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giovedì 18 gennaio 2024

La Resistenza a Hitler in versi

Pochi versi, dieci componimenti, scritti in pochi giorni, poche ore, di una prigionia lunga ventiquattro mesi, pensando alla fidanzata Maria von Wedemayer in momenti familiari, come il Natale, e all’amico Eberhard Bethge, col quale il dialogo è quotidiano, instancabile. Componimenti brevi e lunghi, anche lunghissimi. A carattere teologico – “Ventura e sventura”, “Chi sono io?””Cristiani e pagani”.  Sull’amizicia: “L’amico”, la composizione più lunga,è la celebrazione di un “dono” – “è donato l’amico all’amico”. Ma di più sono liriche fuori registro, liriche politiche. “Le stazioni sulla via della libertà”, che sono dure: “disciplina,” “azione”, “sofferenza”, “morte”. E sulla Resistenza:  “La morte di Mosé”, “Jona”, Da forze buone”.
Bonhoeffer, una delle ultime vittime di Hitler, il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine dello stesso Hitler, poche ore prima della liberazione di Flossenburg, il carcere dove era detenuto, fu pastore luterano, libero docente, teologo raffinato, intellettuale critico, protetto dalla chiesa, uomo  della Resistenza militare (con von Dohnanyi e Canaris). Sfuggito al carcere nel 1939 emigrando negli Stati Uniti, dopo solo sei settimane tornava in Germania, per continuare la lotta contro l’hitlerismo. Non fu poeta: questi versi, per quanto eticamente, ma anche poeticamente, notevoli sono un caso.
“La morte di Mosè” è l’accettazione responsabile della morte, in cui il singolo non guarda a se stesso ma alle generazioni future. “Jona”, il penultimo componimento, l’esumazione del racconto biblico del profeta infedele, è duramente politico – perfino cinico, “evitare di solidarizzare con i condannati, anzi evitarli senza scrupoli” nella lettura del curatore. La disperazione non è sopita, la lettura rinvia a ogni pagina al Cristo in croce. Ma sono versi accattivanti, come il corale, come il salmo, nota il curatore. “Da forze buone”, l’ultimo componimento, indirizzato a Maria per il Natale del 1944, è un addio gentile, come invito al domani. Di un ecumenismo anticipato, esteso al pagano.
In tedesco, con traduzione e a cura di Alberto Melloni. Una ri-traduzione, con attenzione al ritmo e alla metrica, tralasciando la rima. Con una introduzione critica molto circostanziata sulla vicenda umana e dottrinale di Bonhoeffer. Una raccolta, nota Melloni, curiosamente edita come testo poetico solo in Italia. In Germania le “poche pagine” sono “accantonate dagli studiosi come momenti di autoindulgenza”, come “indici generici  del dramma del prigioniero”, riprova della “posizione teologica di Bonhoeffer….incomunicabile”, o come “tentativi incerti di ridire nell’ermetismo…. ciò che è spiegato altrove e meglio”.  Sono poesie come i salmi, nota Melloni, che dota l’edizione con una introduzione, “preghiera spezzata di un credente nella distretta e nella solitudine”.
Dietrich Bonhoeffer, Poesie, Qiqajon Comunità di Bose, pp. 89 € 10  

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