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mercoledì 16 novembre 2016

Secondi pensieri - 285

zeulig

Camus – La “filosofia della rinuncia” è più o meno etica? Discolperebbe l’insuccesso, e la viltà. Ma il lato socratico è indefettibile, che il sapere decide il fare, e quindi anche il non volere.
È del resto vero che ognuno si determina – vuole - per ciò che sa – tra il reale e l’ideale c’è un abisso, e dunque con un’etica astratta.
La vita, se non l’arte, è un progetto, ogni particolare vi confluìsce. È la Venere di Cranach il Vecchio, che non è vera ma è un bel progetto. Un progetto è sempre bello. Poi magari uno viene  condannato alla cicuta. Dai suoi, del suo partito. Ma sono due cose diverse. Se i democratici di Atene avessero saputo quello che sapeva Socrate non l’avrebbero ucciso, il killer è analfabeta.

Dandysmo  – È la mimesi di Girard, desiderio di ciò che l’altro ha o è – una forma di gelosia. Così sarà nella tradizione filologica, dell’applicazione e delle metodologie.
Ma la mimesi si può vivere diminutiva, quella del mimo e dell’azione teatrale: una riduzione dell’io e la disponibilità a entrare negli altri. Senza altruismo, la voglia fastidiosa di sacrificio: per natura (complessione) o modo d’essere. È in questa disposizione il dandysmo, nel dono fisiologico del gaudium, o laetitia, di cui in Seneca, il piacere che nasce da noi stessi in noi stessi, in opposizione alla voluptas, il piacere che viene da altri – un “milidandysmo”.

Digitazione – Nell’attesa, al bancomat, alla posta, alla biglietteria, alla stazione, in aeroporto, tutti digitiamo. Anche nei viaggi, in treno, in aereo, per quanto lunghi, e perfino camminando, anche se non si aspetti nulla. Non leggiamo, non conversiamo, non guardiamo curiosi, non guardiamo il nulla: digitiamo curvi sul cellulare – con qualche interruzione per dialoghi a distanza, sempre al cellulare. È chiaro che la comunicazione è digitale. Come anche, alla seconda generazione, la formazione.
Anche la conversazione si preferisce al telefono. Ma di preferenza, seppure faticosa, su Whatsapp. Come interlocuzione, con ritrattazione ampiamente possibile – come rinvio, e non coinvolgimento.
In quanto spettacolo il fenomeno non è grato. Appesantito dal concomitante grigiore delle apparenze, abbigliamento, sui toni del grigio e del nero, la stessa pelle si vuole coperta di tatuaggi, e delle forme, accuratamente trasandate, e più spesso sporche – la mancanza di cura, da cura diventa abitudine e abito. Se l’estetica ha un fondo di verità, la verità contemporanea è grigia e gretta.

La digitazione non accelera ma rallenta. I tempi di attesa si moltiplicano invece di ridursi. Effetto dell’attenzione diminuita – ossia accentrata sul cellulare, sul “non qui non ora”, e quindi indisponibile. Il tempo, bene immateriale, si spreca. Senza colpa né sensi di colpa.

Malgrado il monopolismo digitale, la vendita\acquisto di libri è in aumento: il tempo libero cresce in parallelo col tempo sprecato (l’attesa)? Forse a spese del tempo famigliare o degli affetti – posto che il tempo di lavoro resta obbligato, al cronometro marcatempo (o, se ridotto contrattualmente, si amplia col pendolarismo).
Si è dilatato il tempo libero? O l’attenzione? Più informazione più curiosità, la conoscenza si autoalimenta.

Guerra civile – Non ritorna con Trump, dopo tante manifestazioni recenti, ed è strano. La sua elezione ha innescato manifestazioni di protesta, anche nutrite e radicali. Ma il concetto non è stato evocato, né quello connesso di resistenza. Neppure nella forma della disobbedienza civile, che fu forte negli Usa negli anni1960 e portò alla riflessione più celebre di Hannah Arendt. Il test è insidioso, è pur l’esito di un voto popolare che si contesta, senza peraltro metterne in dubbio l’autenticità. Quindi libero - di esso non si dice nemmeno che possa essere stato manipolato dalla propaganda, o che alcune frange dell’elettorato possano essere state plagiate in qualche modo. Si attua la protesta come per scarico di coscienza, e si mette agli atti.
La guerra civile di cui si è pensato e scritto molto in questi anni è in realtà una forma di guerra “classica”, contro cioè un nemico esterno. L’islam che si rivolta, in Europa (Londra, Bruxelles, la Francia tutta) e negli Usa, alla seconda o terza generazione, in teoria quindi assimilato, è in realtà un nemico esterno. Si vuole tale, è percepito tale.

Lettura - Presuppone il saper leggere, come apprendere presuppone il voler imparare: non sono funzioni passive – “I libri istruiscono soltanto coloro che già sanno” sono parole famose di Paul-Louis  Courier morente, uno che per ridere leggeva Plutarco (“le vite sono romanzi comici”).

Populismo – Tra popolo e populismo solo una paretimologia? Come tra lima e limone, tinca e tincone, pontefice e ponte, e tra pira, piramide e piramidone?

Sapere - Pone Kant l’illuminismo sotto la divisa “sapere aude”, san Paolo sotto il precettto “noli alterum sapere, sed time”, non indagare, porta rispetto. Il sapiente potrebbe essere  quello che mangia il gelato perché gli piace la cialda – l’esercizio della curiosità.

Sherlock Holmes – Ma è un filosofo. Il Metodo Sherlock Holmes è l’attenzione per le piccole cose, la Cura filosofica.

Storia – È in rapporto al punto di vista – esigenze, pregiudizio, ideologia. Non c’è storia, per quanto monumentale, catastrofica, ineliminabile, che s’imponga se non è recepita - secondo i canoni del recettore, i suoi criteri di giudizio e le sue esigenze.

La storicità è tolleranza, sia pure senza indulgenza, come Goethe voleva.
È la “currendi libido” dei fanciulli, o morbo “pestiferae navigationis”. Irrequieta e incostante. Rivoltosa perciò, ma in spirito accomodante: non sa dire di no, sopporta.
È stata, fino a non molti anni fa, quella di Cornelia madre dei Gracchi che diceva “i miei gioielli” i figli ribelli, nel quadro del fascismo e non del Sessantotto.

Veder dire - L’interrogatorio dei giurati nella procedura americana, da parte del giudice ma anche della difesa, per appurarne l’equanimità, senza pregiudizio (un giudizio preconcetto), si chiama voir dire. La formula avrà una sua origine specifica, tra i coloni o cacciatori francesi d’America, ma una persona si capisce vedendola parlare?

zeulig@antiit.eu 

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