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domenica 18 ottobre 2020

Secondi pensieri - 431

zeulig

Amicizia - La famosa sentenza attribuita ad Aristotele, “O miei amici, non c’è nessun amico”, chi non l’ha citata? Una volta modulata o orchestrata, fin nella sua grammatica, da un insieme di interpreti sonnambuli, vigili e automatici, ecco che attraversa sognante, recitazione salmodiata di un immenso brusio, il pieno giorno della nostra memoria: da Michel de Montaigne a Immanuel Kant, per esempio, da Friedrich Nietzsche a Maurice Blanchot, il pensatore dell’amicizia. Ma l’avvenire di questo “detto che Aristotele aveva molto familiare” (Montaigne, “Dell’amicizia”) ci viene ancora addosso. Già qui, è come se non fosse ancora arrivato, custodendo, in una delle sue pieghe, una promessa di democrazia ancora impensata, ancora impossibile, sempre a venire: la promessa, appunto.
Nel mezzo c’è l’amicizia sotterranea, rapporto di contiguità e di protezione (omertà). Che è illegale e condannata dalla morale (ma non sempre: Kant dubitava), e tuttavia pregna di una moralità diffusa – fatto salvo il castigo, la pena. Inclusiva e non esclusiva.
 
Dittatura – È la Repubblica di Platone, lo stato perfetto delle utopie. Come la dice Elias: “Uno Stato del tutto dittatoriale sarebbe l’incarnazione della ragione” – come può dirlo con la sua storia personale: profugo in Inghilterra, integrato tardi alla London School of Economics, nel 1939, dopo sei anni di esilio, quando fu raggiunto a Londra dal suo maestro Karl Mannheim, tardo esiliato politico, e poi subito internato, quado si temette l’invasione tedesca, come “alieno nemico” in quanto tedesco, a Liverpool e all’isola di Man, per otto mesi.
 
Ecumenismo – Pratica di pace, è la rinuncia alla verità.
È una sorta di paganesimo. L’ecumenismo s’intende delle religioni monoteiste, ma di fatto è sincretista, il Dio unico di ognuna volendosi diverso, anche molto diverso, da quello delle altre. Nella pluralità peraltro dei riti, come dei miti e delle stesse verità rivelate.
Nella stessa direzione va il decentramento dell’autorità pastorale. Organizzativa e cultuale (rituale), ma le diverse modalità non sono senza effetto sulla verità – sulla fede.
 
Filosofia - L’avventura del pensiero.
Se non con la verità, è collegata-gabile con la saggezza? Rousseau condannava la musica e i libri, che praticò e scrisse in abbondanza. Locke invece condanna la poesia e la musica. Ma la saggezza non è una forma di intelligenza?
 
Giustizia – Da sempre, si può dire, sconfitta, e forse impossibile, inattuabile. Se Astrea, dea della Giustizia, visse poco sul terra, presto se ne fuggì in cielo – dove si trasformò nella costellazione della Vergine – disgustata dai delitti e le inadempienze umane.
 
Guerra civile – “La guerra civile si avvita più rapidamente dell’odio di tutti i suoi partecipanti”, A. Malraux, “La speranza” – “L’esercizio dell’apocalisse”, cap. 1.
 
Hitler -“Hitler alla radio aveva una bella voce”, Peter Handke fa ricordare alla madre, in “Infelicità senza desideri”. E gli anni del nazismo, dall’Anschluss alla guerra vittoriosa, furono una festa per tutti, per tutti i tedeschi: “Dovunque si guardava, una gran festa”. Il ritmo penetrò fin le plaghe remote e dissipate: tutti divennero parte di un avventuroso e gratificante disegno, “persino la noia dei giorni di lavoro prendeva un’aria di festa”, i paguri isolati si ritrovarono proiettati in comunità simpatiche, “come se uno fosse dappertutto a casa sua”, si ballava, si rideva, e si facevano fotografie. Fu una liberazione.
 
Ritorna nell’immaginario, un genere letterario: la voce come nipote di Hitler, le assaggiatrici di Hitler, la bambina, la spia, la fidanzata, il cane. Demonizzato-idealizzato: siamo noi, giovinezza, forza, bellezza, da Sparta a Hitler. Sarà stato pazzo ma aveva le nostre pulsioni, segrete e manifeste. Compreso l’assassinio?
 
Popolo – Nozione bizzarramente trascurata nella vasta pubblicistica sul “populismo” come fenomeno politico. Una nozione che così profondamente ha caratterizzato l’Ottocento nell’elaborazione romantica, di Michelet, di Mazzini, “Dio e il popolo”, e della vastissima e perdurante pubblicistica tedesca, da Jakob Grimm a Heidegger.
Con Grimm, cui si può far ascendere  l’assetto della lingua tedesca, autore della “Grammatica tedesca” (1819-1837), del “Dizionario”, a partire dl 1838, e della “Storia della lingua tedesca”, 1848, nasce il culto del Volk e del völkisch, popolo e popolare: la lingua e la grammatica, i miti, il diritto, tutto viene con lui ascritto alla capacità creativa del popolo tedesco.  
 
Storia - Gli storici “non sanno affatto quanto poco storicamente, nonostante tutta la loro storia, essi pensino e agiscano, e come anche il loro occuparsi di storia non sia al servizio della pura conoscenza, bensì della vita” – Nietzsche, “Sull’utilità e il danno della storia per la vita”, seconda delle “inattuali”. Cioè, gli storici sono “storici”. E  la oro è la sola forma di conoscenza, certo impura – più storicizzato-abile di Nietzsche?
 
La storia di Tucidide è governata dal principio di gravità, dalla forza: “Degli dei crediamo, e degli uomini sappiamo, che dominano ovunque possono”. Che a Roma sarà detto biblicamente (“Ecclesiaste”) “nihil novi sub sole”. Con moto uniforme, ripetitivo. Mentre per Platone è, come la vita e il mondo, illusoria. È da poco, da sant’Agostino che è diventata una fabbrica: l’opificio dell’uomo. Nel suo piccolo anch’egli creatore, diceva il santo, con la parola, a fronte della Parola di Dio eterna. L’homo faber prima era mitico, prometeico.
 
“Per fare lo storico, bisogna avere il gusto di conversare con i morti”, Arturo Carlo Jemolo.
 
Verità – Moravia, commentando Solgenycin, si chiedeva (30 giugno 1974): “Nell’“Arcipelago Gulag” S. si domanda più e più volte perché le vittime innocenti del terrore non protestavano, non si ribellavano, non chiedevano aiuto a gran voce, insomma sconfiggevano il terrore con un altro terrore: quello della verità”. Primo Levi avrebbe da obiettare, o qualsiasi internato. O sarebbe d’accordo? Bisogna testimoniare, a rischio della vita? La resistenza è obbligata? La difesa della libertà è strategica – primum vivere – o testimoniale? Solgenycin non si è ribellato, come Primo Levi. Dei quali non si può negare la resistenza nella testimonianza, sia pure ex post – nel caso di Solgenycin ex ante, poiché è stato condannato per le idee che professava. La difesa non può essere passiva?
La verità della libertà è politica. È il fatto di persone, non di idee o concetti.

zeulig@antiit.eu

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