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mercoledì 5 novembre 2014

Secondi pensieri - 194

zeulig

Anomia – Con la comunicazione diffusa un libertinismo altrettanto diffuso si impone. Altrettanto confuso, l’autorità escludendo, così come la formazione (la storia, la logica). Ogni forma di conoscenza additando come autoritaria ed escludendo: quella d egli affetti, parentale, quella conoscitiva, della scuola, quella morale, della religione, e la legge, quella politica.
La comunicazione diffusa esclude la socievolezza e la società? Nel nome di un diffuso anarchismo. Confuso, necessariamente. Illuso.

Francesco - Fu francescana prima che gesuita, e più radicale, la svalutazione della volontà o capacità di giudizio personale - il “perinde ac cadaver”. La superbia intellettuale Francesco combatté al punto da imporre per testamento ai suoi seguaci la rinuncia alla cultura. Una forma cosciente di misticismo, e perciò molto intellettuale – filosofica, razionale: la verità e la grazia saranno preminenti sulla ragione nel raggiungimento della verità, ma non per caso o per deriva naturale, bensì per cultura e raziocinio.

Freud – Nella lettera a Romain Rolland per i suoi settant’anni si professa psicopatologo e non scienziato: “Il mio lavoro scientifico si è dato per obiettivo di elucidare i fenomeni inabituali, anormali, patologici, della vita psichica, cioè di metterli in relazione con le forse psichiche che li sottendono e di far apparire i meccanismi che vi sono attivi”. Daprima esercitandosi su se stesso, aggiunge, poi su altri, infine , “in un’estensione audace”, di farne la teoria.

Marx - Si vuole Marx economista e agitatore e non filosofo. E invece lo è, sotto forma di Heidegger, il primo marxista: i tedeschi della rivoluzione conservatrice, che Marx abominavano, se ne sono appropriati i criteri e gli obiettivi, anche se solo in funzione antiliberale. Marx fu economista fantasioso, essendo autodidatta, e politico mediocre, litigioso, invidioso. Il nodo è il corpo, la materia, il mondo. È l’estraneità dell’essere quale è, materiale, che ha nutrito la borghesia, e la chiesa oggi borghese, e le fa ipocrite, quindi stupide.
Già in questo senso il nazismo era marxista. Per essere, come si sa, biologico - materialista. Per la percezione del corpo in quanto eredità, sangue, passato che non passa, con tutto ciò che questo implica di fatale, quindi obbligato. Un Diamat ematologico. Chiunque enunci un affrancamento dalla fisicità senza coinvolgerla tradisce e abiura, è il nemico.
Lo stesso antiumanesimo che Heidegger dichiara è il Diamat. Col popolo e il popolare. L’insistenza sul völkisch, volumi di völkisch, il principio v., l’essenza v., lo spirito v., la voce v., la scuola v., la gioventù v., durante e dopo Hitler, e prima? Una riscrittura di Marx, l’“ebreo tedesco” di Bakunin -  la Prima Internazionale fu rissosa.

Nevrosi È la specializzazione scelta dal medico psichiatra Freud, che ne esce col complesso di Edipo e il romanzo familiare. Strutture psichiche che in seguito universalizza, facendone le forche caudine della psiche umana in genere. Per una nevrosi, non abbastanza curata nell’autoanalisi con cui avviò il tutto?

Opinione pubblica – Si parla di opinione pubblica in epoca borghese. Nella sua conformazione più tipica essa è legata al regime politico rappresentativo, o liberaldemocrazia. In una cultura in cui valori laici, o profani, subentrano alla sacralità del potere, e le forme del cambiamento si moltiplicano, nella tecnica, nel modo di vita, nella morale. È il polmone che articola la dialettica rappresentanti-rappresentati, modernità-passato.
Ma pur esprimendosi più ordinatamente in una fase della società e in un determinato regime politico, è sempre stata attiva nella storia. Nel corso dei secoli, prima ancora dell’epoca borghese, è stata l’unico veicolo di espressione dell’indistinto popolare. L’opinione pubblica ha quindi una s seconda connotazione, popolare, sostanzialmente diversa dalla prima, che riemerge con la cultura di massa.
A lungo articolata e espressa in ambiti ristretti, tra chi sapeva leggere, e sapeva parlare, l’opinione pubblica è divenuta di massa col suffragio universale, lo Stato sociale, l’economia dei consumi, e la pubblicità. Usata correntemente in un’accezione deteriore, come opinione non qualificata e prona a sordidi condizionamenti, l’opinione di massa mantiene tuttavia una forte valenza democratica, non solo perché influisce sulle scelte politiche e di economia di mercato  ma anche perché zavorra il soggettivismo delle élites e le sue propensioni narcisistiche. È un grande stomaco della società, che assimila lentamente i messaggi. Questa ruminazione è importante, in larga misura determinante, in un’epoca d’incertezza, quando la stessa opinione qualificata subisce impennate labili.
L’opinione di massa, d’altra parte, non è naturalmente democratica, ma si alimenta attraverso l’opinione qualificata. Se la dialettica tra giornalismo di qualità e opinione corrente è interrotta o non funziona, si pone un problema anche per la democrazia. Coinvolgendo l’opinione qualificata, però, più che quella di massa.

In epoche normali l’opinione pubblica resta il cuore “democratico” della democrazia per un’altra ragione. La tirannide democratica non viene dietro a nessun’altra per scelleratezza. Ci vuole quindi ujn antidoto all’assolutismo anche in democrazia, e questo è l’opinione pubblica: Una riflessione continua sui tempi prolificanti dell’etica, che pongono scelte sempre vischiose, se non sono ben ponderate.  Cosa a cui può servire il pro e il contro, e l’opinione dei più.

Pedagogia –Una funzione esaurita o svuotata dalla comunicazione istantanea e “totale”, invasiva. In famiglia, a scuola, e nei gruppi di eguali. La morte della pedagogia va in uno con l’anomia. Con l’abrogazione della legge, come di ogni altra indicazione o obbligo che venga da fuori, e quindi “dall’alto”.

zeulig@antiit.eu

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