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mercoledì 12 dicembre 2012

Il mondo com'è (121)

astolfo

Allattamento – La soprano Annette Dasch diventa una vedette non per la voce – e per l’eccezionale performance alla Scala nel “Lohengrin” all’ultimo minuto - ma perché allatta, anche in camerino quando l’opera è lunga, come il “Lohengrin”, cinque ore, la bambina. Che ha dieci mesi. È l’esito dell’adozione in Germania, negli anni 1960, della pedagogia italiana, del “mammismo” – prima il bambino veniva educato a sberle. L’infante viene di preferenza allattato dalla madre, è accudito dalla stessa madre fino ai tre anni e solo dopo comincia la scuola, ma continua a essere spensierato nel tempo libero, seguito più che represso. Sono state cambiate per questo le leggi: una madre ha diritto allo stesso posto di lavoro dopo tre anni, e nel periodo che passa in casa per la maternità a cospicui assegni familiari - analoghe leggi sono state adottate in Francia dieci anni più tardi, a fini demografici invece che pedagogici.
Questo mentre in Italia si adottava, per un malinteso femminismo, l’indirizzo opposto. Del bambino al nido, anche se sofferente, per mantenere la madre al lavoro. Da parte di governi peraltro  confessionali, se non quasi di sacrestia.  Fini di sottogoverno: l’assunzione e la gestione del personale, i servizi e le strutture (appalti) degli asili nido. La pedagogia ex italiana importata in Germania ha infatti un costo inferiore a quello degli asili nido privilegiato in Italia. Dove per ogni bambino lo Stato e il Comune spendono  circa 12 mila euro l’anno. Senza contare gli immobili in uso, con i relativi costi di manutenzione, ordinari e straordinari.

Ebraismo - C’è più letteratura che religione nella Bibbia, sarà per questo che gli ebrei non si prendono molto sul serio e si erano fatti tedeschi, ma in cuor loro no.  C’è sempre un “narcisismo delle piccole differenze”, nota Freud, un bisogno, se non un piacere, di disprezzare, odiare, perseguitare, quanto meno ridicolizzare, il vicino prossimo. Gli ebrei per esempio erano troppo simili ai tedeschi. Così come per secoli erano stati troppo vicini al narcisismo cristiano. Con gli arabi è diverso, sono due popoli vagabondi. Beduini, cammellieri, contemplatori delle stelle. Che fanno del sangue la loro sostanza, checché la razza e la genealogia vogliano dire, la filologia, la mitografia, la scienza del sé medesimo. Si dice che la contesa è sul Dio unico ma non è vero: la vera contesa è sulla somiglianza.

Eugenetica – Abolire l’imperfezione dal mondo, la malattia, l’incapacità, il dolore, è richiamo inarrestabile. Ma, nella scia di Darwin e dell’evoluzionismo povero, ha portato a intendere l’eugenetica come perfezionismo. Per l’illusione canonizzata dall’“Enciclopedia Britannica” già nel 1910, e da successivi premi Nobel (per la Medicina Chares Richet, per l’Economia Gunnar Myrdal, per la Pace Alva Myrdal), che l’umanità, intesa come fisiologia umana, è perfezionabile all’infinito. E che la razza è biologica, l’ereditarietà è razziale. Per questo quindi alla base delle dottrine razziste, oggi perente, per primo il nazismo. Ma anche, e di più, alla base dell’eugenetica come forma umana della selezione naturale. Applicata alle nascite: controllo delle nascite, con la contraccezione ma anche mediante l’aborto procurato (di figli deformi o comunque indesiderati, spesso le femmine), sterilizzazione, delle donne prolifiche (referendum a Berna nel 1926), dei devianti, ladri o assassini (negli Usa dal 1907 fino al 1980), dei folli o minorati gravi (in Danimarca dal 1929, in Svezia dal 1935 al 1976). Ora anche con l’eutanasia.
L’eutanasia fu praticata estesamente in Germania negli anni di Hitler per gli handicap fisici gravi o mentali. Ma non fu un’eccezione. Il Nobel 1913 per la Fisiologia e la Medicina, Charles Richet, iniziatore della sieroterapia e benemerito studioso dell’anafilassi, spiega in “La sélection humaine” l’anno del Nobel, che “il primo passo nella via della selezione è l’eliminazione degli anormali”. Non volontaria, proprio come nella Germania hitleriana, per handicap accertato. E questo “dopo l’eliminazione delle razze inferiori”. Il razzismo biologico, che si vorrebbe confinare nel mostruoso, insieme con tutta la Germania di Hitler, è stato invece, è, di comune accezione, e anzi orgogliosamente rivendicato come segno di civiltà. Richet non vedeva “nessuna necessità sociale di conservare i bambini tarati”.  Il libello era inteso a estendere a gialli e neri la “selezione individuale” che si deve praticare tra i bianchi: una “selezione specifica, scartando risolutamente ogni mescolanza con le razze inferiori”.  
Gli stessi concetti Richet riprende nel 1919 in “L’homme stupide”. Quest’ultimo è un pamphlet antibellicista, ma anche fortemente razzista – “I negri non hanno niente di analogo (all’umanità bianca). Continuano a vivere, anche in mezzo ai bianchi, un’esistenza vegetativa, senza produrre nient’altro che acido carbonico e urea”. Come i gialli, già condannati in “La sélection”.
Richet per primo formulò la dottrina alla base del programma hitleriano dei Lebensborn, la selezione attraverso “l’accoppiamento dei migliori”. Con il coinvolgimento di molti “esemplari umani” scandinavi, soprattutto donne. “Dunque si possono modificare le specie con la selezione”, concludeva Richer: “Dunque c’è trasmissione ereditaria. Dunque, continuando questa selezione, cioè l’accoppiamento dei migliori, senza sospensioni, per numerose generazioni, si forzeranno certi caratteri, sia psicologici che fisici, a fissarsi sulla specie. Perché la forma dello spirito è sottoposta all’eredità, tanto quanto la forma del corpo”.

