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domenica 21 marzo 2021

Il mondo com'è (424)

astolfo

Agalmatofilia – L’amore delle statue – c’è un amore delle statue - la chiamano agalmatofilia, c’è in qualche manuale psichiatrico. E sarebbe diffusa, non solo tra gli scultori. La Venere di Cnido, famosa per eccitare gli osservatori, non è un caso isolato. Né il Pigmalione di Ovidio, una passione di tale intensità da trasformare la statua in persona viva. L’amore vi prende diversa valenza.
Riguarda però forme perfette. Solo statue femminili a Olimpia, stadio degli agoni maschili. L’uomo è - era - satiro, un mezzo capro. La statua maschile deve aspettare Michelangelo, e piuttosto torcersi, tormentarsi – il David è di culto perché è, era, un’eccezione.
 
A
merica tedesca– L’America fu per essere tedesca, invece che inglese, come si sa. Dalla Vinnland dei vichinghi, che vi sono arrivati, dice Grozio, per via di terra, loro uomini di mare, al dottor Kissinger – o a Woody Allen, che nasce Königsberg, la città di Kant. Furono i soldati tedeschi di re Giorgio, i reggimenti dell’Assia, a propiziare a Trenton nel New Jersey la prima vittoria e il carisma di Washington - a Germantown invece sconfitta dura per gli americani il 4 ottobre 1777, a causa della nebbia. Fu per una decisione a suo tempo minoritaria che l’America parlò inglese e non tedesco. Il dollaro è il tallero. “George Washington crossing the Delaware”, il (tardo) dipinto cardine della storia americana, è di Emmanuel Gottlieb Leutze, svevo di nascita, della scuola di pittura di Düsseldorf.

Aveva torto il germanista Cesare Cases a dire il tedesco – la lingua tedesca - “americano travestito”: aveva voglia di épater le bourgeois, ma non senza fondamento. Ovunque s’incontrano in America -man, –burg e -ich, e le case col tetto spiovente che fanno Germania attorno a Filadelfia, cuore della nazione, tra Harrisburg e Gettysburg. È tedesca pure Yorkville a New York. Dietrich è il cognome più diffuso, con Hoffman, con una e due -n. Eisenhower si scriveva Eisenhauer, Smith spesso Schmidt. È tedesco, postnomadico, l’uso americano di cambiare i mobili ogni tre anni, magari per ricomprarli uguali. E il coniuge, seppure non con la stessa frequenza: il divorzio facile non è inglese, è piuttosto tedesco, postnomadico, viene dal ripudio. Quentin Tarantino ha avviato il riconoscimento col dottor Schultz, il virtuoso cacciatore di taglie di Django unchained, e l’eroina Brunhilde che parla tedesco.
I tedeschi si distinguevano anche per qualità degli insediamenti, oltre che per essere numerosi. In America più che in ogni altro posto dice Kant nell’“Antropologia”, i tedeschi emigrati si sono distinti per formare comunità nazionali “che l’unità della lingua e in parte anche della religione trasforma in una specie di società civile che, sotto una superiore autorità, si distingue nettamente dagli insediamenti di ogni altro popolo per la sua costituzione pacifica e morale, l’attività, il rigore e l’economia. Questi sono gli elogi”, concludeva Kant, “che gli stessi Inglesi fanno dei Tedeschi dell’America del Nord”.
Non si dice, ma molto”Mein Kampf” Hitler tirò fuori da “The passing of the Great Race”. La scomparsa non di una corsa, automobilistica o podistica, ma della “razza grande”, nordica. Opera dell’eugenista celebrato Madison Grant, che fece le leggi per l’immigrazione negli Usa, a danno dei latini, gli slavi e gli asiatici neri, contro la misgenation e per la “morte misericordiosa” dei portatori di handicap.
 
Attrici
– La presenza femminile in teatro, in ruoli riconosciuti, professione già esercitata nell’antica Roma, trova un riscontro in età moderna per prima a Roma nel 1564, il 19 ottobre, sulla base di un contratto di recitazione con Lucrezia di Siena.  Che quindi resta nella storia del teatro come la prima attrice di professione. Che agiva col suo proprio nome. Degli stessi anni 1560, con grande glamour ma senza contratti, si esibivano Vincenza Armani, di suo anche nota ricamatrice, nonché poetessa e cantante lirica, e Barbara Flaminia, le prime “primedonne” documentate della Commedia dell’Arte. Le due avrebbero anche gareggiato a chi era la più brava nel 1567 a Mantova. Vincenza Armani morì presto, di 38 anni, si pensa avvelenata da un amante rifiutato. 
 
Bronte
- I rivoltosi di Bronte che Nino Bixio fece fucilare non erano contadini affamati ma professori, avvocati, medici e medi proprietari che volevano le terre della ducea in base alle leggi antifedudali del 1848 (?? Di prima? 1820? Call). C’erano “squadre popolari” ma finanziate dai possidenti agiati. Due anni dopo, a fine 1862, la Commissione parlamentare sul brigantaggio ne indicherà la causa nei “ritardi nella ripartizione delle terre pubbliche”.
 
Gottinga – “Un piccolo e triste paese in una regione molto triste” (per il medico francese Clément-Joseph Tissot, chirurgo nell’esercito di Napoleone, pioniere della fisioterapia) è stato al centro per due secoli dell’“arianità”, della guerra in Europa a chi è più “puro” degli altri, del nazionalismo, dei primati nazionali. Lichtenberg ci insegnò scontento la Fisica. Ancora nel 1786 un viaggiatore tedesco ne lamentava le “vie puzzolenti”. Ma era già il centro di costruzione della cultura ariana, anglo-tedesca. All’università Georgia Augusta, fondata nel 1737 da Giorgio II, principe di Hannover e re di Gran Bretagna.
La Georgia Augusta resta negli annali perché vi studiò Schopenhauer, e prima di lui Wilhelm von Humboldt e Metternich, vi si laureò Heine. Ma Gottinga fu soprattutto famosa come culla dell’“arianesimo”, quello filologico e etnico, non quello cristiano. Rinata dopo la disfatta nel ‘18 a centro meritorio della Fisica, con la meccanica quantistica di Heisenberg, Pauli, von Neumann, Oppenheimer e Born, Gottinga è stata per due secoli la culla della storia eretta a scienza grazie all’invenzione della filologia, e del modello “ariano” della storia greca: dal Nord arrivano i Dori, parlanti indo-europeo, e soggiogano la cultura egea.
Nel 1770 Blumenthal aveva imposto la prima graduatoria delle razze, inventando il caucasico. Winckelmann la Grecia delle statue patinate quale ideale di bellezza. Tra il 1820 e il 1840 Karl Otfried Müller, il filologo di Gottinga, dà significato culturale e politico alla storia “antica moderna”, con la scoperta dei Dori. Era la filologia dei primati.

astolfo@antiit.eu

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