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Vostro Onore, l’assassino-a è una brava persona
Un
avvocato alla Perry Mason - detective della verità, ma senza la grinta, anzi
rassegnato. È l’avvocato di Carofiglio, della serie Guido Guerrieri, ma è in
corsa da 25 anni (questo è appena uscito da Einaudi), con titoli alla
Camilleri, e parte stanco, per niente entusiasta. Con molto analista, e qualche sogno, sulle recidive in amore (gli abbandoni) - ma piani, junghiani (anima, coscienza, etc.).
Le
pagine migliori sono le due-tre iniziali, del vero senso della professione.
Mattinate in Tribunale, fra “udienze di rinvio e deposito di atti nelle cancellerie”
– davanti a giudici, si può aggiungere, che fumano nervosi, quando si poteva,
seduti a un tavolo non proprio robusto, mentre gli avvocati ronzano attorno,
parlando tutti insieme, a gara a sottrarre la loro pratica dalla pila di
faldoni che il giudice ha davanti, per fargli firmare il rinvio (la tecnologia
ha questo di buono, che il bailamme è sostituito dalla pratica online, “peccata” e tutto – più
noiosa ma meno tossica.
Bella
anche la scena iniziale, dell’avvocato che ha l’idea, e la attua, di visitare
l’aula del Tribunale dove viene “amministrata la giustizia”, si decidono le
colpe e le pene, quando è vuota: i banchi dell’accusa, della difesa, le gabbie (ci sono
state le gabbie), il “cancelliere dott.”, le formule di rito, i riti. Nel vuoto
della giustizia – che il lettore, subissato dalle cronache, sa cosa combina.
Il
compito di Guerrieri sarà di evitare alla sua assistita, sicuramente assassina,
intanto la premeditazione, per evitare l’ergastolo. E poi di far valere, perché
no, una sorta di legittima, il morto essendo stato il carnefice della sorella
gemella dell’assassina, suicidata. La Giustizia, nel caso, è subito antipatica, in Procura e in Questura, e anche un poco violenta.
Un
legal thriller. Anche interessante. Soprattuto ora, frastornati dalle sentenze
argute che condannano Impagnatiello all’ergastolo ma senza premeditazione, e Turetta
all’ergastolo ma senza crudeltà. Che il lettore non avvertito non sa che vuol dire,
ma sono sostanziali assoluzioni. Forse per rivalsa contro i “femminicidi”
sofferti come una caccia alle streghe. Opera comunque di giudici sottili –
senza intesa naturalmente con gli avvocati: Impagnatiello e Turetta
sono
balordi, giovani impulsivi, confusi più che cattivi, e così l’ergastolo parte
macchiato, a quarant’anni – ai loro quarant’anni, non dopo quanrant’anni di carcere
– riprenderanno la loro vita.
Gianfranco
Carofiglio, L’orizzonte della notte,
“la Repubblica”, p. 287 €9,90
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