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mercoledì 22 agosto 2018

Secondi pensieri - 357

zeulig

Anticristo – È figura pratica, più che retorica (emblematica).

Va bene la morte di Dio, che fonda il cristianesimo, ma il papa esagera – l’infallibilità gli ha fatto male, ha da allora la tendenza, coi preti, a perdere la fede: ovunque la religione si glorifica, nell’islam, in India, in Africa tra i pagani, perfino negli Usa e nell’Urss, meno che a Roma.
Campanella dà all’Anticristo l’agilità del leopardo, i tratti del leone, le zampe dell’orso: rapido, furbo, feroce. E questo non può dirsi di un papa, che ha i suoi anni e il decoro del ruolo. Ma non è detto che l’Anticristo debba avere i piedi nell’Artico e la testa nel tropico.

Dissociazione - In dottrina il gioco, non solo letterario, delle personalità multiple è sintomo di disturbi mentali e prodromo di morte. È il caso di grandi artisti, Hölderlin, Schumann, Jean Paul. Tutti tedeschi, è vero. È del resto vero che tutti si muore. Che Hölderlin ha avuto felice e lunga pazzia. E che non sono impazziti i molteplici Pessoa o Kierkegaard. Ma è certo che il gusto di nascondersi rientra nel fenomeno delle personalità multiple, attualmente collocato al capitolo dei disturbi associativi, che ricomprende la vecchia categoria dei fenomeni isterici.
È un capitolo vago, toccando la dissociazione, nozione tra le più indefinite della psicopatologia. Forse perché etichetta malattie diverse, per causa e natura se non per manifestazione.
Un secolo e mezzo, quasi, fa lo scienziato Guido Morselli già intuiva questa ambiguità di fondo. Né se ne sostiene più l’apparentamento alla schizofrenia del dottor Bleuler, la vecchia dementia praecox: non vi può essere sdoppiamento della personalità se non v’è più una personalità. Si sono così elaborate la nozione anglofona di splitting e quella francofona di dédoublement, in opposizione alla Spaltung di area mitteleuropea e germanica. Questa essendo propriamente la frammentazione dell’Io in direzione della schizofrenia, quelle la segregazione di spicchi o grumi della personalità, labile, mobile  A opera della stessa personalità, per una deformazione che può avere, oppure no, derive compulsive, psicotiche.
Può rientrare fra i disturbi della personalità, l’inverso dell’istrionismo, ed è più spesso l’effetto di una patologia sociale o storica. Il sospetto, strumento di verità, si trasforma in un’ontologia conchiusa, la psicosi del complotto. Per cui un Hitler, per fare un esempio, fenomeno dichiarato e manifesto, viene avvolto di segreto, e ogni evento della vita quotidiana diventa assimilabile a Hitler. La vita, che si manifesta essendo, diventa un non luogo e un non ente.

Fede – È il metro della certezza. Senza, è un pantano morto, la vita come routine, ananke.

Morte – È l’unica certezza. Che però le toglie significato (valore). Si può vederla come il personaggio di “Ubik”, la fantascienza di Philip K. Dick, che comunica con la giovane moglie ibernata negli ultimi istanti di vita: “Poteva parlarle e ascoltare le sue risposte, poteva comunicare con lei”, ma lei giace sempre immobile: “Ne vale la pena, si chiese? È meglio della morte vecchio stampo, la strada diretta dalla vita-vita alla morte? Lei è ancora in me, in un certo senso, decise. L’alternativa è il nulla”.

È infettiva. Chi se ne va si porta via un pezzo, una voglia, un impegno.
Nazioni – Si dicono in difficoltà, per il populismo, l’America First, le autorità sovrastuali. Ma che succede può averlo detto Wittgenstein nelle “Lezioni sulla libertà del volere”: “È molto più facile fare predizioni a partire da stati di cose economici che dallo stato mentale di una nazione”. Per cui “si dice: «Un’ondata d’entusiasmo religioso attraversò l’Europa», mentre questa è solo una metafora. E: «Le Crociate ebbero origine dallo spirito della Cavalleria». Oppure si può pensare a ciò che accade ai giorni nostri”, 1939.
Che significa il contrario di ciò che sembra: l’entusiasmo e lo spirito della Cavalleria ci sono, senza alcuna “spiegazione economica degli stati di cose storici”. O oggi il popolo bestia sovrano.

Populismo - Ci si può credere Dio, perché no, che sempre è consolatore, e vendicatore. Ma Dio soprattutto è regolatore, anche lui, si pone dei limiti. In quanto Dio della Legge, e uomo di mondo.

Pornografia – Esclude o disinnesca l’erotismo – è antierotica. Come funzione e negli effetti. Oggi che è libera se ne possono misurare gli effetti nella vita di ogni giorno, che tende a escludere la sfera affettivaantiit.eu. Nei rapporti tradizionali tra i generi e negli stessi rapporti intergeneri malgrado al novità – la pornografia induce subito stanchezza.
È un effetto già provato, nell’amore libero. E accompagna la digitalizzazione del contatto: non c’è più freddo, meno erotico, del sexting, lo scambio di testi e immagini sessuali espliciti via internet. O della “nuova frontiera dell’arte” che consiste di accoppiamenti vari: la loro funzione è riduttiva e repulsiva, a partire dalla banalizzazione del voyeurismo.  

Stato - “Lo Stato moderno ha un padre e una madre. La madre è la rivoluzione, il padre è il cesarismo» - Jakob Burkhardt.

Suicidio – Kant, che non se lo spiega, lo vuole un omicidio. Con aggravanti. Sul presupposto che Per Kant “la forza umana che non teme la morte è una ragione di più per non abbattere un essere dotato d’una potenza così grande”.
Una sorta di condanna a morte resterebbe allora da ipotizzare, della cui esecuzione il giudice incaricasse il condannato.  

zeulig@antiit.cu

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