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mercoledì 14 dicembre 2011

Il mondo com'è - 77

astolfo

Antipolitica – È una politica. La politica dell’antipolitica è già in Salvemini, in “Cocò all’università di Napoli o la scuola della mala vita”, il saggio satirico col quale inaugurò la collaborazione a “La Voce di Papini e Prezzolini il 31 dicembre 1908 (ma i temi della satira sono già tutti nelle “Lettere meridionali” di Pasquale Villari del 1962). “L’azione politica degli spostati ha una grandissima importanza nella società moderne, perché, non avendo nulla da fare, fanno per tutto il giorno della politica: sono giornalisti, libellisti, galoppini elettorali, conferenzieri, propagandisti”. E, sempre non avendo nulla da fare, fanno subito carriera, ci tentano, atteggiandosi a “capipopolo” e “guardiani dei segreti”.
Gli “spostati”, termine che avrebbe fatto fortuna nella redazione americana, misfits, Salvemini dice “il cosiddetto proletariato dell’intelligenza”, e intende quelli che vogliono tutto subito ma non sanno che.

Confessione - C’erano quelle, innumerevoli, del comunismo, a Mosca, Praga, Varsavia, delle cistke nell’Unione Sovietica, confessioni pubbliche ma al chiuso della comunità, come quelle delle suore carmelitane, delle Brigate Rosse in Cina e altrove, oggi dei comunitari, le comunità cattoliche di base. E quelle dei pentiti, a rate, all’orecchio di un Procuratore della Repubblica. Dopo la confessione obbligatoria del Concilio Laterano II.

Femminismo – Inaridisce, nel rapporto con gli altri, specie di coppia, e con se stessi. Il riequilibrio o ha ecceduto o è stato fatto su presupposti e a fini sbagliati. La donna è più incostante (incerta) che mai specie nel rapporto di coppia - è un fatto statistico. Insofferente del coniuge, e perfino dei figli. Con un bilancio domestico che, nel consumismo, è sempre irraggiungibile (i soldi non bastano mai). Incapace infine di passioni (immaginazione), inerte allo scambio sciale e alle sollecitazioni della fantasia.
È anche un circolo vizioso: la donna del femminismo si rende la vita più infelice escludendo ogni altro, e soprattutto l’uomo – che presto diventa, anche nella migliore coppia, un fastidio.

Laicità – Salvemini ne fissa il principio, la critica di ogni preconcetto, in un saggio ancora vergine del 1907 (ora ripreso in “La sinistra e la questione meridionale”). Ricordando come il suo amato Mazzini “negava energicamente la libertà d’insegnamento”: all’intervistatore Daniel Stern (pseudonimo di Madame d’Agoûlt, che con Lizst ebbe l’amore di una vita e insieme fecero Cosima, sposa di Wagner) minacciava la destituzione, “dopo la rivoluzione”, di “tutti i professori hegeliani” (materialisti, irreligiosi) dell’università di Napoli. Il repubblicano Nasi, ministro dell’Istruzione, “fece e disfece dispoticamente”, continua Salvemini, le istituzioni scolastiche e i corsi di studio. Mentre “il signor Nathan, Gran Maestro della massoneria e alquanto mazziniano”, sindaco celebrato di Roma, impose a scuola “I doveri degli uomini” dello stesso Mazzini, “libro imbevuto di dogmatismo religioso dal principio alla fine”.

Moda – Con i personaggi della storia contemporanea, che si baciano per la pace, Benetton s’impadronisce della storia - dopo l’Aids, la miseria, l’infanzia. Dà forma al dominio totale della merce. Lo rende cioè esplicito, coni segni visibili del mondo. Rafforzato peraltro dalla tv invasiva, i nuovi media, i centri commerciali.

Occidente – Ha vissuto l’ultimo mezzo secolo, dalla decolonizzazione, all’insegna delle guerre neo coloniali. All’insegna di fini democratici e umanitari, ma mai così numerose e cruente – sono guerre aeree e non di trincea, ma i morti sono sempre tanti. In un caso, in Afghanistan, anche occidentali.
Più il bonapartismo diffuso, i golpe militari. Particolarmente incisivi e duri quelli in America Latina, Brasile, Cile e Argentina. Con l’Europa, in questo contesto, ridotta a funzioni ancillari agli Usa, chiamata a coprire le ali o le retrovie, in quanto amica, volenterosa, o Nato.

Shopping – È la funzione sociale dominante. Le vetrine, sulla strada e online, prove d’acquisto sono per i più l’occupazione, mentale e fisica, prevalente, per il tempo impiegato e l’intensità. Se non la pratica psicologica più rassicurante, quella un tempo dei libri di preghiera, le pratiche dell’amore, il tempo perso con gli amici e le amiche. Strategie, piani, calcolo colmano le attese e calmano le ansie, nel lungo tempo libero dalle occupazioni obbligate, non c’è altro spazio o progetto, solo lo shopping. Si viaggia anche per lo shopping. Si fanno vacanze per lo shopping.
I centri commerciali sono le agorà, i fori, le cattedrali della contemporaneità - anche nelle architetture: il modello più in uso ha frontoni spioventi, da chiesa.

astolfo@antiit.eu

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