce così imperativamente, in radice, l’Italia – anche il volgare di Ravenna è ben italiano: “Quando eu stava in le t’ cathene…”
 
“Intanto va sgombrato il campo da preconcetti. Il Mezzogiorno conta più di quanto si crede”. Il Mezzogiorno  è l’ultimo tema della lunga (due pagine) intervista del direttore del “Sole 24 Ore”, Tamburini, con Carlo Messina, ma l’uomo azienda di Banca Intesa non ha dubbi: “Se fosse uno Stato dell’Unione europea (il Sud) sarebbe all’ottavo posto nella classifica dei 27 paesi europei per presenza d’imprese manifatturiere, con un ruolo importante nella catena del valore su scala perfino europea”. E, aggiunge, “si può fare molto di più”.
 
L’annuncio che Stellantis localizza a Termoli il megaimpianto per le sue batterie elettriche suscita solo domande su quanto lo Stato italiano “pagherà” in contributi. E se l’impanto si facesse in Francia? O anche in Italia, ma a Mirafiori?
 
“L’attaccamento che proviamo per la nostra terra natale rientra in un’emozione che non si spiega in modo razionale. È istintivo; è una specie di pietà filiale che si ancora nel più profondo di noi stessi senza darci argomenti irrefutabili” – lo scrittore algerino di lingua francese Yasmina Khadra, “Le Baiser et la Morsure”. Una specie di pietà filiale.
 
Basta la parola
Emerge il caporalato periodicamente, a Foggia o a Rosarno - e nel casertano naturalmente, l’ex Terra di Lavoro, giardino d’Italia, diventata Terra dei Fuochi (a opera di casertani e altri campani volenterosi). Mentre c’è ovunque in Italia, nel Veneto, in Toscana, in Emilia, dappertutto dove ancora si coltivano frutta e verdure. È il sindacato che altrove non lo denuncia?
Nemmeno questo è vero: in Maremma il sindacato rileva questa estate “almeno 200 padroni senza scrupoli”, che sfruttano maghrebini e cingalesi, a 3-4 euro l’ora, “raramente si sale a 6”, per “dieci ore al giorno, a volte anche dodici”, trasportati “su carri bestiame”, vecchi camion scoperti e senza sicurezza, agli ordini di un numero di caporali stimato fra 135 e 200, “imprenditori” di manodopera, da tempo internazionalizzati, con compari nei paesi di origine dei lavoratori, con i qual esigere il “pizzo” per i trasbordi, e per i documenti necessari all’ingresso in Italia. Mafia? No naturalmente, siamo in Toscana.
C’è caporalato e sfruttamento anche nei cantieri della Versilia, da Viareggio al Magra, specializzati nella nautica di lusso e di lusso estremo – yacht da 150 metri. Il sindacato spezzino lo ha accertato e lo denuncia. Ma a nessun effetto. “Umiliazioni pesanti e violenze continue” sono state registrate sugli operai immigrati del comparto, in prevalenza bengalesi. Pagati 5 euro l’ora, per turni di 14 ore, “nei reparti più insalubri, come il trattamento e la pitturazione dell’acciaio”. Ma neanche questo fa notizia.
“Più di quattro milioni di olivi abbandonati in Toscana”, e numerosi marchi, Bertolli, Carapelli, etc., che si fregiano del luogo d’origine toscano. Olii di ogni provenienza e miscugli di ogni genere, venduti anche a 4 euro, al litro!, come se fosse extravergine - etichettato “extravergine imbottigliato dall’olivicultore” X, “olio controllato e garantito da X, Toscana”.
“La Nazione” registra su una pagina la perdita, per la sola Riviera apuana, tra Marina di Carrara e Marina di Massa, 18 km. di costa, di 2,2 milioni di turisti in dieci anni, quasi un terzo dei turisti registrati nel 2010. E sulla pagina di fronte il progetto di allargare il porto di Carrara, che è già vuoto così com’è, e il cui primo allargamento, quarant’anni fa, con una nuova banchina, ha portato all’erosione dei profondi arenili che facevano la bellezza della Riviera, da ricostituire ogni anno con costosi e terrosi ripascimenti, da proteggere con squallidi pennelli, il mare in gabbia. L’appalto la vince su tutto, nella Toscana lorenese, così bene amministrata.
Sulla stessa Riviera Apuana e sulla Versilia i fiumi riversano inquinanti di ogni genere, in percentuali quattro e cinque volte i livelli tollerabili, perché il trattamento delle acque non funziona – là dove un depuratore c’è. Tutta la costa Toscana risulta inquinata dai fiumi, eccetto la piccola spiaggia di Capalbio. Ma la Toscana mantiene ben diciassette bandiere blu – solo tre in meno rispetto al 2020 (per questo sorpassata dalla Campania), a pari merito con la Puglia. Particolarmente fitte nel tratto più inquinato che risulta alle analisi, e si vede a occhio, Versilia e Riviera Apuana. Mentre una mostra fotografica alla Fortezza da Basso a Firenze può mostrare convincente spiagge toscane paradisiache, senza risparmio di photoshop, sui toni del rosa e del celeste.
Per arrivare a queste meraviglie fecali bisogna fare da Roma l’A 1 che è sempre intasata, ventiquattro ore, fino a Firenze, dtretti fra i tir, con code di ore, e poi la Firenze-Mare, tortuosa e stretta. Oppure l’Aurelia. I cui sindaci hanno impedito la costruzione dell’Autostrada, per oberare la vecchia statale di migliaia (vero) di segnali di limiti di velocità, e imbrogliare il viaggiatore, collazionando multe generose. Il vecchio istinto dei banditi di passo della vecchia Maremma, che taglieggiavano i devoti in pellegrinaggio a Roma lungo la via Francigena. Ma anche il taglieggiamento è portato a onore: viva la multa.
Che altro? Si paga il mare in Toscana due e tre volte più caro che sulle spiagge naturali e le acque cristalline in Calabria. In Versilia quattro volte la Costa Viola, di Palmi, Bagnara e Scilla. Ma ciò di cui possiamo leggere oggi sulla Calabria sono, sullo stesso “Sole 24 Ore”, la “Storia dell’antindrangheta”, cioè della ‘ndrangheta, probabilmente accurata, di Danilo Chirico, e il docufilm “Il paese interiore” di Luca Calvetta e Massimiliano Curcio, detto da Ascanio Celestini, coivolgente, ma su Vito Teti e le sue ricerche antropologiche, su una Calabria inevitabilmente oscura.
Basta a volte il nome, e la Calabria sa solo di zolfo. Niente spiagge rosate, né mari acquamarina. Niente nemmeno olii di oliva, non che se ne vedano in giro di origine calabrese.
Il nome conta. Anzi è tutto.
Non saperlo è una colpa. Capitale.
 
