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domenica 22 marzo 2015

Secondi pensieri - 210

zeulig

Dimensioni - L’uomo, pare, ha escogitato il tempo e lo spazio e vi si è perduto: l’eternità e l’infinito sono fuori della sua portata. Ma è più probabile che essi si siano imposti a lui.
C’è un segreto nell’universo, tra la vita e la predeterminazione inanimata. Che potrebbe essere una memoria perduta. Ma è più probabile che sia una proprietà – un indicibile o un pre-linguaggio.

Fede - Gödel, il logico delle “dimensioni”, finì affranto dai cristiani convinti che si salveranno, loro, mentre gli altri no.

Fine – Connota l’epoca, la parola se non il fatto. Col sottinteso che la fine sia d egli altri, c’è un che di astuto nell’evocazione-celebrazione della fine, per l’acqua, l’aria, la luce, il cibo, la sovrappopolazione, e oggi l’Isa. Col sottinteso che la fine sia quella degli altri. Ma il pensiero della fine è fine a se stesso, è perdente.
Si è celebrata la fine della storia di di Fukuyama come presupposto della storia-freccia, per di più unidirezionale, e come un riscatto o un battesimo, mentre è un’estrema unzione.

“Prima che Dio chiami,\il mondo sarà svanito”, canterebbe J.B.Lenoir. Il ritorno al Creatore è momento che ognuno respinge, ma ci sono cose che uno dice: sarebbe meglio.

Giustizia – “Se uno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno”, dice il Gesù di san Giovanni, 12, 47, “poiché non sono venuto a condannare il mondo ma a salvarlo”. La funzione giudiziaria è una forma di polizia, non di salvezza.

Identità - L’identità-alterità è paradosso filosofico troppo grande per la filosofia. Ed è la sua fine: l’uomo che è al 98 virgola qualcosa per cento u-no scimpanzé, non ha nulla in comune con questa creatura. Mentre ognuno è sempre se stesso, purtroppo, anche se a ogni istante cambia – si col-tiva il se stesso incerto per eccesso di sé, ci si divide per moltiplicarsi, per partenogenesi. L’Identità occultata, la Differenza e l’Altro-da-sé sono del resto da tempo in Superman, che non è male.

Illuminismo – Ci fu un tempo nel secondo Novecento che le dittature si imputarono all’illuminismo, Piccolo Padre incluso: il Novecento colpa di Rousseau e Diderot. Ai quali Stalin avrebbe tirato alla testa.
È il segno che il secolo era infetto, e più per questa follia: qualsiasi idiozia, pur di salvare i tiranni.

Mosca - Robert Byron ci ha visto “una specie di Cinecittà, in cui i ruoli sono assegnati”, tra il Bene e il Male. Un secolo fa, quasi. Ma il destino prescinde dall’epoca – o il “genius loci” di Vernon Lee?

Musica - Il suono è il principale oggetto materiale, diceva nel Seicento Marin Mersenne, che comprese il carattere oscillatorio dei processi acustici, e studiò gli armonici superiori e i battimenti.

La voce è materialità pura e non scientifica. La voce è anche il poco che rimane della musica nel delirio manieristico che l’ha avvolta. Come di un costruttore o un architetto che costruisse i piani sui piani, il musicista da tempo costruisce su se stesso: musica di musica, citazioni, elaborazioni, disfacimenti, musica esponenziale, per calcolatori. Dopo elaborata iniziazione, ma non tutto il calcolo numerico è musica.

La musica com’è noto la inventò Pitagora quando ascoltò in una forgia quattro martelli che colpivano alternati l’incudine: Pitagora soppesò i suoni e scoprì che la gradevolezza nasceva da un rapporto numerico tra i pesi dei quattro martelli - un certo Pitagora, narra Guittone d’Arezzo, che, gran filosofo, viaggiava all’avventura.

Ordine - Prima della fisica unificante di Galileo e Newton si vedevano solo fenomeni singoli. Con la fisica unitaria, prova della parsimonia dell’Altissimo, il caso fu sostituito dall’ordine, il disordine dal sistema. Con pensiero unificante e il tutto i piazza – il tutto degli altri – la fisica si vuole del disordine.

Parola - È tramite e sostanza del potere: il potere della parola è pieno, benché misterioso.
Dorothy Sayers, “The mind of the maker”, dice questo potere anche “pericoloso”: “Ogni parola – anche ogni parola inutile – sarà tenuta da conto il giorno del giudizio perché la parola stessa ha il potere di portare a un giudizio. È della natura della parola di rivelarsi e incarnare se stessa, di assumere forma materiale. Il suo giudizio è quindi un giudizio intellettuale, ma anche materiale”.
La squalifica, nell’età della chiacchiera, delle parole come “solo parole” è una forma subdola (deviata o ignorante) di potere. Non nei riguardi della parola ma per l’uso diminutivo della formula “solo”. “Sono solo canzonette” non è irrilevante, contrariamente a ciò che intende dire.

Purga – È il nutrimento della fede, per eliminazione delle scorie – la fede si vuole purezza.
L’idea della purga, che caratterizza il comunismo, è geniale: il regime (istituzionale, politico) come un grande stomaco acido, pieno di helicobacter coli, che annientano via via tutto ciò che è piaciuto, alla ricerca, tra rutti e peti, del corpaccione ideale. L’idea della politica come progresso apparentata alla privazione, al sacrificio di sé ed eventualmente al martirio - non solo per questo, su Stalin bisogna intendersi.
Segreto - Spinoza sigillava le lettere col motto latino “Caute” sull’abbozzo di un fiore, un invito alla dissimulazione. Uno che gli ebrei dissero eretico a vent’anni, e in sospetto ai gentili in quanto ebreo, ma non segnato, della solitudine fece il presupposto della libertà. Spinoza ripeteva il “Larvatus prodeo” di Cartesio, che anche lui pubblicava in Olanda. Ma Cagliostro si nasconde, e ogni altro furfante, per quanto di genio.

Il segreto è utile, oltre che seducente – l’amore delle donne è tutto nel loro segreto.

Spia - Si voleva spia Kierkegaard, in quanto scrittore: “Ingannato dalla vita per non essere stato che un osservatore, il poeta è diventato, nonché l’ingannatore, l’inganno stesso”. La “negazione pura”, aggiunge. Ma forse intendeva “l’interprete della negazione”: l’autore, sia pure spia, è moltiplicatore delle realtà.

zeulig@antiit.eu 

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