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venerdì 23 ottobre 2020

Il deserto dell’opinione

È singolare, perfino delittuosa, l’impreparazione di fronte alla seconda ondata dell’epidemia. Delittuosa anche nel silenzio, dei media e delle istituzioni. Coi ridicoli peana alla chiusura di bar e ristoranti dalle 23 alle 5, a Milano, dove a quelle ore dormono tutti.
Vediamo. Non si è fatto nulla per il trasporto e l’ospedalizzazione, la profilassi e la cura del coronavirus. A decine s’infettano gli ospiti delle case di riposo, come in primavera, nelle stesse case di riposo della primavera. Non si sono moltiplicate le terapie intensive, solo di poche unità. Non si sono mobilitati, adeguatamente protetti, i medici di base per la diagnosi: bisogna fare capo a un numero verde che non risponde mai, o altrimenti occupato. Si fanno file di chilometri e di giorni per il tampone.  Col peso dell’ansia. Spargendo il contagio invede di limitarlo. Ma tutto è business as usual. Mancano perfino i vaccini antinfluenzali, nel Lazio come in Lombardia, che sono sempre stati disponibili. Ora bisogna comprarli? Sì.

Non si muovono le Procure, il governo è giallo e rosso, come i procuratori. Non si muove il  Quirinale, perché, certo, il governo è giallo quasi rosso – che pure avrebbe tanti modi per imporre al governo di fare. Si suggerisce che la colpa è delle regioni - cioè delle regioni di destra, su quelle di sinistra, l’Emilia per esempio, la Toscana, il Lazio, benché avviate sulla traccia della leghista Lombardia, si tace: la solita politichicchia. Mentre è vero che il governo ha mille strumenti per indurre le regioni comunque a fare, quand’anche fossero incapaci o negazioniste. E non fa nulla. Doveva assumere decine di migliaia di insegnanti, ma ancora “prepara  il concorso”. Doveva assumere decine di migliaia di operatori sanitari, medici, infermieri, barellieri, portantini, assistenti.  Non lo ha fatto, “lo farà”: un governo di ministri tutti cialtroni non manca di parole.

È una situazione che ha dell’assurdo, da ridere, anche se amaro. Ma nel deserto dell’opinione è angosciante: un paese che non sa quello che gli sta succedendo, che si sta procurando da solo, per la stupidità, l’insipienza, il burocratismo, cioè il menefreghismo, è quasi impossibile da concepire, è pazzesco, ma è quello in cui viviamo.

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