Mafie
L’ex sindaco di Carrara Zubbani è stato labellato dalla grillina Bottici, poi senatrice, di “mafioso”. Otto anni fa. Si è querelato, ma dopo otto anni il Senato ha dichiarato che non può portare la grillina  in giudizio, l’accusa di mafioso, in tv, non ritenendosi offensiva.
Si può dire la stessa cosa rovesciando le parti? Una grillina che si avvale dell’immunità parlamentare, altrimenti labellata mafiosa, è mafiosa?
 
Il tutto mafia ha favorito a Roma i magistrati che lo hanno imposto, e ha danneggiato la città, gravemente, per otto lunghi anni ormai. Pignatone presiede il Tribunale del Vaticano, il suo vice Prestipino è il suo successore a Roma, Procuratore capo.
Sull’assoluzione del sindaco Alemanno, dalle accuse di mafia e di avere favorito, lui ex picchiatore fascista, la coop rossa di Buzzi, uno non sa che dire, la giustizia in Italia è, al meglio, complicata. Ma quanti danni non ha fatto la Procura siciliana a Roma col suo canone mafioso. Un disastro. Mentre non ha perseguito la mafia romana dei vigili urbani che perseguitava il sindaco Marino, e anzi ha mandato il sindaco benemerito a processo, benché senza fondamento.
 
“A Firenze il mattone si conferma bene rifugio per eccellenza e una casa su quattro viene acquistata per investimento, non per abitarci. E addirittura il 74 per cento degli acquisti sono effettuati in contanti”. Addirittura, tanto è l’amore per Firenze, niente mafie.
 
