Cerca nel blog

martedì 4 febbraio 2020

Il mondo com'è (394)

astolfo
Blitzkrieg – Si connota per la sorpresa e la velocità (trasporto su gomma e cingolato, ferroviario, aereo) ma anche per il terrore. Per l’uso massiccio dell’artiglieria (ora prevalentemente missilistica) e dell’arma aerea, contro obiettivi indiscriminati: quartieri residenziali, scuole, ospedali, mercati, stazioni.
Poco la tattica è cambiata dalla prima applicazione, contro la Polonia a partire dall’1 settembre 1939. Gli Stati Uniti pretendono la precisione dei bombardamenti aerei e missilistici, che documentano con foto, ma mostrano solo quelle degli attacchi mirati riusciti, pochi e comunque inefficaci: nella guerra del Golfo, in quella alla Serbia e in quella all’Iraq i “danni collaterali” sono stati quelli determinanti.
Il Blitzkrieg per antonomasia, a quello tedesco, debutta l’1 settembre 1939 in Polonia, di sorpresa, in vece di dichiarazione di guerra, all’alba, contro un borgo oggi di 23 mila abitanti allora di meno  della metà, Wieluń, non militare né industriale, solo prossimo al confine. La Luftwaffe investì la cittadina in massa, riversandovi 46 tonnellate di bombe, quasi mille granate da cinquanta chili, distruggendo radicalmente l’ospedale, segnalato da grandi croci rosse dipinte sui tetti. L’esito furono 1.200 vittime, degenti inclusi, e la cittadina distrutta al 70 per cento – al 90 per cento gli edifici pubblici.

Imperialismo – Si giustifica sulla promessa di libertà e benessere. Quello britannico. Come già quello coloniale, iberico, francese e olandese. Quello napoleonico, che tanto entusiasmò le popolazioni conquistate. Quello americano, bellico e postbellico. In parte anche quello romano, per via dell’assimilazione – in una condizione identitaria forte. E la Cina oggi della Via della Seta, il programma di Xi Jinping, in Africa e nel subcontinente indiano. Nonché, nei suoi limiti economici, quello di Putin, l’appoggio disinteressato a questo o quel perdente, Maduro come Assad o Hadtar.
Fallisce quello di conquista. Cosa che la Germania non ha capito, quella imperiale come il Reich di Hitler. E Stalin – la Russia ha avuto la possibilità, con la seconda guerra, di farsi solida e rispettosa amica l’Europa orientale, invece se ne è fatta inconciliabile nemica.

Little Englanders – Si può dire la Brexit la rivincita dei nuovi “Little Englanders” un secolo fa – i Liberali, seguaci di Gladstone, che si erano dichiarati tali contro la guerra Boera in Sud Africa, e resistettero in un primo tempo all’impegno britannico nella Grande Guerra. L’1 agosto 1914, mentre la Francia mobilitava contro la Germania, il governo britannico di Asquith, liberale, il primo ministro più longevo del Novecento era a maggioranza contro l’entrata in guerra a fianco della Francia e della Russia. A favore erano i membri più eminenti, lo stesso Asquith, Churchill, Grey e Haldane, contro tutti gli altri. La mattina dell’1 agosto dodici dei diciotto membri del gabinetto di governo si dichiararono contrari a sostenere la Francia. Il pomeriggio un’assemblea informale dei liberali – il partito al governo - ai Comuni votò, fuori della, sala consiliare, 19 a 4 (benché con molti astenuti) lo stesso ordine del giorno.

Churchill, a capo dell’Ammiragliato, aveva dato ordini in pratica di mobilitazione, già dal 26 luglio, da quando l’Austria aveva sfidato la Serbia con l’ultimatum. Una mobilitazione limitata ala Marina militare – la Gran Bretagna non aveva coscrizione obbligatoria. Ma Londra ufficialmente restava fuori della guerra.
Grey, a capo del Foreign Office, tentò di superare il blocco del suo partito giocando di sponda con i conservatori, favorevoli all’intervento, sul presupposto che l’interesse nazionale britannico poggiava su una Francia indipendente, su un’Europa senza un impero. “Se la Germania dominasse il continente, sarebbe sgradevole per noi come per gli altri, perché rimarremmo isolati”, fu l’argomento con cui tentò il 3 agosto di convincere i Comuni a votare l’intervento nella guerra che la Germania aveva dichiarato l’1 agosto alla Russia, e lo stesso 3 agosto alla Francia – già intervenuta in guerra perché legata alla Russia da un patto di reciproca difesa contro la Germania. Il 4 agosto la Germania invase il Belgio, e la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania.
I Little Englanders di Farage e Johnson hanno aperto una strada stretta. La Germania non è più imperialista, ma c’è l’Unione Europea con la Germania. La logica di Gladstone, o Little Englander, avrebbe voluto una presenta britannica, seppure difensiva, sul continente. Invece in questo caso, non essendoci una minaccia militare o alla libertà, hanno scelto la strada opposta.
Anche nel 1914 peraltro l’intervento britannico nella guerra fu motivato per ragioni esclusivamente nazionali. Come lo stesso Grey specificava ai Comuni il 5 agosto: “Non ho agito in base a obblighi di trattato o d’onore, nessuno dei due sussisteva. C’erano tre interessi inglesi”, spiegò pragmatico, “che non potevo trascurare”,. Che così elencò: il dominio della flotta tedesca nel mare del Nord e nella Manica, l’occupazione tedesca permanente del Nord della Francia, proprio di fronte all’Inghilterra, e l’occupazione di Anversa, che sarebbe stata una minaccia permanente contro la Gran Bretagna.  


