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venerdì 28 ottobre 2016

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (305)

Giuseppe Leuzzi

“Angelo era un galantomo, ma come tutti i galantomini siciliani si scantava a morte dei carrabineri”. – Andrea Camilleri, “La cappella di famiglia”, 287. Vero è, anche ora.

L’etica del Nord
“Come sa ogni fabbricante, la deficiente «coscienziosità» dei lavoratori di tal paesi, per esempio dell’Italia in contrapposto alla Germania, è stato, ed in una certa misura è tuttora, uno dei principali ostacoli al loro sviluppo capitalistico”: l’altrove anticonformista Max Weber fa sue in questo passo  de “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” le notazioni di Sombart, “L’economia tedesca nel diciannovesimo secolo”. Di cui condivide le “precise osservazioni”, eleggendolo anzi a maestro – anche di “chi si senta spinto a contraddirne sempre più recisamente le opinioni, e ne rifiuti energicamente alcune tesi”.
Di suo peraltro lo stesso Weber aveva appena distinto l’avidità settentrionale da quella meridionale: “La «auri sacra fames» del cocchiere o del barcaiolo napoletano o dell’asiatico esercente analoghi mestieri, come anche dell’artigiano di paesi sudeuropei o asiatici, si manifesta, come ciascuno può sperimentare, straordinariamente più penetrante , e in particolare più esente da scrupoli, di un inglese nello stesso caso”. Un viaggiatore che avesse “sperimentato” Londra, o lo stesso Dickens qualche anno prima, non l’avrebbe detto. Ma il sociologo della modernità ne è convinto – lui effettivamente andava a Napoli di preferenza che a Londra.

Il ripudio degli “amici degli amici”
In contraddizione con lo spirito tedesco delle origini, che aveva a cuore gli “amici degli amici”, nella stessa opera Max Weber spiega il successo negli affari con il rifiuto dell’amicizia.
La “grazia” – la ricchezza – si manifesta “in fenomeni elementari della condotta e della concezione della vita”, e uno di questi è “la diffida, che con sorpresa si vede ricorrere così spesso soprattutto nella letteratura puritana inglese, ad aver fiducia nell’animo e nell’amicizia degli uomini”. La stessa confessione “sparì silenziosamente, nelle regioni dove il calvinismo si sviluppò”. Con effetti disastrosi per l’ambiente umano (“fu così tolto alla coscienza un mezzo per liberarsi periodicamente del senso di colpa”), ma non importa.
Gli “amici degli amici” non sono nati in Sicilia, ma in Germania. Sono della monaca Rosvita, la teatrante, decimo secolo: “Dilecti socius et ipse sit dilectus”. Saranno stati introdotti in Sicilia dagli svevi?

Pentimento sartoriale
Si pentono con misura, per evitare l’ergastolo con le attenuanti generiche, e uscire anche presto con la buona condotta, esemplare, prima dei trent’ani che di solito vengono loro inflitti per l’omicidio che hanno confessato – ne confessano uno solo. È una tattica che di colpo ha fatto macchia d’olio.
All’ultimo dei tanti processi in corso a Napoli per delitti di camorra, l’omicidio Montanino-Salierno, in un agguato, dodici anni fa, la pm Stefania Castaldi, pur avendo utilizzato per la sua inchiesta le dichiarazioni di alcuni degli accusati, ha denunciato il fenomeno: per quell’agguato ci sono quindici pentiti, ma di tutti – meno uno, l’armiere – la pm ha chiesto l’ergastolo. Non c’è collaborazione con la giustizia, ha spiegato, ma solo una tattica processuale.
Un dozzina d’imputati a Napoli negli ultimi due anni hanno adottato la stessa tattica. Per non finire gli anni in carcere, non al 41 bis. E magari godersi in vecchiaia una parte del bottino. Una mezza dozzina ha già ottenuto il non-ergastolo, e il non 41 bis. Una tattica avvocatesca, che non poteva non prodursi a Napoli, capitale della sartoria e della giurisperizia – anche il linguaggio è forbito, dei pentiti di un solo omicidio.
Il fenomeno era però evidente in troppi processi in Calabria e in Sicilia – probabilmente anche a Napoli. Le Procure non lo hanno rilevato perché il pentito è sempre utile? A fini di carriera? A fini politici?

Milano
Roma ha – ha avuto nel 2015 - 14 milioni di visitatori, Milano 7. Contando anche le scolaresche lombarde comandate a visitare l’Expo. Ma Milano supera Roma secondo il “Corriere della sera” di martedì 11 ottobre, e il sindaco Sala: “Da tre anni battiamo  Roma”. È una bugia, anche stupida, ma la pubblicità non è l’anima del commercio?

Milano è sanguisuga: non si sa celebrare che a spese di qualcun altro. Perfino a volte - nel “Corriere della sera” e per la sua forma più prestigiosa, Gian Antonio Stella – della Calabria, che è pure lontana, oltre che povera.

“Lo dico senza arroganza”, dice il sindaco Sala un altro giorno, “ma Milano non vuole competere con altre città italiane, quanto piuttosto con le grandi città europee”. Milano come Parigi, o come Londra. Che non hanno il mare, neanche loro, questo è vero.
Sala c’è mai stato?

Sala vuole Milano prima anche per turismo: ci sono più turisti che a Roma, afferma intrepido. Forse non è andato nemmeno a Roma.

Si fatica a non ridere di Milano. Che però è potente, ed effettivamente fa e disfa l’Italia.

Sala non ha fatto in tempo a passare da destra a sinistra, e da manager pubblico (dei partiti) a sindaco eletto che proclama la superiorità di Milano. Sarà stato eletto per questo?

Un festival della castroneria D’Orrico è riuscito a montare sul milanese “Sette” a proposito dell’insalata che l’invitata a una cena aveva trovato a mollo nel bidè degli ospiti. Era un bidè milanese? Non è detto. L’aneddoto risale a Donna Letizia, che dispensava grazie su “Grazia”, e la nobildonna, moglie di Montanelli, abitava a Roma (e quante lettere non sono inventate dai curatori di rubriche?). Ma una corrispondente individuata scrive a D’Orrico che suo marito, “uscito dalla toiletta di un bar del centro di Milano trovò nel lavandino l’insalata” per i panini del lunch.

Non è bastata l’intronizzazione, al vertice dell’arte italiana di tutti i tempi, del milanese Caravaggio, si scoprono ora ben 69 dipinti e disegni. Anonimi ma non fa nulla.
Si scoprono in chiave leghista: devono coprire, scrive Francesca Pini, “i circa otto anni della formazione del giovanissimo Caravaggio tra la Lombardia e il Veneto”.
A quando la cancellazione del Caravaggio di Napoli e la Sicilia - anche di Malta?

A lungo non furono ammessi alla comunione. “I «Lombardi», cioè banchieri, furono spesso, per tale loro qualità, esclusi dal banchetto eucaristico” (Max Weber, “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”), fino a tutto il Cinquecento. Nell’ambito della lotta alla “usuraria pravitas”.

La Legalità
Avviene d’estate girando per l’Aspromonte d’imbattersi qua e là nella giornata della Legalità. Sedie sparse in una radura nei boschi, un coro di voci bianche, una scuola di fiati e percussioni, una pedana di legno, dove si al pomeriggio si svolgerà il dibattito. Tra un giudice, il prefetto, o il suo vice, e qualcuno dell’ordine militare.
Ci sono fondi del ministero per questo. Non grandi spese, alcune migliaia di euro, giusto per la refezione – è pur sempre una festa: tutto semplice. Gli ospiti vengono con vetture di servizio.
Le giornate della Legalità servono, si dice, al controllo del territorio. L’ultima giornata della Legalità seguita fino al dibattito, vide un esponente dell’ordine forense accusare il vescovo di Locri Brengatini di “intrallazzi”. Di avere società, conti in banca, traffici vari, con le cooperative di giovani altrimenti senza lavoro da lui promosse. Sembrava uno sfogo da circolo dei galantuomini, da sempre mangiapreti. Ma il vescovo è stato rimosso. Dunque, non è vero che sono giornate inutili.
Fuori dalla radura giacevano i resti di una Casa del Parco. Un’architettura funzionale e leggera, con molta luce, tutta di elementi lignei. Ignifugati ma non abbastanza. Costata a due riprese un milione e mai attivata.
Il Parco l’ha donata al Comune, perché la mettesse in esercizio, come centro di accoglienza e informazione per gli escursionisti e i visitatori del Parco. Scolaresche, soprattutto, il Parco vuole avere una funzione didattica – come le giornate della Legalità. E nella buona stagione trekker, famiglie e curiosi.
Dopo una dozzina d’anni di abbandono, inaugurata ma mai aperta, la struttura è stata restaurata. E dotate delle nuove strumentazioni elettroniche, interattive. Il Comune ne ha disposto l’apertura e ha avviato la gara per la gestione. Ma solo un gruppo si è candidato. Cui i Carabinieri hanno negato il nullaosta antimafia. E la Casa una notte è bruciata. Solo la Casa, nemmeno un ramo circostante, di pini ignivori. Un lavoro pulito.
Si sa anche chi è stato. Gente che da sempre esclude dal perimetro ogni attività che non sia la sua, di rinfresco, refezione, svago. Scoraggiando e minacciando chiunque vi si attenti, e bruciando l’esercizio se necessario – dopo un primo atto intimidatorio, che metta in allarme le assicurazioni. Ma nessuno è mai stato perseguito.  

leuzzi@antiit.eu

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