A Bolzano e provincia (Alto Adige, Sud Tirolo), area al settanta per cento tedescofona, almeno 2.500 tra medici e infermieri, una buona metà del totale in servizio pubblico, non si sono voluti vaccinare. Ma senza denunciarsi e senza essere denunciati: leAsl hano molti problemi a individuarli, per poter programmare l’assistenza in casi di contagio. Omertà?
Dei 115 che, successivamente, dopo un mese, sono stati sospesi dal servizio, solo un 10 per cento si è vaccinato, gli altri sono certi di essere reintegrati.
 
Si è inventato il cashback per favorire Nexi e le altre carte di credito, e lo si paga caro, quasi 5 miliardi di soldi pubblici (una cifra énaurme). Giustificandolo con l’antimafia – “sono le mafie che comprano in contanti”.
Cioè, si crea, e si finanzia, un’antimafia che è una mafia – atipica, certo, non spara, non che si veda.

Napoli 
“Aggiustatutto” è il nuovo mestiere di Napoli, dopo la pandemia, per far fronte alla nuova disoccupazione, ma anche alla nuova domanda – stare troppo a casa crea disordine. In linea con la vecchia teoria di Alfred Sohn-Rethel, il filosofo tedesco che a Napoli fra il 1924 e il 1926, frequentando pescatori e officine meccaniche, elaborò il saggio “L’ideale dello sfascio” - Das Ideal des Kaputten. Über neapolitanische Technik” (poi ricompreso nella raccolta “L’invitation au voyage zu Alfred Sohn-Rethel”, 1979): da ogni cosa se ne trae un’altra.

Due inchieste a San Marzano, su due casi di passate di pomodoro egiziane che sarebbero state spacciate per italiane, bastano a Milena Gabanelli e al “Corriere della sera” per tuonare contro, una paginata. Con accuse subordinate di caporalato e sfruttamento schiavistico. Mentre la raccolta del pomodoro, secondo l’associazione di settore, Anicav, è meccanizzata, “per il 100 per cento al Nord e per oltre il 90 per cento nel bacino Centro Sud”. Dove il restante 10 per cento riguarda principalmente San Marzano, “prodotto di qualità che va raccolto a mano”, e colture limitate di collina con forti pendenze.

 
San Marzano come la Terra dei Fuochi. Quando tutta la Lombardia e mezza Emilia trattano i rifiuti velenosi di mezza Europa, inquinando fino alle falde idriche. Che a San Marzano si indaghi su due possibili frodi, non accertate, su quantitativi limitati, denunciate da altri operatori locali (meridionali), mentre non si indaga in Lombardia sul commercio di sostanze velenose non degradabili, questo naturalmente non è caporalato, e quindi non fa notizia. Anche perché è diffuso, benché criminoso, e da decenni.
 
È l’Italia, l’idea dell’Italia: Edith Bruck, reduce dalle persecuzioni antisemite, nelle quali ha perso i genitori, arriva a Napoli, giovane ballerina di fila, da avanspettacolo, e ritorna a vivere, confida a Lorenzo Guadagnucci sulla “Nazione”: “Arrivai in Italia nel ’54 e a Napoli per la prima volta mi sentii davvero accolta. C’era un’atmosfera che faceva venire voglia di rimanere, pur senza capire una sola aprola d’italiano. Poi arrivai a Roma”.
 
Gianluigi “Gigio” Donnarumma, di Castellamare di Stabia, calciatore (portiere) e Mino Raiola, di Nocera Inferiore, residenza a Montecarlo, procuratore, sono al top del turbo capitalismo, facendosi pagare, molto, sia l’atleta che il suo patrocinante, per non giocare. Lo sceicco ElKhalifa del Paris Saint Germain si è preso in costoso comodato il portiere non per farlo giocare – ha già un ottimo portiere, assieme ad altri cinque, quindi ne avrà sette (in una rosa di ben quaranta titolari) – ma per il lustro, e in conto future plusvalenze da cessione. Napoli non manca mai d’ingegno, sia quella porosa di W.Benijamin, sia quella riparatrice di Sohn-Rethel: inventiva e applicata. Perché non è, non è mai stata, la Lombardia?
  
Prima tutti a vaccinarsi, al punto che non ci sono abbastanza vaccini in dotazione. Poi, a metà giugno, chiuse le scuole, centri vaccini deserti. Le Asl vanno a cercare i prenotati uno per uno e non li trovano. Napoli è sempre rapida, e eccessiva, nelle decisioni.

