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sabato 8 novembre 2014

Cooperazione corruzione

Il Kossovo come  già la Somalia. I due paesi che hanno ricevuto più aiuti dall’Italia – e probabilmente dalla comunità internazionale in termini pro capite - sono i più corrotti, malgovernati e impoveriti. Sempre in armi al loro interno, se non in dichiarate guerre tribali e criminali.
Se non avesse questo sfondo pericoloso, lo scandalo Eulex, della missione europea che avrebbe dovuto assistere la nascita del Kossovo indipendente, sarebbe da farsa. Un miliardo, tremila impiegati a tempo pieno, sette anni di lavoro, e nessun esito, o quasi. Buona parte dei fondi sono stati distratti dalle bande che controllano il paese.
A carico dell’Uck, il partito che governa il Kossovo, si è dovuto creare un tribunale internazionale per crimini di guerra. In pratiche criminose è coinvolto pure Rugova jr., il figlio del Martin Luther King locale. Che dall’ambasciata d’Italia s’è fatto dare visti a favore di terroristi, attraverso un impiegato assunto pro tempore per le pratiche consolari. L’ambasciatore firmava a occhi chiusi le pratiche del suo cococo, tanto buoni sono i kossovari.
Una parte della responsabilità di questi fallimenti è dell’Italia. Soprattutto se si pensa che per liberare il Kossovo l’Italia ha dichiarato guerra alla Serbia nel 1998, contro le regole della Costituzione, a iniziativa del pio Scalfaro e del progressista D’Alema – furono loro che s’inventarono l’altro uomo pio, Rugova padre, esibendolo per Roma. E l’ha pure combattuta, coi bombardamenti aerei. Ma il Kossovo è solo una delle tante piaghe della cooperazione internazionale..
Gli aiuti allo sviluppo s’impiantano su buoni propositi. Ma alimentano la corruzione, che della bontà dei propositi si fa schermo. La cooperazione bilaterale – il fatto è accertato dalle statistiche delle partite correnti – favorisce i paesi donatori più che i recipienti. E quella multinazionale (Onu, Ue) è inefficace se non ai fini della sopravvivenza, il primo aiuto d’emergenza. Non si costruisce sulla cooperazione.

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