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giovedì 12 novembre 2015

Il mondo com'è (238)

astolfo

Fascismo – Visto nei vecchi cinegiornali è angosciante, tale è la mediocrità “teatrale” – gestuale, comportamentale – di chi teneva in pugno il paese. Mussolini sempre col mento in fuori non interessato mai a nulla, sprezzante di tutto, di tutti - compiacente col ghigno di sopportazione sulla bazza. Un re che si allunga, con tanti artifici, stivaloni, la doppia alzata del berretto militare, penne altissime sulla doppia alzata, un matrimonio mediocre, con una principessa non di rango. A capo e al di sopra di un paese che invece sa uscire dalla Grande Depressione, ha una lira forte, esporta molto, rispettato dalle diplomazie.  

Latinità – È un mito, falso e anche rischioso: un’approssimazione sbagliata. Si vuole al Nord Europa, e anche in Italia, un certo numero di paesi acculati al Mediterraneo, o più frequentemente alla latinità. Mentre l’Italia ha solo sofferto delle “sorelle” latine. Innumerevoli le invasioni e depredazioni da parte della Francia. Regimi predatori di marca spagnola a Milano, a Napoli, in Sicilia. Nonché il sacco di Roma a opera dell’imperatore  ispano-fiammingo Carlo V, che troncò ogni ambizione e il promettente sviluppo di un’Italia fino ad allora innovativa, magnifica, più e meglio di ogni altro in Europa – nel nome di una Riforma che altrove il bigotto imperatore reprimeva senza limiti. Nulla del genere l’Italia ha invece sofferto a opera degli austro-germanici, pur mettendo nel conto il Barbarossa e Radeztsky – c’è stata l’occupazione tedesca nell’ultimo anno e mezzo della guerra ma quella è un’altra storia.
Anche nell’Europa unita, la grande storia de dopoguerra, l’Italia ha potuto contare ancora qualcosa soprattutto giocando di sponda per gli Stati Uniti. E in Europa quando ha avuto udienza a Bonn e a Berlino, mai a Parigi. La Francia, la “sorella latina”, ha anzi sempre brigato e briga per escluderla da ogni consesso o decisione di livello internazionale, con De Gaulle, con Giscard d’Estaing, con Mitterand e con Sarkozy, per non dire dell’amorfo Hollande, benché militi nello stesso partito degli ultimi governi italiani. Lo stesso la Spagna, fino a tutto il Settecento e  anche ora – passato il periodo incerto del postfranchismo, col parademocristiano Adolfo Suarez e il socialista dei tempi di Craxi Felipe Gonzalez, con re “romano” Juan Carlos ancora in sensi.

Sondaggi – Fanno la politica, Si presume che ne siano un termometrico, e invece sono un’arma, non dissimile dal vecchio comizio, solo aggiornato alle tecniche ultime. Uno strumento della politica: “Mi conviene di più se dico, se faccio, se propongo, se parlo, se sto zitto, se attacco, se difendo, se faccio l’ottimista, il pessimista… Il successo di Grillo, come già di Berlusconi, va sull’onda dei sondaggi, online il primo, coi metodi di rilevamento tradizionali (interviste per lo più, a campione) il secondo. Il blog di Grillo non è una palestra, è un sondaggio costante. Cioè: è una palestra libera di passioni e (ri)sentimenti, ma su tempi e tracce proposte. E a fini di misurazione,  di censimento a analisi, non tanto di partecipazione.
In America, dove il sondaggio politico (Gallup) ha debuttato nel 1948 con un fallimento – dava la vittoria ai repubblicani alle presidenziali di fine anno che invece furono vinte dal democratico Truman – il sondaggio politico è dichiaratamente usato non a fini conoscitivi, ma come arma, pro o contro un personaggio, una politica, un partito.   
Sono parte, se non causa, dell’oscillazione inafferrabile dell’orientamento politico. Il sondaggio politico, cioè generalizzato, raramente risponde agli umori reali della popolazione  - tanto per questo, tanto per quello, e tanto astenuto. Chi risponde deve collocarsi, o viene collocato, in una gabbia: la domanda è una gabbia. Si può anche avere un sondaggio favorevole all’aumento delle tasse, per ipotesi, se più tasse per i più significa meno tasse per alcuni, oppure se la domanda è “volete migliori servizi e pagare più gasse”. La risposta è comunque l’espressione di un’opinione, formulata senza impegno e di per sé mutevole. In Italia, dove non si possono pubblicare i sondaggi politici nelle due settimane precedenti un’elezione, le previsioni possono risultare anche largamente sbagliate perché il voto si decide giorno per giorno. Soprattutto dacché i radicamenti di partito, le affiliazioni di una vita, si sono evaporati.

Il sondaggio politico è solo una branca delle più generali tecniche di marketing: un 1-2 per cento del valore globale del settore, oggi sui 550-600 milioni, con 8-10 milioni di fatturato annuo. E quello meno affinato o affinabile, rispetto alla nuove tecnologie di comunicazione. Il meno produttivo, anche se fa molto “opinione”, cioè rumore.
L’opinione in realtà non si fida dei sondaggi. Uno studio americano – un sondaggio… - rileva che tre cittadini su quattro non si fida, ritiene i sondaggi una forma di marketing aggressivo, per questo o quel candidato o forza politica, subliminale, traditrice. In Italia la percentuale è ancora minore: si diceva disponibile al sondaggio politico uno su cinque interpellati vent’anni fa, ora un interpellato su dieci.

Il campione raramente e solo per caso è “significativo”. Nei paesi a grande mobilità, territorìale  e sociale, come l’America, ma anche in Italia. È necessariamente limitato per numero, mille-duemila rispondenti, e di difficile peso tra molte componenti, culturali, geografiche, professionali, censuarie. In America, dove il sondaggio telefonico si può fare solo su numerazioni fisse - la legge impedisce il ricorso ai cellulari, sia per i sondaggi politici che per il marketing – il rispondente è più spesso una persona in età, o una casalinga. In Italia, dove invece il contatto mobile è consentito, sfuma la collocazione geografica del campione. Né risolve limitare il sondaggio ai numeri fissi: fra un terzo e la metà della popolazione non è raggiungibile in Italia che col cellulare, data la forte penetrazione della telefonia mobile scelta dagli operatori.
La soluzione del problema si tenta mixando il cellulare col fisso e con internet. Ma una metà o poco meno della popolazione non è connessa. E riguarda una fetta molto caratterizzata: in età, poco istruita, meridionale. Con uguale diritto di voto. L’unico “significato” del sondaggio politico è di favorire o danneggiare una candidatura, in base alle “intenzioni di voto” del committente.

Sonoro – È bandito, l’inquinamento acustico è l Grande Male. È bandito anche dove sarebbe necessario. Sono d’uso alle mostre le presentazioni in video. Di organizzatori, storici e storiche dell’arte, di ambienti, di situazioni, di vecchie storie e vecchi filmati. Ma sono muti. Per non disturbare i visitatori. Il disturbo è solo sonoro, l’inquinamento acustico. Non visivo, per esempio. Non di affollamento. Non di cattiva illuminazione.

astolfo@antiit.eu

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