Cerca nel blog

martedì 15 gennaio 2013

Letture - 124

letterautore

Dante – “Suscita venerazione, ma non simpatia”. Borges, citando in una delle sue conversazioni alla radio di Buenos Aires nel 1984 il saggio di Attilio Momigliano sull’“Orlando Furioso”, là dove afferma che “l’Ariosto suscita simpatia ma non venerazione”. E rilancia: “Senza dubbio, quando ha scritto quelle parole, stava pensando a Dante; perché Dante suscita venerazione e non simpatia”.

“È un piccolo bambino, continuamente stupito di quello che avviene a un uomo grandissimo”: tale lo vede Saba in una della “Scorciatoie”. La grande poesia, argomenta, nasce dove l’uomo e il bambino coesistono. La “Commedia” per questo è “una festa, una luminaria”.

Femminile – Saba ritorna spesso, nelle sue amate e coltivatissime “Scorciatoie”, sulla femminilità, anzi la maternità, di Penna e di Proust. Proust lo mette tra le “donne che scrivono”, e la “Ricerca” tra i pettegolezzi. La “Ricerca” dice “un libro di memorie”. Ma femminili: “Il più bel libro scritto da una dona. Intrattiene il lettore di un lungo incantevole pettegolezzo. Un pettegolezzo diventato grande poesia”.
Analogamente, Penna dice “materno”. “L’amabile castità di questo poeta viene dal fatto che egli ci ha dato…  tanto attesi canti della maternità: «Trovato ho il mio angioletto,\ tra una losca platea,\ fumva un sigaretto,\ e gli occhi lustri avea»”. È la madre che ritrovasse il figlio fuggito da casa, “turbato dalla pubertà”. O “è Venere che parla del fanciullo amore”. .
Parla Saba anche di se stesso, della sua “umile” cifra?

Flashback – Diventa con internet la forma espressiva (rammemorativa, costruttiva) principale. Blog e posta elettronica hanno rovesciato la cronologia: abbiamo imparato a leggere, e a pensare, “dall’inizio alla fine”, il flashback era un diversivo, ora leggiamo al contrario, e pensiamo in flashback. Si scrive come in un imbuto, come si costruisce un pozzo: l’ultima riga fa sprofondare le altre. Si legge a ritroso, con qualche difficoltà.
Chi segue o abbia seguito un evento - la campagna elettorale, la guerra di Libia - non avrà più bisogno di coerenza e contesto, come con la lettura che si svolgeva “dall’inizio alla fine”, si baserà sull’ultima impressione, e questa farà testo. È plausibile che la campagna elettorale di Obama abbia vinto due volte con i messaggini twitter, cioè con una “presa immediata”, quale che fosse la consistenza reale del messaggio. Lo stesso chi tenga una corrispondenza: sarà condizionato dalle ultime mail molto più che da una storia vera, nei suoi fondamenti, sia un affare o un fatto personale, le connotazioni originarie, i contesti.
Si può dare agli indici della posta o dei blog un assetto rovesciato, portando in prima pagina i più vecchi, ma non è pratico, ed è artificioso. Ci si trova comunque di fronte a un imbuto in cui procedere scacciando i passi precedenti, ogni anello ingombra totalmente. Invece di un blocco da sfogliare, coi segna pagine. Chiunque debba rivedere un testo dovrà stamparlo, e meno di non impararlo a mente, per evitare le ripetizione e sovrapposizioni – il cerca parole sarà di poco aiuto, estremamente faticoso. 

Gattopardo - L’animale essendo inesistente, la fortuna si può dire della parola. C’è il ghepardo, ma non ha lo stesso senso del gattopardo. Per i quattro quindi del mondo è peraltro il leopardo. Cioè un’altra bestia.
Secondo Wikipedia il gattopardo sarebbe il serrval che si può vedere nel parco tanzaniano di Serengeti, di una bellezza fulminante. In boero il “gatto-tigre della foresta, molto simile al gatto dorato africano, e al caracal o lince del deserto. Ma il serval, una delle attrazioni dei turisti in Tanzania, è quello giusto: bello cioè, slanciato (ha le gambe più alte di qualsiasi felino: quando sta seduto sulle gambe posteriori è la personificazione dell’eleganza), altero, un vero aristocratico quale dovrebbe essere.
Stiamo parando di felini africani, dell’Africa a Sud del Sahara, con sporadiche presenze nel Nord Africa. I Salina, che lo recavano nello stemma, potrebbero averne avuto qualche esemplare a Lampedusa.

