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giovedì 3 marzo 2011

Borsa nera dell’accoglienza a Lampedusa

Suffragette dell’africanismo, carabinieri, poliziotti e giudici in campo a Lampedusa per il business dell’accoglienza contro il sindaco. Sull’immigrazione fiorisce una vera e propria borsa nera, un mercato clandestino ma evidente, tra opposte bande, attorno ai milioni dell’accoglienza, l’ultima riserva del sottogoverno. Che il sindaco sia di centrodestra e l’opposizione, carabinieri e poliziotti compresi, di centrosinistra non sposta: sono due gruppi di potere che si scontrano per gestire soldi, “posti”, appalti e influenze.
L’ultimo accusa al sindaco, dopo la fallita carcerazione per corruzione un anno fa, è solo ridicola: un processo per razzismo per avere ingiunto in un’ordinanza il “divieto di bivacco, accattonaggio e deiezione”. Il sindaco discrimina i nordafricani, dicono i carabinieri, i poliziotti e i giudici, mentre il fondo razzista è di questa stessa denuncia, come se l’accattonaggio e la sporcizia fossero da imputarsi automaticamente ai nordafricani.
L’isola si era data un futuro nel turismo. La geografia l’ha condannata ad avamposto dell’immigrazione clandestina. Sembrava un sacrificio, da un pio d’anni però la prospettiva è cambiata: a nessuno piace faticare. Ora che l’immigrazione clandestina si può camuffare di politica, gli stanziamenti andranno a decuplicare, anche per il probabile intervento benevolo dell’Unione Europea, e le quotazioni della borsa nera hanno subito un’impennata. Che sia regolata dai magistrati non fa scandalo in Sicilia.

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