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sabato 14 novembre 2015

Avanti adagio

Le reazioni a caldo sono bellicose, ma ci vuole accortezza. Hollande ha sbagliato a proclamare il bombardamento dell’Is, che forse poi non ha neanche fatto, come fosse a una partita – il personaggio purtroppo è questo. Lo stesso errore, che poi il governo ha bloccato, della Marina italiana pronta a bombardare gli scafisti, cioè la Libia. Bisogna avere un obiettivo, l’arte militare fino a questo punto è semplice. E bisogna coprirsi le spalle.
Tutti dichiarano guerra all’Is, non da ora. Ma con le processioni – le sfilate, le manifestazioni, le dichiarazioni. La realtà è quella che questo sito elencava due mesi fa

e il 23 maggio:

e anche prima.
Si parta, da europei, dalla sottrazione della Germania a ogni responsabilità militare. E a monte dall’impossibilità di varare una Pesc, la politica estera comune e di difesa. Per la gloriola che ancora domina le politiche francese e britannica, inconsistente ma perniciosa. Da occidentali si parta dalle ambiguità di Obama, irretito nei “sogni del padre”, la sua prima e fondamentale (onesta) riflessione – in realtà “Sogni da mio padre”, il kenyota islamico sordo a ogni responsabilità.
La reazione all’Is non può essere per ora che riflessiva.

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