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martedì 13 dicembre 2011

Bordello al Palazzo delle Vergogne

Per molti degli stessi giudici e per gli avvocati era il Palazzo delle Vergogne. Ora lo è anche per l’opinione. Dopo lo smercio, ieri, delle foto pornografiche di alcune “attricette”, ora escort. È successo al processo contro Berlusconi ma non era roba attinente al processo. Qualcuno ha approfittato della audience berlusconiana per smerciare le foto ricattatorie.
Lo stesso processo d’altra parte si dovrebbe svolgere e porte chiuse: non riguarda la violenza a una minorenne? Ma i giudici del processo hanno deciso altrimenti, a gioia dei tanti e ludibrio delle donne. Tre giudici donne: Giulia Turri, Carmen D’Elia e Orsolina De Cristofaro. Della Quarta sezione penale che Oscar Magi presiede, il giudice garante della privacy – contro la benemerita Google.
Roba da Crébillon Fils, da “secondo scaffale” dei libri proibiti. Si potrebbe dire un progresso rispetto ai giudici concussori e bari che a Milano sono diventati moralizzatori. Il processo si potrebbe prendere per un romanzetto cosiddetto francese, o di costumi, che sempre si vuole a fondo sessuale: seduzione, prostituzione, adulterio, libertinaggio. A Milano questo mancava, e le giudici hanno colmato la lacuna, andando anche oltre il “secondo scaffale”, perché Milano vuol’essere sempre prima: il tribunale hanno trasformato in un bordello. Per gente dabbene certo, morale, civile, che irride le puttane. Come in un vero bordello. Né poteva essere altrimenti, si sa che la giustizia è donna. Come le tenutarie: le ragazze vogliono essere accudite da buone madri.
Ma un problema resta: dov’è la prostituzione?

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