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martedì 6 luglio 2021

Il pentamerone di Goethe- o Goethe di avanguardia

Il “pentameroncino” di Goethe, di racconti tra il fatuo e il fantasioso, con la storia di cornice. Scritti su richiesta di Schiller, che anche lui debuttava nel romanzesco (“Il delinquente per avere perduto l’onore”, “Il visionario”), per la rivista che lanciava, “Die Horen”. Cinque racconti, due di fantasmi e d’amore, due di morale, e la “Fiaba” del titolo di questa edizione (il titolo della raccolta è “Conversazioni di profughi tedeschi”). Un testo, quest’ultimo, in cui si procede di lena ma senza un “significato” finale, uno scioglimento – che Goethe non volle mai esplicitare, neppure su richiesta di Carlyle, al quale di solito si confidava.
Non c’è  la peste in Germania, ma le invasioni napoleoniche. Goethe le fa rivivere attraverso le conversazioni, piacevoli, animate, anche irritate e controverse, di una nobile famiglia in fuga: la baronessa di C., gentildonna colta e di fine spirito, il sacerdote cattolico illuminista, il nipote ribelle. I germanisti molto li apprezzano, come opera seminale, anticipatrice della narrativa realistica in Germania nel prosieguo dell’Ottocento, Kleist, Stifter, Keller, Storm, Droste-Hülshoff. Doppiamente anticipatrice, poiché la “Fiaba”, Märchen, il racconto del titolo, anticiperebbe invece il filone romantico, dei Novalis, Tieck, Eichendorff, Arnim, Brentano. Ma allora contro le intenzioni di Goethe, che il romanticismo combatté – dopo aver posto lui stesso le fondamenta  dello Sturm und Drang, col suo Werther.
Rileggendolo, curiosamente, molte forme narrative vi si possono dire anticipate, in Germania è fuori. La fuga di massa disordinata davanti all’invasione (poi ripresa in parte da Tolstòj, ma soprattutto da Céline nella trilogia della guerra). Il sacerdote illuminista, forzatamente cattolico – solo il cattolico, arguisce Thomas Mann in “Resoconto parigino”, sfida Dio – prototipo del mamniano Naphta, il gesuita della “Montagna magica”. Il giovane nobile “rivoluzionario”, nella fattispecie filo-Napoleone, molto stendhaliano. È goethiano il rifacimento di storie antiche, dichiarato (Manzoni) e non (dichiarato ma come artificio, lo Stendhal delle “Cronache italiane”).
Goethe, Fiaba, Passigli, remainders, pp. 199 € 6

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