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domenica 23 ottobre 2016

Il neorealismo degli antipatizzanti Vittorini e Lucentini

Una fiaba neorealista, tra “Umberto D.” e “Miracolo a Milano”. Ma di programma anti-neorealista, in questo senso recepita e valorizzata da Vittorini, che ne fece nel 1951 il primo numero di una collana di esordienti che poi resterà famosa, “I gettoni”. Uno smilzo racconto, ricco più che altro di un felicissimo mistilinguismo, tedesco, russo, ceco, polacco – Lucentini sarà traduttore professionale poliglotta, dal russo, il tedesco, il francese, l’inglese, lo spagnolo, l’ungherese, il cinese. “Franco”, il protagonista si chiama come Lucentini, e ha la stessa età di Lucentini, vaga a Vienna,  vivendo di espedienti, e pensa anche di buttarsi al fiume. Non ce la fa, e anzi incontra un’umanità slava e austriaca accogliente. Non c’è plot, giusto la perizia linguistica, ritmata, che aveva stregato Vittorini
Il racconto si ripubblica e si rilegge, come tutto di Lucentini, a ritroso, partendo dal suicidio – anche se il suicidio non era “scritto”: Lucentini morì a 82 anni, dopo una notte insonne, da tempo minato dal tumore irreversibile ai polmoni. A cura di Domenico Scarpa, “lucentiniano” emerito, che lo locupleta di un’introduzione, un’ampia notizia sul testo e le edizioni, una nota filologica e una bibliografia della critica.
Ripubblicato dallo stesso Lucentini nel 1964, da Feltrinelli, in una raccolta dal titolo ”Notizie dagli scavi”, fu letto ancora come racconto in controtendenza, anti-neorealistico. Walter Pedullà evocò Beckett: “Lucentini staffetta italiana di Beckett. Colpo basso contro il neorealismo”. Ma il segnalibro della raccolta rifiutava segnatamente questo accostament: “Seguendo un percorso esattamente opposto a quello delle monologanti larve di Beckett, i sottouomini di Lucentini vanno da una condizione di pura angoscia, di negatività totale, verso un umile ricupero di oggetti, di gesti, di parol, perfino di sentimenti; e da questo paziente lavoro di naufraghi…” Gli ingredienti della ricetta neorealistica, solo reinventati: “una tragedia senza catastrofe” (Pampaloni). Il segnalibro Feltrinelli non mentiva: “Una sorta di via italiana alla naturalezza narrativa”.
Franco Lucentini, I compagni sconosciuti, Einaudi, pp. XII-107 € 8,50

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