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venerdì 4 luglio 2025

Se non c’è scandalo non c’è giustizia

Non si dice dell’intervento del Massimario della Cassazione sui decreti Sicurezza e Albania che esso ha tracimato dalle sue competenze. Che sono elencate una per una. E sono la sintesi con spiegazione delle sentenze, “e solo molto limitatamente, e solo a scopo di segnalazione, delle novità legislative”. Lo dice solo Sabino Cassese, il decano dei giurisperiti italiani, di autorevolezza indiscussa. Ma può dirlo solo nel foro - ristretto - dei quotidiani “QN”, intervistato da Raffaele Marmo, non sul “Corriere della sera”, o sul “Sole 24 Ore”, di cui è collaboratore continuo. 
Un’attività, questa della “massimazione”, cioè della “sintesi del contenuto prescrittivo delle sentenze”, che è “apprezzata da coloro che non leggono le sentenze e molto criticata dagli osservatori stranieri dei nostri usi giurisprudenziali”.
Si capisce  però che Cassese non abbia spazio nei grandi giornali di cui è collaboratore: senza “scontro della giustizia” come si riempie il giornale? Cassese è infatti molo critico – sempre limitatamente al ristretto pubblico della “Nazione” - su questi scontri: “Quello che viene chiamato scontro sulla giustizia deriva da un ristretto numero di magistrati militanti, che, grazie all’organizzazione correntizia,  si sono trasformati in una sorta di agitatori permanenti”. Per dimenticare “il problema fondamentale della giustizia in Italia, che è quello del grande ritardo, della scarsa produttività  e dell’altissimo numero di procedimenti pendenti”.

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