Montigelli è andato a Castellammare per il dopo-Europeo Rai e, rifiutandosi i familiari di Donnarumma di esibirsi, fa inquadrare il terrazzo di un villino con dei panni stesi ad asciugare. Il cliché del Sud è indistruttibile.

È il toponimo più diffuso in Grecia – dopo Calabretto. Due nomi beneauguranti, questo dell’abbondanza, quello del nuovo inizio. La Napoli-Napoli è invece immutabile. Oppure ogni sua mattina va considerata un nuovo inizio – mattina-mattana?
 
Emilio Fede, 90 anni, sulla sedia a rotelle, a Napoli per i funerali della moglie, è svegliato di notte in albergo da due poliziotti che devono controllare l’autorizzazione a lasciare temporianeamente Milano, dove sconta una condanna ai servizi sociali. “Sono stati un’ora”, spiega: un tempo infinito per il controllo di un documento.
 
L’anno scorso, a 89 anni, a Napoli per il compleanno della moglie, Fede era stato arrestato mentre pranzava al ristorante. Sempre per lo stesso motivo – l’anno scorso l’autorizzazione richiesta e ottenuta dal Tribunale di Milano non era arrivata in tempo a Napoli, un disguido? Anche la Polizia è esemplare a Napoli, tricche e ballacche – di cui è nota peraltro l’efficienza, per esempio contro gli scippatori e i ladri d’auto.
 
Si celebra Salerno sul “D.” di “la Repubblica. Per il recupero del centro storico, il fronte del porto di Zara Hadid, la vivacità culturale. Dimenticando la vecchia università rimodernata , con campus, a Fisciano. Dimenticando che è tutto opera di De Luca, poi presidente della Regione Campania. Di cui si parla, quando se ne parla, come se fosse il personaggio di Crozza, da ridere.
 
Il ritorno alla normalità a Napoli dopo il coronavirus il “Corriere della sera” celebra commissionando all’incolpevole de Giovanni l’elogio del “Gambrinus”, il caffè storico. E lo scrittore - s’immagina volentieri: debuttare in prima pagina sul “Corriere della sera” fa piacere a uno scrittore - si adegua al meglio. Certo, un po’ di colore ci vuole nei giornali, troppo piombo. Ma a Napoli c’è solo quello.
 
Dietro l’imbattibile, anche se infrequentabile, Liguria, la Campania sale al secondo per numero di “bandiere blu” (siti balneari in sicurezza) fra le regioni. Anche di questo si deve dare merito alla “macchietta” De Luca – non c’è giornale che ne sappia parlare diversamente?
 
Le sue “poesie del ‘27”, rileggendole, Pavese trova nel “Mestiere di vivere” di “sbrodolata e napoletana ingenuità”. Intendendo sentimentali, da canzonetta napoletana. Poiché aggiunge: “Ne abbiamo le palle piene dell’amore”. Pur lamentando che il Piemonte non  avesse canzonette, dovesse cantare quelle napoletane – all’epoca della leva obbligatoria i giovani del Nord facevano il militare al Sud.
Pavese sentiva molto la “piemontesità”, una sorta di leghismo liguistico e poetico.
 
Va in Campania la quota maggiore del reddito di cittadinanza, il 22 per cento del totale. Napoli è la prima provincia in Italia per reddito di cittadinanza, in assoluto e in rapprto alla popolazione.
A Napoli e provincia una persona su sei ne beneficia, per un totale di oltre 157 mila nuclei familiari. Uun numero equivalente a quello dell’intero Nord.
 
Il “Corriere della sera-Corriere del Mezzogiorno” deve sospendere la (non) sottile campagna razzista  contro il presidente della regione Campania De Luca perché online si può ascoltare il suo invito, in ottimo inglese, ai turisti nelle isole del Golfo. La rete è più veritiera dei media? C’è più malanimo nei media che in rete?
 
Veniva irriso De Luca qualche giorno prima anche perché voleva vaccinare subito le isole, per poterle dichiarare covid free, e far ripartire il turismo, di cui le isole, bene o male, vivono. Poi si è scoperto che la cosa ha una logica e funziona. Ma De Luca, essendo “napoletano”, non ne ha merito. 

leuzzi@antiit.eu

Nessun commento: