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mercoledì 16 gennaio 2013

Date 100 a Milano

Una questione angustia periodicamente il “Corriere della sera” – e, si suppone, Milano. Che le scuole calabresi abbiano l’1,4 per cento di diplomati alla maturità col 100 e lode e le scuole lombarde lo 0,4. E ancora, che la Calabria abbia un 10 per cento di diplomati con 100 centesimi e la Lombardia il 3,9.
Il fatto ha una spiegazione duplice e semplice: 1) la scuola ha un ruolo più rilevante al Sud per gli adolescenti rispetto ad altre occasioni di autoaffermazione; 2) il numero dei volenterosi e applicati è più o meno stabile in ogni società, cambia il rapporto demografico. Cambia cioè il coefficiente demografico in senso proprio, la popolazione, e cambia il numero degli iscritti alle secondarie. La popolazione è in rapporto di due a dieci: la Calabria ha due milioni di abitanti, la Lombardia quasi dieci.
Il “Corriere della sera” invece vuole che i ragazzi lombardi siano “molto più preparati” dei calabresi. E che questi siano favoriti dalle commissioni d’esame: “I ragazzi di Milano e dintorni brillano ai test Invalsi e nelle rilevazioni Ocse Pisa, prove standard, uguali per tutti”, mentre quando ci sono di mezzo scrutini e maturità “la partita la stravincono i colleghi del Sud a partire dai calabresi”. I quali “però”, aggiunge il giornale, “restano indietro nei test nazionali”. E anche questo non è vero. Le “rilevazioni” Ocse Pisa sulla capacità extrascolastica dei diplomati non fanno testo, sono valutazioni, i test Invalsi sì, e in quelli non c’è discrepanza con gli scrutini e le maturità.
Il giornale si fa forte delle opinioni del provveditore agli studi, Francesco De Sanctis, e dell’assessore regionale Valentina Aprea – una che da sottosegretario di Letizia Moratti al ministero dell’Istruzione non ha meritato 100. Due nomi meridionali.

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