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domenica 13 settembre 2020

Camilleri e il ritorno del racconto italiano

Amore e morte, un classico, il primo dei due racconti, veloce, irresistibile. Con ampio sfogo, a sorpresa e rieptuto, della propensione di Camilleri per le “posizioni nell’amore” - qui per il catalogo delle perversioni sessuali naturali, delle perversioni senza perversione. Un amore balordo, di sbattimenti casuali, semrpe senza parole, “ingenui”, il secondo, coronato da una mite vendetta – i cattivi sono puniti.
Ancora un racconto da “La regina di Pomerania” il primo, e da “Gran Circo Taddei” il secondo, le due raccolte di racconti brevi non montalbaniani di Camilleri una decina d’anni fa.
La piccola fortunata serie del quotidiano consente un quadro preciso, dietro il successo enorme, della favolistica di Camilleri: un po’ licenzioso, un po’ paesano, un po’ vecchi tempi – podestà, maresciallo, circolo operaio, circolo dei notabili – che la canzonatura (beffa, tranello, vendetta) unifica inorgogliendo. È l’Italia – la Sicilia di fatto, ma molto italiana – della risata contenuta, beffa bonaria. La ripresa di una tradizione, detta “italiana”, che è stata fiorentissima, nel Tre-Quattro-Cinquecento, e ancora si legge – in mancanza di aggiornamenti, come questi di Camilleri per gli anni tra le due guerre.
Andrea Camilleri, L’uovo sbattuto
Regalo di Natale
, la Repubblica, gratuitamente col quotidiano

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