Macron – Le rivolte di piazza non sono specifiche della presidenza Macron. In Francia sono un classico, dalle jacqueries in poi, dal Medio Evo - dal primo abbozzo di un’autorità nazionale. Una presidenza analoga si ricorda un secolo fa, quella Poincaré, che molto innovò anche lui – e decise anche l’entrata in guerra nel 1914. La legge Poincarè del servizio militare obbligatorio di tre anni nel 1913 suscitò manifestazioni di piazza violente che si trascinarono per molti mesi. Rafforzate da problemi sindacali e proteste di molte categorie di agricoltori.
Gli scandali pure sogliono accompagnare la vita politica francese. Alla vigilia della Grande Guerra si apriva il processo per l’assassinio del direttore del “Figaro”, Calmette, colpito da Mme Caillaux, dopo una campagna scandalistica del giornale contro il marito della signora, Joseph Caillaux, uomo politico di primo piano – ministro delle Finanze di Clemenceau, presidente del consiglio dal 1911 al 1913, quindi nuovamente ministro delle Finanze. Un assassini che fu una miniera, molto sfruttata dalla stampa, di irregolarità e soprusi, al governo, nella finanza e nella stampa, nella giustizia.
Lo stesso giorno della prima udienza al processo rivelatore, il 28 luglio, il giorno dell'inizio della guerra,  il presidente Poincaré e il primo ministro Viviani, socialista, di ritorno dalla Russia dove avevano confermato l’Intesa, furono osannati per le strade di Parigi al grido di “Vive la France!”. Il 31 luglio un giovane “patriota” assassinò Jean Jaurès, il leader socialista che guidava la battaglia contro la leva dei tre anni. Il giorno dopo era la guerra, nell’entusiasmo popolare.

Quinta colonna – Oggi un programma televisivo di retroscena e tempi scottanti, è dizione della guerra civile in Spagna, quando i fronti avversi erano fluidi: mobili e intricati. Lo storico inglese della guerra civile spagnola, Hugh Thomas, la attribuisce con dovizia di particolari al generale Mola, aiuto di Franco - secondo altri è invece un termine usato spesso da Franco stesso. Mola, secondo Thomas, richiesto in conferenza stampa da un giornalista non identificato, straniero, con quale delle “quattro colonne” su cui era schierato il suo corpo d’armata avrebbe marciato a occupare Madrid, rispose con la “quinta colonna”. Intendendo i gruppi monarchici e franchisti che operavano nella capitale, controllata da repubblicani, in clandestinità.
La conquista franchista di Madrid tarderà di tre anni. Ma presto, dopo la crisi dei Sudeti e gli accordi di Monaco, nel 1937-38, la nozione di quinta colonna fu applicata ai Volksdeutsch, le minoranze tedesche nell’Europa centrale, nella Repubblica Ceca, in Polonia, in Romania. La “quinta colonna” tedesca sarà specialmente attiva in Polonia, dove sicontavano al censimento del 1931 ottocentomila Volksdeutsch. Non molti, il 2 per cento della popolazione (contro i tre milioni di ebrei – a Varsavia, su una popolazione censita nel 1931 di 1,2 milioni di persone, 350 mila erano classificati ebrei). Ma concentrati in Pomerania e Alta Slesia. Mobilitati dal nazismo, furono tra i più attivi, il 30-31 agosto 1939, aiutati da paracadutisti tedeschi, a sabotare la mobilitazione polacca contro l’attacco che Hitler sferrerà l’1 settembre col bombardamento a tappeto di Wieluń. Opereranno successivamente contro ebrei e polacchi in genere anche a Varsavia.

Responsabilità collettiva – È il fondamento giuridico delle rappresaglie che la Germania conduceva nei paesi occupati contro ogni atto di resistenza – come quella che seguì a Roma all’attentato di via Rasela. La popolazione maschile adulta dell’area attorno al luogo dell’attentato veniva rastrellata e uccisa sul colpo. In Polonia anche in ragione di cento per un tedesco morto – in Italia dopo l’8 settembre in misura ridotta, grazie “all’amicizia italo-tedesca rinnovata”, di dieci per uno.  
In mancanza di residenti nella zona dell’attentato si procedeva contro movimenti politici o di opinione, e contro gli ebrei. L’equivalente della responsabilità oggettiva del diritto penale più accreditato – del “non poteva non sapere”, a proposito di chiunque svolga una mansione direttiva per colpa dei subordinati. 

astolfo@antiit.eu

Nessun commento: