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venerdì 3 gennaio 2025

Tutte le tonalità della malinconia

Malinconia a piena mani, dalla primissima scena, l’arrivo in uno stabilimento di talassoterapia in capo al mondo in Bretagna, davanti a un mare di scoglio che non è mare. Tutto in grigio, nelle varie tonalità, sempre spente. Entro un orizzonte indistinto, incolore come tutto il resto. Dove lei, che di lui ha memoria sempre viva benché ne sia stata abbandonata molti anni prima, lo rintraccia. E non per caso, per averlo sempre atteso. Poche ore di felicità, sempre malinconica, la festa si svolge in un centro per anziani, e poi di nuovo addii.Hors-saison, fuori stagione, è il titolo originale.
Un racconto che si vuole romantico. E in qualche misura ci riesce. Ma non per la figura di lui, che domina tutte le scene ma restando sempre lo stesso: un attore di cinema di successo che ha voluto tentare il teatro ma avvicinandosi il debutto è preso dal trac e s’inguatta in un centro benessere lontano dal mondo, insensibile agli appelli della moglie e del capocomico, e tale sempre rimane, uno che si guarda l’ombelico.
L’unico stimolo viene da Alba Rohrwacher. Che finalmente ha un ruolo complesso (robusto) – o tale lo rende lei: compagnona, innamorata e fallita, brillante, sentimentale e incattivita. Specie a fronte del protagonista, Guillaume Canet, che domina ogni scena, dal ghigno simpatico ma sempre uguale – un sorriso ebete, da “guardincielo” se fosse nel presepe.  00
Più che una storia un film di montaggio, delle scene più riuscite. Così abbiamo un monologo lungo, di cinque-dieci minuti, un’eternità al cinema, la lunga recitazione di un’anziana della casa di riposo, per l’estrema bravura dell’interprete, schermo fisso, sul suo volto. O dei due imitatori dei versi degli uccelli, Jean Boucault e Johnny Rasse.  
Stéphane Brizet,
Le occasioni dell’amore


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