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martedì 15 novembre 2016

Recessione - 57

La produzione si riprende nel terzo trimestre, crescendo di uno 0,3 per cento, rispetto ala stagnazione del secondo trimestre. Ma la crescita è dovuta alle vendite automotive (Fca). Senza beneficio per l’occupazione e il reddito.

L’economia resta in deflazione: i pressi arretrano ancora. Di poco, dello 0,2 per cento a ottobre, ma su una linea di tendenza costante: la domanda è debole, l’offerta si fragilizza.

Il debito pubblico diminuisce a settembre, di 12 miliardi, rispetto a agosto. Ma per effetto  di una riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a 25,3 miliardi) – e in piccola parte (1,9 miliardi) della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione, e\o per effetto della rivalutazione dell’euro. Una partita di giro.
La spesa pubblica è in realtà aumentata di 15,2 miliardi. Questa maggiore spesa, più i “risparmi” di 12 miliardi, in totale 27,2 miliardi, si compensano con la ridotta liquidità del Tesoro e la rivalutazione dello stock dei titoli di debito.
Il debito pubblico è comunque incrementato quest’anno di 40 miliardi - di 65 senza la riduzione “cosmetica” della liquidità del Tesoro.

Lo “spread”, il differenziale d’interesse dei Btp sui titoli tedeschi, è salito dall’1 all’1,8 per cento in poche settimane, quasi raddoppiato. Ed è atteso al 3 per cento dopo il referendum del 4 dicembre, e la prevista vittoria del No alle riforme.
Su uno stock del debito di 2.250 miliardi, un punto in più equivale a una spesa suppletiva per interessi di poco meno di 25 miliardi.

In Germania come negli Usa la disoccupazione si riduce a livelli “fisiologici” per il gran numero di “scoraggiati” (soprattutto donne) che abbandonano il mercato del lavoro, e per il gran numero di mini-job, lavoro solo per poche ore al mese.

Negli Usa 48 milioni di persone, su 320, si nutrono grazie alla social card - ai buoni governativi. 

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