Kipling – Borges lo dice scrittore epico – “grande scrittore epico, una rarità per la nostra epoca”. Aggiungendo: “L’epica fu l’origine della poesia ed è ciò che attualmente le manca”.

Siccome ha scritto libri per ragazzi, “Il libro della giungla”, “Solo storie” (Just so stories”), automaticamente viene identificato quale autore di libri per ragazzi - anche “Kim” viene ridotto a libro per ragazzi. Borges dice che questa identificazione non aiuta la critica. E invece sì. Kipling non  ha scritto. Punto. E poi ha speso il suo nome nel mercato della letteratura per i ragazzi.- come un Moravia. Ma ha scritto notoriamente per ragazzi e adulti, come Cummings, o Elsa Morante – Lewis Carroll, ceto, non è scrittore per bambini, ma poi lo è.

Luogo comune – Quello del discorso amoroso è inattaccabile, dice Barthes. È il più trito, ma è anche un’urgenza, un desiderio, una carne. “La stupidità è l’essere superiori. L’innamorato lo è continuamente”, e se ne fa una ragione: “È stupido – dice -  e tuttavia è vero”.

Romanticismo - La noia spossa i romantici, da Foscolo a Leopardi, Byron e Puškin inclusi. Per l’aspirazione alla rovina, detta eroismo, o a un buon gelato. Ma con molta cura di sé. I romantici non sono gli appassionati tragici dell’oleografia, né filosofici, ma disinvolti: il romantico si curava, scarpe gialle, di vitello morbido, pantaloni crema, gilet cobalto, giacca blu di Prussia, cappello rosso cupo a larghe falde, con piume, plastron fucsia o cardinale, bastone esornativo con puntale e pomo a sbalzo in argento. I falpali il secolo ha poi abbandonato per la noncuranza interiore - il romantico snob, che coltiva la misantropia, Ma ancora Baudelaire, benché povero, si ordinerà i frac a dozzine.

Scrivere - È per Borges “un modo di sognare”, su cui è bene che l’autore non interferisca, con proprie opinioni e architetture. Anche se “sa che tutto è falso”, sa che sta sognando, ma cerca di sognare sinceramente. Up to a pont! Si scrive non per sé ma per gli altri. Pochi o molti non importa. Che non si conoscono e l’autore non  conosce. Che forse ci sono, o forse ci saranno. Scrivere è sì atto creativo ma non onanistico. È un’espressione mistica, una comunione: essendo soli, solissimi, gelosamente anzi soli,e insieme un gruppo, e una moltitudine.

Soliloquio - Sarebbe il genere di maggiore ascolto in televisione, Celentano, Saviano, Travaglio, lo stesso Santoro. Il vero soliloquio, senza la teatralità istrionica (Benigni, Fiorello). Determinato e insistente: univoco, tutto uguale dall’inizio alla fine, senza fessure o aperture. E soprattutto lungo. Senza tagli memorabili, di cui ci si possa ricordare. Un mattone che convince in quanto mattone. È il genere dell’amor proprio all’epoca dell’individualismo o piccolo borghese. Della pienezza di sé, compreso il lamento della crisi, delle certezze che si (auto)confermano. È anche il genere un tempo da manicomio, col “lui” invece dell’“io”.

Teca – Si moltiplica ma non per un uso del greco: c’è la birroteca, dopo la paninoteca, la ludoteca e l’invasiva enoteca - quando di più lontano dalla cosa. Viene da discoteca, la cosa ora più invasiva, benché vecchia di mezzo secolo, a Londra, forse negli Usa. Che però risponde al nome: funeraria – la teca era lo scrigno dove si conservavano le reliquie.

letterautore@antiit.eu

Nessun commento: