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sabato 5 marzo 2011

Camilleri allegro in costume

Racconti in costume. Del filone telefoni bianchi - anche quelli dello “sbarco” - se non proprio alla Pitigrili, come già nei racconti lunghi “francesi” di fine secolo, il genere ribaldo ma non troppo, che è venuto pubblicando da Mondadori. “Storie di Vigàta”, recita il sottotitolo, ma ben siciliane, da macchietta. Senza però il tipo “ingravidabalconi”: qui le cose avvengono, Camilleri rende giustizia alle donne siciliane. Né mafioso: i mafiosi fanno i mafiosi, non turbano l’immaginario. E di capacità affabulatoria vivacissima, anche in questa cinquantesima, o centesima, esercitazione in vent’anni: una felice vena boccaccesca (Camilleri è autore di un “autentico falso d’autore”, un “Antonello da Palermo. Una novella che non poté entrare nel Decamerone”), solo apparentemente naturale, facile – qui osa pure il suo falso dialetto alla Montalbano. 
Andrea Camilleri, Gran Circo Taddei, Sellerio, pp.329, €14