Molte le pratiche eugenetiche per il “miglioramento della razza umana”. La Rassenhygiene nazista fu un’altra parola per la stessa cosa. E arrivò all’Olocausto al termine di una progressione decennale: il gas e le altre tecniche di uccisione di massa furono introdotte per i tedeschi portatori di handicap, il programma T 4. Il programma Lebensborn mirava al miglioramento della specie attraverso accoppiamenti selettivi (ufficialmente, le cliniche Lebensborn non erano pensioni equivoche dove bionde scelte copulavano per migliorare la razza, ma accoglievano le donne incinte dei soldati, per evitare gli aborti).  In chiave eugenetica si ponevano gli esperimenti di Mengele nei lager di Hitler sui gemelli. Molta eugenetica si sperimentò a Mosca fino alle grandi purghe del 1936, parte della campagna antireligiosa esclusiva in quegli anni. Nell’Istituto per le resurrezioni. E in vari programmi di accoppiamenti con scimmie – sempre smentiti. In India, in Cina e nei paesi islamici è pratica corrente l’aborto provocato selettivo, se il nascituro è femmina.

Imitazione – Ci sono più uxoricidi, da qualche anno o mese a questa parte? Statisticamente sì. Anche ad allargare la categoria ai “femminicidi”, agli assassinii di donne perché più deboli, spesso anziane, o perché oggetto di desiderio. Non si può dire che prima c’era ma non se ne parlava. Questo è vero, ma non ce n’erano così tanti quanti oggi, non almeno secondo le statistiche dei casi denunciati e\o accertati. E dunque un effetto “imitazione” c’è. Specie sulle menti più deboli o annebbiate, dalla solitudine, dalla colera. È come se il tanto parlare della violenza sulle donne, invece di ridurla, l’accrescesse.

Islam – La modernità vi è stata laica, nel dopoguerra e nelle guerre di indipendenza. Oggi va col fanatismo religioso. Nelle comunicazioni, ultimo il blackberry. Nelle strategie di comunicazione: tempi, modi, “messaggi”. Negli esplosivi.

L’uso politico della fede era oggetto della critica delle “Provinciali”, le lettere di Pascal.

Si parla molto di dialogo tra le fedi. Ma non è il problema principale, ogni chiesa può benissimo stare per sé. Tra le fedi si pone un problema di etica (politica). Di rispetto di alcuni valori, tra le comunità e all’interno di ognuna di esse. E un problema di identità: che per secoli ha afflitto i mussulmani, sottoposti al colonialismo e all’imperialismo occidentale, se non cristiano. E da qualche anno minaccia invece l’Europa.
Sono i termini in cui papa Ratzinger ha posto la questione, ma sono gli unici validi.

Ci sono pregiudizi. Anche contorti. Una persona sensibile come Augias sostiene la scemenza che i terroristi islamici sono come i martiri cristiani.

astolfo@antiit.eu

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