Cerca nel blog

domenica 21 dicembre 2014

Il Natale del papa senza Natale

Questo “Natale” inaugura una collana del “Corriere della sera”, in venti uscite settimanali, su temi pastorali, costruita collazionando scritti vari e dispersi dl papa. Lorenzo Fazzini, che cura il florilegio, schiaccia il papa sul cardinale Martini, in ogni sua espressione: il riferimento costante alla Scrittura, l’occasionalità e dispersione delle sue prediche e lettere, e l’uso della Storia come Scrittura. E un ritrovamento fra gesuiti questa piccola raccolta per tre quarti è.
Sono testi omiletici che il papa indirizza piuttosto a se stesso che non ai fedeli, in famiglia, al lavoro (o alla disoccupazione), in società. A se stesso in quanto gesuita, la speranza rimembrandosi spesso, la perseveranza, la prudenza, la fermezza, o fortezza, la magnanimità, i temi dell’eterno esercizio spirituale cui sant’Ignazio sottoponeva il suo animo impetuoso, la discrezione, il silenzio – il capitolo migliore di questa antologia natalizia è “il silenzio”.
Il Natale di papa Francesco, “spoglio di ogni mondanità”, è un invito al pauperismo. Delle cose e, purtroppo, dello spirito. Un prolungamento del pauperismo egualitarista che si pensava estinto con le cattive ideologie: non il povero portare alla festa dell’Incarnazione, ma la festa abolire per non fare torto al povero. Un Natale senza Natale. Tutti buoni, per carità, ma senza Natale.
È o non l’Incarnazione una festa? Il papa evidentemente lo sa, ma non lo dice. Nei pochi cenni al Natale, si limita a prediche a bassa intensità, bassissima. Fazzini dice il papa Bergoglio simpatico a tutti perché “dogmatico dell’antidogmatismo”, cioè sincretico. Non un prete ma un compagnone. Vedendolo in tv forse sì, qui è perfino tristanzuolo.
Jorge Mario Bergoglio, Natale, “Le parole di papa Francesco”, Corriere della sera, pp. 134 € 1

Nessun commento: