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sabato 29 ottobre 2016

Quanto entusiasmo per il fanatismo

La lettera di Shaftesbury è sull’estremismo, in realtà, più che sul fanatismo religioso - “entusiasmo”. I Camisard che la provocarono erano modesti ugonotti – i calvinisti francesi - delle Cévennes, indotti nel 1702 a una guerra di guerriglia dopo che Luigi XIV aveva revocato con l’Editto di Fontainebleau ciò che restava di libertà di culto. Bollati come “fanatici” da cattolici e dagli altri protestanti.
Nel merito, del fanatismo religioso, Shaftesbury è poca cosa. È giusto citato da Ronald A. Fox, il cappellano cattolico di Oxford che fu lo studioso del fenomeno nella disamina “Enthusiasm”. E in senso diminutivo: per “il suo lezioso, inconcludente «Saggio sull’entusiasmo», argomentato e forse inteso a sminuire il credito della religione rivelata in generale”.
Questo non sembra. Shaftesbury si spinge a testimoniare: “L’ispirazione è il sentimento reale della presenza Divina, l’entusiasmo una falsa”.  Ma non è cosi semplice. La “lettera” si ripubblica evidentemente per fare la tara del fondamentalismo islamico, e anzi del terrorismo. Ma, al di fuori della contingenza, del terrorismo religioso, la fenomenologia del santo non è facile da mandare in giudicato, sia nel rapporto con gli altri, fedeli o critici, sia per se stesso, per fare la tara della sua verità.
Shaftesbury d’altra parte si vuole leggero: “Le opinioni più ridicole, le mode più assurde possono essere dissipate soltanto con la dote dell’irriverenza e da un pensiero meno serio e più lieve”, pretende . È autore anche di una “Lettera sul disegno”, concepita e scritta al tepore di Napoli, in cui sancisce uno stretto legame tra libertà politica e capacità artistica, nonché tra l’arte e la promozione del popolo, se non della democrazia. E lamenta - anche per questo è un po’ contemporaneo – la scarsità degli investimenti nella formazione artistica in Inghilterra. La stessa ironia Shaftesbury propone contro l’ “entusiasmo”, contro il fanatismo religioso e politico cioè, dopo la stagione hobbesiana della guerra civile, di tutti contro tutti .
Fanatismo o entusiasmo lo spiega Bidussa nell’introduzione all’edizione Feltrinelli: “Nel Settecento per dire «fanatismo» si diceva «entusiasmo»” – fanatismo religioso. Un raddoppio che Voltaire e Hume apprezzarono. Voltaire lo ascrive alla “religiosità male intesa”, il laico Hume agli intrighi del clero.
David Bidussa però, che presenta l’edizione Chiarelettere, ci trova dei connotati positivi – Shafesbury no: l’entusiasmo “non nasce né è la conseguenza di un pensiero religioso, ma è dato dalla rivolta contro un sistema che si ritiene «falso», che promette un «bene falso» e contro il quale non può esserci né tregua né pietà”. È una rivolta nel nome di Dio, “ma è anche una rivolta di coloro che scoprono la verità della parola di Dio come arma contro la corruzione, come via per la salvezza. Un modello di comportamento fondato sulla rinuncia e che legge la rinuncia come virtù”. E fa il caso dell’Afghanistan (i Talebani?) e dell’Iraq (l’Is? Al Qaeda?). E di san Francesco…
Lord Shaftesbury, Lettera sul fanatismo, Chiarelettere, pp. XXIX-56, € 8
Lettera sull’entusiasmo, Ets, pp. 105 € 10
Lettera sull’entusiasmo, Utet, pp. 88 € 5 

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