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domenica 13 settembre 2020

Ecobusiness - 5

Solo plastiche negli esercizi pubblici da febbraio, niente vetri, niente ceramiche o porcellane. Niente di lavabile, solo usa-e-getta. Per proteggere meglio la salute e l’ambiente?
Il mare, calmo, è trasparente alla nove di mattina. Alle undici è ancora trasparente. Finché non arriva la massa dei bagnanti, giovani, famiglie, che anzitutto si cospargono di creme, poi affrontano il mare, che subito spumeggia: sono i grassi delle creme. Ecosolubili, ecoprotettive, e per questo non inquinanti?
La Tari è raddoppiata – come minimo - dal 2007. Ma le città, Roma per esempio, Milano, sono sporche, più di prima, incomparabilmente.
La Tari è raddoppiata per il business, principalmente, della raccolta differenziata. Che invece avrebbe dovuto ridurla, dovendo ogni sua parte - carta, vetro, umido, plastiche – essere produttiva, se non del tutto riproduttiva o quasi (carta e vetro).
La California, all’avanguardia dell’ecobusiness, quella dello sciacquone a doppio tiraggio, per la pipì e per la cacca, è anche quella dell’anti-zucchero – “I am not a sugar person” è una professione di fede - lo zucchero considerando, spiega Michele Masneri, “Steve Jobs non abita più qui”, “una sostanza moralmente degradante”, “peggio dell’eroina”, responsabile di diabete, obesità, alzheimner, ipertensione, disfunzioni coronariche, cancro. Tutto giusto? Forse, non si sa. Ma proprio l’industria degli zuccheri anni fa pagò, dice Masneri, eminenti specialisti  “per occultare gli effetti del glucosio su cuore e arterie (e pance) , spostando l’attenzione sugli incolpevoli grassi, espulsi da ogni dieta per cinquant’anni”. C’è una morale?
La California che peraltro ogni anno brucia, per incuria e per piromania.
Le politiche ambientali servono a generare  tasse, e non a ridurre l’inquinamento: è stato l’effetto di tutte le tasse “ambientali”, giustificate cioè con la protezione dell’ambiente, finora introdotte. Lo spiega Alessandro Marangoni con lo studio “Plastic Tax, novità o arma spuntata”, pubblicato sula “Staffetta Quotidiana, l’ex “Staffetta Petrolifera. L’ambiente si migliora con investimenti nella gestione dei rifiuti : impianti di trattamento, incentivi all’uso di materiali di riciclo, miglioramento del riciclo, e magari quote obbligatorie di riutilizzo di materiali riciclati in alcuni prodotti. L’ecotassa europea, 80 centesimi al kg per la plastica non riciclabile significherà una bolletta da 400 milioni l’anno a carico degli italiani, si stima, senza effetti dissuasivi sull’uso di plastica non riciclabile – la tassa viene semplicemente passata ai consumatori.
L’associazione francese Opération Mer Propre stima che “in mare ci sono ora più mascherine  che meduse”. Con la riapertura delle scuole, scrive “Il Sole 24 Ore”, “si stimano altri 11 milioni al giorno (di mascherine) da buttare”. L’Ispra, istituto superiore per la protezione e la ricerca mbientale, stima che per tutto il 2020 “tra 160mila e 440mila tonnellate di dispositivi anti-Covid saranno da trattare come spazztura indifferenziata”.
L’impegno del solo governo italiano, di distrbuire ogni giorno nelle scuolle 11 milioni di amscherine, significherà a fine anno scolastico, contando solo 200 giorni di lezione, 2,2 miliardi di mascherine usa e getta, non riciclabili.

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