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giovedì 4 agosto 2011

Secondi pensieri - 74

zeulig

Analisi – Molti analisti la derivano dalla morte, approfondendone l’etimologia: analio (v.Rocci) è in greco dissolvimento, scioglimento, e la morte è lysis per Platone, dissolvimento.

Bibbia – È straordinaria perché è straordinaria. Un falsario non avrebbe potuto inventarla.

Esegesi – La verità della Bibbia è inattingibile, se l’ebraico della bibbia è scrittura ideografica e fonetica , oltre che alfabetica, essendosene perduta la chiave. Una, cento, mille Bibbie sono possibili, a cominciare dal nome di Dio.
Si può per questo “conciliare la Bibbia con la scienza”: si prende la scienza e la si legge in una Bibbia. Ogni esegesi è semplificatrice (riduttiva), e più quella aperta, informale.

Filosofia – Nel saggio in onore di Vattimo, “A sinistra con Heidegger” (in “Essays in honour of Gianni Vattimo”, 2007, ora in “Micromega” 5/2011) Richard Rorty spiega che Hegel e Heidegger non si insegnano nelle università britanniche e americane, non nelle scuole di filosofia: “Molti filosofi analitici pensano ancora a Hegel e Heidegger come a nemici della libertà umana. L’idea che leggerli possa aiutarci nella riflessione sui problemi socio-analitici è per loro ridicola”.

Giustizia – È l’esercizio della violenza “pubblica” (statale, sociale, popolare). Il ristabilimento di un equilibrio (ordine) attraverso azioni repressive, regolate ma prevaricanti - una “formula estremo orientale”, secondo Guénon, la vuole “compensazione delle ingiustizie con altre ingiustizie”.
Necessariamente sperequata, ma su un piede di eguaglianza. La giustizia è il fondamento dell’uguaglianza, attraverso forti e incontestabili disuguaglianze, di ruoli, di poteri. È orwelliana , “tutti gli animali sono uguali (ma alcuni sono più uguali degli altri)”, ma non caricaturale – può essere beffarda.

È fortemente radicata (storicizzata): la guerra, la faida, le moderne polizie, le attenuanti che diventano aggravanti e viceversa (la legittima difesa, la proprietà, la società corruttrice di Victor Hugo, “Claude Gueux”, l’età, l’ebbrezza, la droga, l reputazione, l’onore, e l’autonomia del giudiziario, o la sua politicizzazione)

Matematica – È piena di niente. Lo zero- che però, spostato a destra, ha potenza indefinita. Le quantità immaginarie, radici di “numeri negativi”. Gi inconcludenti “Principia Mathematica” di Russell.

Omofilia– Importanti studiosi l’hanno praticata e la praticano, senza che ce ne sia una teoria – una semiologia, una fisica, una metafisica, una ontologia. C’è solo l’androgino di Platone, che però è concetto simbolico. L’autocensura è qui più forte della censura?

Peccato – È cristiano, biblico. E ora occidentale e laico, il proprio della civiltà europea-occidentale del secondo millennio – dell’asse bene-male, della struttura etica e politica, della missione o imperialismo. È, con Nietzsche e dopo Nietzsche, preminente rispetto a Dio: si crede nel peccato non credendo in Dio, non si crede in Dio per credere nel peccato.
È il segno, si vuole, della debolezza, della condizione umana. Ma è un meno rispetto a un più – è la fede dello struzzo.

Tommaso Gallarati Scotti, introducendo “Sotto il sole di Satana” di Bernanos, osserva del suo prete-santo: “L’amore dei sensi non può attrarre chidal confessionale ode salire la monotona litania della colpa”. È come se il peccato scacciasse il peccato, e non è possibile, non è vero. È vero piuttosto il contrario: la ratio del peccato è che esso attrae.

Popper – È stato, negli scritti e più al contato personale, il filosofo che sa di non sapere: cristallino.

Santo - È Woytiła. Per la determinazione costante , fino alla follia (dolore, malattia cronica, invalidità). Mista a scienza (accortezza, curiosità, misura). E all’innocenza di cuore.
La capacità fanciullesca di guardare la terra con curiosità, determinazione sempre rinnovata, la serenità nella tempesta, sono il capitale umano della santità, che ne fanno un’intermediazione del divino. Ma tutto sopra un tappeto di preghiera: di fede cioè, di capacità di fede..

Storia – Per Gibbon è “una serie di crimini e follie del genere umano”. Per Namier un “disordine intellettuale”.

Verità – Ce l’hanno i fior, nelle loro variazioni, complesse e semplici Ce l’hanno le farfalle e ogni altro lepidottero. Verissime sono le pietre, per il geologo e l’archeologo. Non ce l’ha il filosofo: sarà la verità della filosofia? Pensare il niente, e anche non pensare – pensare di non pensare. Non senza effetti in entrambi i casi, anche sui fiori, le farfalle e le pietre, i geologi e gli antichisti, ma allora distruttivi.
Può essere la verità filosofica (solo) distruttiva? O dev’essere dell’altro nella cultura della crisi.

zeulig@ntiit.eu

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