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domenica 8 novembre 2015

Ombre - 291

Lorenzo campione mondiale di moto, al modo che sappiamo, ringrazia “il popolo spagnolo” che l’ha sostenuto. Niemte di meno, o voleva dire Marquez  Pedrosa, gregari volontari? E il popolo nipponico no?

Non è solo un “biscotto” spagnolo nel mondiale di moto. Ci sono di mezzo i giapponesi ultrapotenti - comandano a bacchetta i cronisti di settore: Honda e Yamaha. Fanno finta di competere, ma su questo finale di campionato si sono accordate per darsi più lustro: senza il “caso Rossi” il finale di mondiale sarebbe stato piatto.

Però, “la Spagna” effettivamente è col campione Lorenzo. “As”, “Marca”, “El Mundo”, El Paìs” online sono un osanna a Lorenzo, il campione nazionale, senza un accenno agli intrallazzi con Marquez.

Non passa giorno che Milano non si celebri, sui suoi giornali, migliore di Roma. Raccoglie più spazzatura, la ricicla meglio, ha più netturbini per abitante, ne ha meno. Migliore sulla spazzatura?
E perché Milano è “superiore” ma solo nei confronti di Roma?

Scalfari, che cinquant’anni fa aveva aperto il confronto, con la superiorità morale di Milano, ora ci ripensa, sempre sull’“Espresso”: “Non esiste una capitale morale”.
“Non esiste” è proprio romano.

Corradino – nome predestinato? – Mineo, non avendo mai fatto nulla in vita sua, da dirigente Rai, direttore di giornali e parlamentare, non capisce che ora non lo facciano capo del governo, o del partito, insomma capo, e dice il suo capo Renzi “subalterno a una donna bella e decisa”. In effetti la testa del capo Mineo ce l’ha: una “donna bella e decisa” è quello che tutte le donne vorrebbero essere, e gli uomini avere.

Dice Sacchi di Tavecchio: “Vince il silenzio omertoso. Dietro di lui interessi forti”. Di chi? Coraggio, Sacchi.

Calogero Mannino, assolto – provvisoriamente - dallo Stato-mafia, si compiace di avere trovato un giudice “giusto”. Non un giudice, uno giusto. Il giudice normalmente è ingiusto?

Mannino viene giudicato da venticinque anni come mafioso. Ma di quale mafia, a questo punto? Nel frattempo ha cambiato pelle alcune volte, solo i giudici sono gli stessi.

Il Pd ha combinato un macello a Roma. Vari macelli, con in più una perdita d’immagine colossale per la città. Ma niente scuse, la colpa è di Marino.

Trastevere si rifà la piazza San Cosimato. Che era stata rifatta quattro o cinque anni fa, un cantiere di 18-24 mesi. “È la vergogna del nostro quartiere”, dice (martedì) la presidente della circoscrizione Alfonsi per giustificare l’appalto. Senza scuse.

Il prefetto Gabrielli dà una mano e lascia al loro posto i presidenti di circoscrizione: di dimette il consiglio comunale ma i consigli municipali restano al loro posto. Sono (quasi) tutti del Pd: il prefetto dà una mano al Pd. Ma non era uno di Alfano?

Pignatone è invece fedele. Marino minaccia liste civiche contro il Pd alle nuove elezioni comunali e lui gli dà il falso in dichiarazione. In gioco sono ben 753 euro di spese non ben giustificate: Marino deve andare a processo.
Ma perché non dargli l’associazione mafiosa? Bisogna insistere: un concorso esterno, perlomeno. Sarebbe la soluzione. 

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