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lunedì 29 giugno 2020

Letture - 425

letterautore

Allogeni – Ci sono molti scrittori italiani allogeni, di origini e culture straniere, europei, africani, sudamericani. Alle quali non rinunciano. Mentre ce ne sono di espatriati in misura radicale, con ripudio espresso o in polemica con le origini: gli anglo-indiani i più numerosi, come Rushdie e Arundhati Roy, e i rumeni emigrati nel francese, Tristan Tzara, Éliade, Ionesco, Cioran, o nel tedesco, von Rezzori, Celan, Hertha Müller. Kundera si può aggiungere, che ha ripudiato il ceco quando la Cecoslovacchi era di nuovo libera e ospitale, a ridosso del 1989. Francia e Inghilterra si pongono come ceppi identitari più forti?  
 
Croce –Michel Walzer lo rasenta, lo ripete perfino, nella lunga disamina sul “pensiero liberale” che il “Robinson” propone senza nominarlo – probabilmente senza conoscerlo. “Il liberalismo è un «ismo» come tutti gli altri «ismi»”, comincia Walzer chiedendosi? “Credo che una volta lo fosse”, si risponde. Ed evita Croce proprio nell’epoca in cui Croce, “non possiamo non dirci liberali”, per primo argomentava le stesse cose: “Nel Novecento e per alcuni anni del Novecento, il liberalismo è stato un’ideologia che comprendeva: libero mercato, libero commercio, libertà di parola, frontiere aperte, uno Stato Minimo, individualismo radicale, libertà civili, tolleranza religiosa, diritti delle minoranze”.
 
Femminismo – “Mi diceva un demolitore basagliano che il maggior numero di ricoverati maschi  nel vecchio lunatic asylum di san Giovanni lo era per colpa di madri e mogli implacabilmente risucchiatrici, autoritarie, malate di risolutezza”, Guido Ceronetti – misogino? – in “Albergo Italia”, 28.
 
George Forestier – Il poeta più amato in Germania negli anni 1950-1960, nel pieno della scoperta e della polemica la Soluzione Finale, copriva con questo pseudonimo un passato da volontario delle Ss all’Est, sul fronte russo e nelle persecuzioni. Di suo Karl Emerich Krämer, con questo pseudonimo riscosse nel 1952 successo di pubblico e di critica con la raccolta “Ich schreibe mein Herz in den Staub der Strasse”, scrivo il mio cuore nella polvere. Identico successo due anni dopo, sempre come “Forestier”, riscosse con la plaquette “Stark wie der Tod ist die Nacht ist die Liebe”, forte come la morte è la notte è l’amore. E ancora nel 1955, con le lettere a una sconosciuta, “Briefe an eine Unbekannte”. In una delle raccolte successive, “Am Ende der Strasse bleibt jeder allein”, alla fine ognuno è solo, 1974, quando la questione dell’identità era da tempo già acclarata,  “Forestier” incluse un accorato “Mein Lied für Europa”, il canto all’Europa, che circola molto in rete, benché solo in tedesco.
Nato in Alsazia cittadino francese, con studi a Strasburgo e a Parigi, nel 1941 Krämersi era arruolato volontario nelle SS. Ricercato in Francia, dove si era nascosto, dopo la guerra, era sfuggito al processo per collaborazionismo con l’occupante tedesco arruolandosi nella Legione Straniera – fu combattente in Indocina. Nel 1952, a 31 anni, arrivò al successo poetico tramite un amico, intermediario con la casa editrice per conto di “George Forestier”, che si pubblicava senza nota biografica.
 
Mondragone - Oggi alle cronache per il focolaio di coronavirus tra i sinti bulgari stagionali per la raccolta dei pomodori, ha o aveva un collegio di gesuiti, che ospitava “interni”, ragazzi nobili e\o ricchi di Napoli e Roma che on ingranavano nelle scuole di città in libertà,più Corrado Alvaro, per scelta ponderata del suo generoso (la retta era cara) padre. Alvaro ne fu espulso perché sorpreso a leggere un romanzo – i romanzi erano proibiti - che il futuro marchese Sacchetti gli aveva prestato. Rettore dell’espulsione era il padre Lorenzo Rocci, quello del vocabolario greco ancora in uso.
Mondragone è poi passata all’agricoltura, come tutta la Terra di lavoro. Riccardo Pazzaglia, “Partenopeo in esilio”, ricorda “il rosso di Mondragone” della sua infanzia napoletana un secolo fa,  con cui si annaffiavano le eleboratissime “vigilie”, pranzi succulenti di tredici portate, di magro. Oggi doc, Falerno del Massico, a base di Primitivo, o di Aglianico.
 
