Cerca nel blog

martedì 23 dicembre 2014

Il morbo di Cassandra

“È un grande paese, si riprenderà”, sbrigativo e serafico risponde a Maria Teresa Cometto il premio Nobel per l’Economia Robert Shiller, che nel 2000 ha individuato la bolla hi-tech e nel 2005 quella dei mutui senza garanzie. Anche perché non ci vuole il Nobel, tutti lo credono, i fondamentali non sono chiacchiere. Tutti, eccetto l’Italia. Eccetto i media italiani, intossicati e tossici: l’Italia è certamente malata, ma del morbo di Cassandra.
Che il problema dell’Italia sia la sua opinione sembra assurdo, ma così è. Questa informazione tossica monta la politica vacua, la giustizia violenta, e i tartufi della morale, bloccando da un quarto di secolo ormai il paese e anzi spolpandolo. Per la caduta delle illusioni (1989), soprattutto fra gli intellettuali di mezza tacca, che dominano l’opinione. E per interessi non dichiarati, ma tutti convergenti nel sensazionalismo del nulla, degli scandali che ora si inseguono a ritmo giornaliero (ah, le intercettazioni a puntate, con video ‘n coppa….).
Questo sensazionalismo vacuo si direbbe che non paga. L’informazione non ha nessun credito, gli italiani non votano più e i giornali hanno dimezzato le vendite. Ma evidentemente c’è un dividendo coperto.
Shiller spiega a Maria Teresa Cometto che la bolla in Borsa deriva forse dall’ansia: “Si percepisce quasi il panico: avrò un lavoro fra venti ani? E i miei figli? Sono le domande più frequenti. Così si spiega la strana combinazione di un’economia debole con le Borse in rialzo”. Peggio per il reddito fisso: “I titoli del Tesoro Usa trentennali hanno quotazioni altissime e rendimenti ai minimi storici. Perfino i titoli indicizzati all’inflazione sono così cari che il loro rendimento è negativo. Ma la gente li compra lo stesso, accettando di non guadagnare alcunché”. Materia di riflessione, concisa e illuminante. Ma il “Corriere della sera” relega l’intervista al supplemento “Economia” del lunedì. E il supplemento alla p. 29.

Nessun commento: