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sabato 27 marzo 2021

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (453)

Giuseppe Leuzzi

Giuseppe Smorto fa sul “Venerdì di Repubblica” (e con Antonio Nasso in docufilm sul sito di “Repubblica”) un quadro della sanità perduta in Calabria. Dopo dieci anni di commissari (prefetti, generali, questori), che hanno chiuso tredici ospedali e non ne hanno aperto nessuno. Neanche quelli già costruiti. Mentre altri finanziati stanno per perdere i finanziamenti per la neghittosità. Di chi? Dei commissari – ma questo Peppe non lo dice. Coraggio, ancora uno sforzo!
 
Una amitié amoureuse avrebbe salvato Pavese dal senso di inadeguatezza che lo ha portato al suicidio? Quella con Bianca Garufi sì, nei mesi in cui lavorò a Roma, tra 1945 e 1946. Scrisse con lei un romanzo a quattro mani, “Fuoco grande”,  e la fece interlocutrice dei “Dialoghi con Leucò” – Leucotea è dea bianca in greco. Ma non se ne innamorò. Non per timidezza. Perché Bianca era alla Einaudi come segretaria? O perché era di Letojanni, sotto Taormina? Una compagna oltre che una (possibile) amante, come si vede dalle lettere ora recuperate,  trascurate  nelle raccolte pavesiane.  
 
 La Cupola dei vaccini
A  proposito di mafie, AstraZeneca lo è? Si direbbe di sì, ne ha gli ingredienti: il guadagno indebito, il raggiro, la violenza (non spara, ma negando i vaccini dovuti e attesi è come se lo facesse). Però è inglese e svedese, e quindi non è mafiosa.
AstraZeneca è anche protetta dai suoi governi, ed ecco la Cupola. Mancava la Cupola al paradigma di questa mafia, ma eccola. Insomma, c’è tutto. Manca solo una Procura antimafia che la dichiari. O per essere incolpati di mafia bisogna essere nati in Sicilia o in Calabria – giustamente i giudici di Roma hanno detto che Buzzi e Carminati non sono mafiosi?
In quel caso, basta anche solo aver mercanteggiato i voti della famiglia, venti-trenta voti, i parenti si prestano, per l’appalto di un marciapiedi, o per un posto da usciere comunale, per essere acculato alla mafia: “voto di scambio” – l’antimafia è semplice.
 
La prova in 60 mila pagine
Al processo Palamara al Csm si producono 60 mila (sessantamila) pagine di chat. Sessantamila – la Treccani, 74 volumi, non arriva a tanto. Registrate necessariamente in un lungo periodo di tempo: raccogliere 60 mila pagine richiede anni.  Con notizie di reato, evidentemente. Finali, se si presentano agli atti d’accusa. Ma anche iniziali, se le intercettazioni sono state autorizzate. Ma senza intervenire. Una giustizia singolare: non si punisce il reato quando se ne ha notizia ma quando conviene. A chi?
È il singolare criterio dell’antimafia: non si interviene subito, su una richiesta di pizzo, un attentato, una minaccia – provatevi a fare una denuncia: non succede nulla. O nel mercato delle droghe, che si fa alla luce del sole. Si interviene a distanza, periodicamente, in base a certi criteri che non si sa quali siano.
 
Il Sud del Nord
“Era diffidente come un meridionale”, testimonia Robert Walser di uno dei tanti mini-autoritratti de “La rosa”, “tanto verso di sé che verso gli altri”. Lo scrittore svizzero, che in “Würzbug” (“Vita di poeta”) si vestiva da “Italia del Sud”, cioè colorato, riferisce qui un detto comune - quanti meridionali avrà potuto frequentare a Berna prima della guerra, della Grande Guerra?
Walser ha anche, poco dopo, la “spensieratezza del Sud”: “Ieri ascoltavo un cantante italiano e la sua canzone mi poneva innanzi al cuore il cielo e la spensieratezza del Sud”. Dove Walser non è mai stato, non viaggiava.
C’è – c’era – un Sud del Nord. Spensierato, allegro, colorato, canterino. Come quello di Robert Walser, che non ha mai viaggiato al di sotto di Berna.
   
Il nostos 
Si ritorna perché è necessario estraniarsi, così Giorgio Agamben conclude la sua immersione nella “follia” di Hölderlin (“La follia di Hölderlin”): “Il gesto eversivo della poesia è anche quello del rivolgimento dall’estraneo verso il natale (o nazionale)”. Come un riavvolgersi: “Poiché l’originale può apparire solo nella sua debolezza, esso può essere raggiunto solo attraverso un viaggio di ritorno che deve prima avere attraversato l’estraneo”. Il filosofo è convoluto ma il senso è semplice: bisogna uscire per apprezzare ciò che si lascia – l’“originale”, ciò con cui si convive come dato di fatto, non per scelta.
Agamben lo dice a proposito della follia del poeta, che non lo convince, e che quindi ipotizza sia stata una scelta per porsi fuori del proprio ambiente, per poterlo meglio comprendere e governare, o soltanto per non farsene più ferire. Senza una estraniazione, non si apprezza l’originale – non si può.
Argomenta ancora Agamben: “Il possesso dell’origine è possibile solo nella forma «abitiva» e spossessante di un’abitazione e di un’abitudine”, senza averne piena coscienza cioè - “Essa non si può avere, ad essa ci si può soltanto assuefare”. Diverso il caso del nostos, del ritorno da un’esperienza altra, “estranea”.
 
Napoli
Gide a Napoli, il 29 gennaio 1896, in viaggio con la cugina-moglie (poi proseguiranno per l’Algeria, l’“Oriente”), annota nel “Diario”: “Mi meraviglio di trovare già qui questo canto d’Oriente così strano, avviato su una nota troppo acuta, che precipita bizzarramente fino alla tonica in due frasi parallele, svolte come tra due toni, scandite spasmodicamente e che si fermano in un soffocamento-troncamento”.  
 
Un anno dopo Gide, il 20 settembre, saranno a Napoli Oscar Wilde, uscito di prigione, con mille progetti, col suo giovane Lord, Afred Douglas. Ospiti a spese dei Douglas, alcuni dei quali risiedono a Napoli, in una villa a Posillipo con giardino e veduta. Poi Douglas padre convince il figlio con i soldi a tornare a casa, il 30 di novembre. Dando una buonuscita a Wilde. Che se la spende a Taormina, e quando torna a Napoli deve alloggiare in pensione di infimo ordine. Tenterà migliore fortuna a Parigi, il 13 febbraio.
 
Il grande cuore di Napoli non fu generoso con Wilde. La coppia fu denunciata poco dopo l’arrivo, il 7 ottobre, da Matilde Serao sul “Mattino” – una presenza che “ha messo molte persone, tra le quali l’umile sottoscritta, in una certa trepidazione confinante col panico”. Costringendo i parenti di Lord Douglas residenti a Napoli a muoversi per sciogliere la coppia.
 
A Napoli Wilde – come poi farà ad Algeri sei anni dopo, iniziandovi il rispettabile André Gide – cerca “cattive frequentazioni” e “cattivi luoghi”.
 
Pullula di edicole, e murali d’autore, di ragazzi morti giovani, la più parte uccisi per questioni di camorra e di spaccio. Lo Stato chiede al Comune la rimozione delle immagini di ragazzi morti durante una rapina o altro delitto. Il sindaco De Magistris, un giudice, obietta. Un appello è  pubblicato da artisti e scrittori, in testa Maurizio De Giovanni, per conservare il murale di Antonio Russo, morto a sedici anni durante una rapina.
 
È greca ma pure molto romana. Ospitava la flotta imperiale a Capo Miseno, le galee, su cui erano imbarcati i galeotti. Migliaia, decine di migliaia. Che si dispersero nel territorio alla caduta dell’impero. 
Anche i disoccupati organizzati vengono dall’antica Roma: le folle di nullafacenti, mantenute dallo Stato e dalle famiglie, che ritenevano loro diritto lamentarsi, protestare, e rubare, da soli o in bande.
 
Pippo Inzaghi giocò poco nel campionato 1995-96 perché rifutò al mercato di gennaio il trasferimento al Napoli, cui il Parma lo destinava – passerà invece poi volentieri, a fine campionato, all’Atalanta. Ora sopravvive nel calcio per il buonvolere del Benevento, dove aveva trovato casa in serie B. E col Benevento, ridestinato alla serie B, coglie il primo, e unico, successo da allenatore, battendo la Juventus a casa sua.  
 
Il presidente della regione Campania De Luca che “prenota” il vaccino russo Sputnik è irriso da “la Repubblica”. Che pure sarebbe il “suo” giornale, filo-Pd. E non ha irriso il presidente della regione Emilia Bonaccini quando ha chiesto un mese prima di “accelerare” col vaccino russo – le analisi. Il razzismo è un riflesso condizionato.
 
Paradossalmente, De Luca è il personaggio di Crozza con cui il comico si identifica, pur nella satira. Solidarietà di dannati – la satira non ha più cittadinanza?

leuzzi@antiit.eu

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