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mercoledì 24 agosto 2016

Letture - 271

letterautore

Classico - È l’“opera aperta”: più vive – rivive – nel tempo, più è pregna.

Codice da Vinci - Le radici del best-seller in “The Holy Blood and the Holy Grail”, 1982? Tradotto nel 2005 come “Il Santo Graal Una catena di misteri lunga duemila anni”, a ridosso del successo del “Codice da Vinci” e tuttora in edizione Tutto il romanzone di Dan Brown vi è contenuto, il primo dei best-seller, con 80 o 90 milioni di copie vendute: il significato del Santo Graal, il san real della discendenza d Gesù, il priorato di Sion, Maria Maddalena rifugiata in Francia, la madre dei re francesi, i Merovingi… Ma il libro originario ha la pretesa di rivelare la vera storia dell’Occidente cristiano. A opera di tre giornalisti inglesi, Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln, che mescolano vecchi studi a racconti d’invenzione e testimonianze apocrife o menzognere. .

Dante - È “islamico” anche in questo senso – non per colpa, o segrete inclinazioni: il “Corano”, che ha poca teologia, essendo essenzialmente una raccolta di precetti, la concentra in materia escatologica. “Contiene verità accettabili solo per fede su questioni escatologiche”, spiega Alessandro Bausani, “Islam”. E quelle che l’islamista elenca – “le più importanti, che il mussulmano ortodosso è tenuto ad ammettere” – sono: la resurrezione della carne; il tormento della tomba, a opera degli angeli; l’interrogatorio, da parte degli stessi angeli: il colloquio costante dunque con gli spiriti celesti in attesa del giudizio; la Bilancia, delle azioni degli uomini in vita; il Ponte – “si tratta di un’altra concezione escatologica di chiare origini iraniche, quella cioè del ponte teso sopra l’inferno, più sottile di un capello e di un filo di spada, che dovrà essere attraversato dai risuscitati, fra i quali i malvagi cadranno giù nella gehenna”.
Se ne potrebbe fare un Dante iranico.

Fénelon – È vescovo famoso di Combrai, dove si penserebbe ingombrante, che Proust non nomina nella “Ricerca”. Se non una volta per farlo dire “dolce anarchico” da Brichot nel salotto Verdurin, che ha “una definizione molto curiosa dell’intelligenza” , di cui però siamo lasciati digiuni. O allora a Combray, incidentalmente, per parlar bene di Bertrand. Il vescovo paga la colpa di essere stato prozio di Bertrand Fénelon? Eppure aveva un concetto simile a quelo di Proust per quanto concerne l’amore, ed era stato vittima due secoli prima di un processo analogo al Dreyfus.
Il problema di Fénelon è quello che Proust pone nella “Ricerca”, IV, 34: “Noi esistiamo soli. L’uomo è l’essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri che in sé, e se dice il contrario mente”. Salvo ricredersi subito dopo a proposito dell’immaginario e dell’arte, amore puro disinteressato. Lo stesso che il vescovo sostenne alla corte di Luigi XIV, suscitando l’ira e forse l’invidia di Bossuet, il patrono morale del re. C’è un amore disinteressato? Sì, l’amore puro è quello di Dio purificato di ogni amor proprio.
Quando “Le avventure di Telemaco” gli furono rubate e pubblicate, contro la sua volontà, Luigi XIV cedette a Bossuet: vide nel “romanzo” una satira del suo regno e bandì Fénelon dalla corte e da Parigi, obbligandolo, dopo una sosta in Belgio, a ritirarsi nel futuro luoogo peoustiano. Alcuni mesi prima Bossuet aveva denunciato Fénelon al Sant’Uffizio a Roma. Che non lo aveva condannato, ma processato sì. Il processo, di eco vastissima in tutta Europa, fu ambiguo e scandaloso come quello Dreyfus due secoli più tardi, di una colpevolezza che c’era e non c’era, e di un’innocenza che non si poteva proclamare per non dispiacere al potere al potere - Bossuet, Luigi XIV.
Bertrand Fénelon, visconte, morto in guerra nel 194 a 36 anni, è il modello dichiarato di Saint Loup. Discendente di un fratello del vescovo, fu uno dei nobili amici di Proust. Fino a un certo punto. Morand lo dirà “incantevole giovanotto dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, il beniamino delle signore del 1900, che servì da modello a Saint-Loup”. Dreyfusardo e anticlericale, ricorre nella biografia di Proust per alcuni tratti importanti: un’infatuazione importante dello stesso Proust, un viaggio mancato in coppia in Olanda, un litigio quando Fénelon brigò e ottenne un posto di addetto all’ambasciata di Istanbul. Dopo questo litigio, Proust lo cancella, ma se lo ritrova dappertutto. In “Sodoma e Gomorra” per nome e cognome: “Io stesso, avendo come amico diletto l’essere più intelligente, buono e giusto, indimenticabile a chiunque l’abbia conosciuto, Bertarnd de Fénelon”. Un epitaffio, essendo Bertrand intanto morto in guerra - non perfido? A lui è anche dedicata una delle rare poesie di Proust - che Bertrand redivivo potrebbe assumere a sua rivincita, tanto è insipida.

Foto – È una ferita aperta, un’incisione? Uno squarcio, direbbe Walter Benjamin, al di sotto delle apparenze: “L’operatore è come il chirurgo, che taglia nel corpo del paziente”.

Germania –Evoca l’ordine e il conformismo – con l’unico rimedio dell’anarchia. Da “sempre”, e compresa stranamente pure la Riforma, che fu invece una ribellione, e fu seguita da guerre di religione. Mentre in letteratura si segnala e si ricorda per l’anticonformismo e anche la scherzosità.

Hitler – Ha oltre mille pagine il “Mein Kampf” di Hitler infine riedito in Germania. In due volumi.  Appesantito da un’introduzione di 80 pagine, una bibliografia di 122, e 3.500 note. È quasi un’edizione critica – oltre che critica politicamente. Ma per questo non è un monumento?

Poliziesco – Eco lo vuole “una ricerca del sacro Graal”. Per questo inappagante ma consolatorio?
Fino a un certo punto, però: che sia alla Dan Brown – vediamo quanto è bravo, vediamo fin dove riesce a stiracchiarla. Altrimenti si cade in Evola.

Stendhal – Debuttò con la paura, a lungo, di essere preso per sciocco – provinciale, poco provvisto, di denaro, titoli, professionalità. E fu come ne scriverà Sainte-Beuve: “La paura di essere ingannato lo tiene in scacco e lo domina in ogni cosa”.
Guardingo malgrado la socievolezza. Ebbe del resto successo istantaneo, ma dopo morto: prima veniva snobbato, a parte Stendhal, come un “giovanotto” frivolo e snob, con pretese letterarie.  

Viaggio – È mentale – Walter Benjamin: “Il viaggio verrà propriamente a essere col diario che ne scrivo”? In effetti, lo spaesamento si può avvertire nel corso di una passeggiata, non c’è bisogno di una trasvolata oceanica.

letterautore@antiit.eu

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