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giovedì 3 marzo 2011

Secondi pensieri - (64)

zeulig

Conoscenza – Se nulla si crea e nulla si distrugge in natura, conoscere è ri-conoscere.

Cristianesimo – È nato dalla resistenza: da tre secoli di martirio, e dall’ideologia del martirio.

Desiderio – È lo strumento diabolico (soave, invitante, annichilatore) della servitù. L’incontinenza non è la rivoluzione di tutti (“L’Anti-Oedipe”): i tutti, gli sprovvisti cioè di cervello e tradizione, hanno bisogno d’ispirazione. E anche di guida (pedagogia)? La statistica dell’emarginazione – l’alto numero di delinquenti, cioè di trasgressivi attivi, e oggi di tossicodipendenti, cioè di trasgressivi passivi, in rapporto alle classi sociali d’appartenenza – porta non al bisogno materiale, alla fame, ma a una mancanza di formazione – di intuito (ispirazione, intelligenza) e di esempio. Parliamo di trasgressioni perdenti, dissolutorie. Il desiderio è la calce viva.

È il voto. È l’avventura degli spiriti deboli, i sentimentali, i vecchi, i come si stava meglio quando si stava peggio, i giovani disadattati. È la ricerca del Graal, del vello d’oro, il rimpianto dell’età dell’oro, la creazione mitica. Il nuovo è la ricerca, che però presuppone la pace con se stessi.

Dio – Non può stare in paradiso, se sta dappertutto.
E solo Dio vivrebbe non absconditus, se tutto dev’essere nascosto?

Si fa confondere col Dio-Gesù, che è l’uomo-Dio, tutt’altra cosa. È quello della Bibbia. Che si vuole non poco diabolico: misterioso, punitivo, imprevedibile.

È la speranza. Una traccia, forse una meta. La volontà di non perire. È un disegno intellettuale, un tentativo della volontà.
È cervello per questo e non cuore. Non nasce dalle cose, come si dice, dalla natura. Non emerge dalla memoria, che pure l’uomo ha lunga – non si cancella niente.
È un desiderio raffinato, molto elaborato,. Tanto più nelle religioni monoteistiche e assolutistiche (non sincretiche)Non nasce dall’esperienza, si manifesta per un atto di volontà.
Il misticismo, che è ricongiungimento con Dio, è il più determinato atto di volontà.

O è Babele? I litigi più insistenti, radicali, empi, sono quelli dei teologi, o per questioni teologiche – il “Filioque”, il “Materque”.

Incarna la vocazione all’immortalità: se Dio non ci fosse l’uomo non potrebbe vantare nella natura lo stato speciale che si è dato. Hannogli animali il senso dell’immortalità? E il resto dell’universo? Già pensare di essere i soli essere “animati” nei miliardi di galassie è un fatto che confina con l’immortalità (destino speciale). È Dio l’orgoglio?

Donna – L’idealizzazione di Bachofen è totale. La donna è garante della famiglia e del popolo (“sullo spirito familiare riposa essenzialmente la virtù di un popolo”), dell’amor di patria, per il principio della maternità, e insieme del pacifismo, contro ogni violenza, della stabilità psicologica e sociale, del culto dei morti e dell’aldilà, quindi del divino, del meraviglioso, e del timor di Dio, che è il primo veicolo fuori della ferinità.
Punto per punto si può dire il contrario, anche col supporto dell’evidenza, soprattutto del moderne, e reali, civiltà ginecocratiche, come l’americana. Bachofen si piccava di “provare” le sue fantasie (anche la superiorità della montagna, la Licia essendo , che altro?, una Svizzera antica…). Ma le sue argomentazioni sono state, anche prima di lui, e sono luogo comune. È solo un complesso di colpa maschile?

Sarà l’essere-che-non-può-essere, giacché nega la sua condizione (dai tempi di Lilith)?

Ci passano tutti, uomini e donne: ha un’egemonia naturale. Come e perché l’uomo s’impose?
Se il predominio maschile è un fatto storico, perché è universale?

Libertà - Si definisce per i contesti – le aspettative, le culture, le abitudini: ognuno ha la libertà che vuole. L’Italia on è un paese libero secondo i parametri del liberalismo: non lo è la stampa, non lo sono le istituzioni, la giustizia in primo luogo, non lo è lo Stato (amministrazione, gestione, apparato repressivo, a partire dai vigili urbani). Ma gli italiani, grassi e ricchi, sono altrettanto sicuramente liberi.

Solo la libertà produce libertà. Bisogna essere stati liberi per volerlo essere. Non c’è quindi rivoluzione senza tradizione.

Opinione – Ha fatto di più, per liberare l’opinione in Italia, allenarla alla libertà, l’Adelphi, la casa editrice, che non la caduta del comunismo. Berlino, il golpe di Mosca, la dissoluzione dell’Urss, l’evaporazione di settantenni di turpitudini e entusiasmi, dell’ecatombe nucleare, e delle ecatombi delle buone coscienze non hanno prodotto nessun rivolgimento in Italia, nessuna revisione, nemmeno rimorsi. Quel poco che c’è, di capacità di critica e di pensiero, è emerso lentamente con una proposta di cultura. Per quanto ridotta, poco aggressiva, e con testi vecchi di decenni: Simone Weil, Canetti, J.Roth, e Nietzsche.
Quei traumi sono remoti? Non per i tanti che viaggiavano a Mosca, e ne imponevano in Italia il verbo. Senza riflessi era peraltro caduto il fascismo, che sicuramente non era remoto, tanto più dopo una guerra rovinosa: l’efflorescenza democratica fu presto accantonata, e senza resistenze. La politica – le costituzioni, le ideologie – è un fatto epidermico, un atteggiarsi della storia come rappresentazione. Con estrema lentezza la storia sotterranea – la forma mentis, i comportamenti – si modifica, e per una lettura anche meglio che per una rivoluzione, la storia che misconosce le rivoluzioni.

Sesso – Rivissuto dalle done, ha assunto estensione e significati inimmaginabili, vastissimi, carichi di tensione come i vecchi grandi temi: la vita, la morte, l’amore. Si aprono frontiere, si frantuma l’identità vetero razionalista. Duras ne ha trtatto capolavori di narrazione. Le scrittrici erotiche, Réage, Grandes, Reyes, Millet, aprono scorsi inattesi, la stessa Camille Paglia reinterpreta la tradizione con una fantasia trascinante. Assurda per contro la pornografia maschile, ripetitiva, noiosa, basata sulla violenza più che sul sesso. Sia contro le donne (Sade) che contro gli uomini (Pasolini, in questo uguale alle pornissime scritture gay americane).

Uomo – Seppure non ha un Autore, deve però avere un perché. Perché se lo chiede senza interruzione: la sua razionalità è un enigma.

Verginità– È come la presenta la chiesa dei Padri, legata al romitaggio e al deserto: è una desertificazione. Lo è nei fatti – nelle vite in convento – e nella dottrina: chiudersi alle passioni.
Eliminare le passioni è anticristiano, Gesù Cristo è Dio di passione.

Piace, in poesia e tra i religiosi, perché intrisa di eros. Non sconta secchezze e fragilità, bensì prolunga lo stato adolescenziale, denso di sensualità (affetti “terminali”, ideali, fantasie, colori), nel bombardamento ormonale cui è sottoposto. Nella religione è proposta peraltro come unione con Dio.

zeulig@antiit.eu

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