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domenica 2 novembre 2014

Le banche d’affari al potere alla Bce

Senza scandalo, anzi celebrandolo, si pubblica l’asse bancario Londra-Berlino alla base degli stress test. L’asse delle banche d’affari, o della speculazione, rispetto alle banche di credito. Anche se fa dell’Europa il centro della speculazione finanziaria, e ne mette a rischio presente e futuro: business is business, e non c’è altro verbo.
Il quadro si delinea anzi ogni giorno con presunzione. Mancano le rivendicazioni di correità, delle autorità bancarie centrali, a cominciare dalla Banca centrale europea. Ma è probabile non ci verranno risparmiate, neanche esse – un Draghi si accontenterà di fare il presidente della Bce, non vorrà la Goldmann Sachs, o la Deutsche Bank?
Si susseguono le scoperte – ma forse sono esibizioni – delle finalità speculative degli stress test. Degli scenari apocalittici su cui sono stati confrontati gli asset delle banche italiane, e di quelli estremamente positivi proposti alle banche francesi o spagnole. Della capitalizzazione – in cui eccellono le banche italiane – tenuta in nessun conto. E della penalizzazione imposta alle banche esposte sul credito, alle imprese e alla famiglie. A fronte del privilegio accordato alle banche impegnate sui futures e i derivati, sulla speculazione, alle quali semplicemente non si richiede capitalizzazione: il rapporto rischi attivi, risk weighetd assets, semplicemente è reputato quasi inesistente, rispetto ai crediti insoluti o insolubili.
Com’è possibile? Questo è la funzione e l’abilità specifica di Draghi. L’effetto è che Deutsche Bank, esposta sui mercati speculativi per poco meno del pil italiano, è di gran lunga più affidabile di Banca Intesa, la migliore banca italiana, che fa quasi esclusivamente credito.

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