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mercoledì 5 aprile 2017

L’insostenibile leggerezza del sapere

Un ritorno? Il terzo postumo di un autore semplice ma evidentemente sostanzioso, dopo l’eclisse che lo ha accompagnato a lungo, negli ultimi anni di vita e successivamente, “uno dei rari grandi scrittori italiani” del Novecento per il suo editore Calasso – che non manca di rilevarne le doti riconosciute: l’ “intelligenza”, la “stupefacente mobilità di spirito”, la versatilità, su fondo comico.
Duecento voci, da “Abatino” a “Zoografia”, di vario genere, personalità, località, cose, di grande discorsività, e di peculiare interesse, ognuna per un suo verso, compongono la raccolta, cui Savinio lavorò negli anni 1940, pubblicata postuma dagli eredi nel 1977, venticinque anni dopo la morte. Alcune lapalissiane – per questo trascurate? Della Grecia che ha creato dei miti, mentre altri miti si sono creati attorno alla Grecia. Della bigotteria democratica di Atene, arrivata tardi alla filosofia, che sempre osteggiò. Le tre qualità, per gli antichi, di Omero, grande poeta di città: l’eufonia, la safeneia, luce grande e viva su tutte le parti dell’opera, e l’asteiòtes, l’urbanità (“il gusto, l’eleganza e la finezza, il movimento e la varietà, il sorriso cittadino” – un altro Omero). Due cancellieri in Inghilterra per due utopie, durevoli, Tommaso Moro a Francesco Bacone. L’avarizia come principio dell’aristocrazia. Baudelaire come Copernico e Darwin della poesia, avendo anche lui “ucciso un dio”: prima “la poesia operava con mani pulite”, poi se le è sporcate. Il marxismo come forma del “torbido pitagorismo”. E molta Europa: “L’Europa è ormai più fuori dell’Europa che dentro l’Europa”
Molte agudezas, ma mai gratuite. Schopenhauer amava soprattutto Rossini. Le tarde “Argonautiche” di Apollonio Rodio sono “poesia avventurosa e divertente come uno spettacolo del Teatro dei Pupi”. O l’incredibile, breve ma non riassumibile,  analisi tonico-verbale delle lingue e parlate inglese, francese e italiano, correlata alla  musica e al senso – chi è romantico e chi no, e cosa è romantico.
Altre voci, altrettanto attraenti, sono problematiche. L’amore è “intransitivo” – è inutile spiegare come. Il verso è imperativo, non adattabile. I poeti apollinei sono fatui: Byron, Shelley – e Puškin? Nietzsche è apollneo nel senso di isterico. Nietzsche è un lirico,. Flaubert un fotografo di paese. L’Europa è la tomba di Dio, Dio è asiatico - è tirannia. Il pensiero europeo è “superlativamente grafico”. “Condizione ottima dello spirito europeo è il dilettantismo”. Solo l’Europa non ha bisogno di Dio o della guerra.
Lo scrittore, musicista e artista delle leggerezza e della “superficie”, contro il “profondismo” e il “dolorismo”, conduce in realtà per molti labirinti, seppure con soavità, come se le parole nascessero spontanee. 
Alberto Savinio, Nuova Enciclopedia, Adelphi, pp. 401, ill., € 15

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