Montale – Con Mahmud Salem Elsheikl (“Poesia tavestita”, 13) insiste per sapere  se “ci solo nel mondo arabo poeti ermetici moderni, incomprensibili, soprattutto incomprensibili”. Un lettore non di mestiere direbbe Montale non ermetico?
 
Pound - “Quando leggono Pound, capiscono perfino il cinese”, annota Celan arrabbiato e sprezzante nei “Microliti”, 129, dei letterati in Germania nel 1961, sentendo la sua poesia non adeguatamente apprezzata dagli amati tedeschi, e anzi da loro abbandonato nella canea velenosa (plagio) che la vedova di un poeta tedesco-francese gli aveva montato contro. Aggiunge  infatti a  seguire: “Questo pound (minuscolo, come per dire libbra in inglese – Celan scrive in tedesco e gioca con Pound e Pfunde, n.d.r.), lo prestano a strozzo volentieri, non da ultimo perché vogliono tenere in vita Shylock come cliché” , il cliché dell’ebreo strozzino – Shakespeare, “Il mercante di Venezia”, ha tra i personaggi l’ebreo strozzino Shylock che esige una libbra di carne del suo debitore.
Pound era per l’invelenito Celan via di fuga della poesia tedesca già due anni prima. Il 24 ottobre 1959 annotava (“Microliti”, 191): “Poiché non ne hanno abbastanza del loro Benn (Gottfried Benn, già sotto accusa per nazismo, n.d.r.), ora troveranno presto un nuovo Forestier (v. supra, n.d.r.) Intanto viene aggiunta a Benn la corrispondente dose di Pound. Tò kalon + un paio di ideogrammi cinesi, questa è al momento la cosa giusta”.
 
Roma – Apprezzando la mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale, eccezionalmente ricca, dopo quella altrettanto ricca su Bernini due anni fa alla Galleria Borghese, “Mephisto” sul “Sole 24 Ore” si chiede: “Roma Caput Mundi?” E si risponde: “Per arti figurative e musica – Teatro dell’Opera e Santa Cecilia – non c’è dubbio”. In contrasto radicale con l’opacità , e anzi l’incapacità, della città di chi ci vive: disordine, sporcizia, rovine. Perla disamministrazione ormai di lunga durata. Che però è, esprime, la città. Un corpo sano con una testa malata, o la testa è malata perché il corpo lo è? La cultura può essere un mondo a sé.
 
Romanzo – Nel “canone” europeo che costruisce per “La Lettura, dieci romanzi di suol gusto, Olivier Guez ribadisce il primato: “Ricordiamo che il romanzo è un’invenzione europea. La prima  letteratura ad altezza d’uomo”. E in Cina no, in Giappone? Probabilmente anche le culture orali se li raccontavano – poiché hanno continuato a farlo anche dopo la scrittura.
Prima di Boccaccio, Chaucer, Rabelaia, Cervantes, insiste Guez, nessuno aveva raccontato destini individuali e nessuno aveva preso in giro (per iscritto) gli dei”. Come no.
 
Matilde Serao – La scrittrice di Napoli è greca, essendo nata a Patrasso, da madre greca, Paolina Borely, di “nobile famiglia decaduta”, e da padre esule politico, l’avvocato Francesco Serao in esilio politico. La famiglia Serao con la piccola Matilde, cinque anni, torna in Italia nel 1861, dopo l’unificazione, e si stabilisce prima a Carinola, di cui l’avvocato era originario e poi a Napoli, per favorire gli studi di Matilde. Una famiglia di pochi mezzi, che Matilde sosterrà presto, impiegandosi alle Poste – senza però rinunciare alla sue ambizioni: a 27 anni è già a Roma,rispettata giornalista e scrittrice.
 
Tomasi di Lampedusa – “Postumo in tutto” lo dice D’Avenia - sul “Corriere della sera” lunedì 22 – che ha scoperto la lapide del principe scrittore a Palermo postdatata di tre giorni. Postumo il romanzo, il successo, il recupero di una vita di studi, da professore, privatista.

letterautore@antiit.eu

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