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venerdì 24 agosto 2018

Pene d'amore in villeggiatura


“La donna delle nostre latitudini è spietata con l’uomo ingannato”. O anche: “L’uomo troppo assorbito dalle donne riceve da loro, un giorno, la sua punizione”. Ma non un racconto misogino, non dalla parte dell’uomo – Colette, che è il femminismo fatto persona, è equanime.
Una villeggiatura estiva, come usava. In una stazione termale. Con conversazioni e conoscenze tra vicini di tavolo e\o di camera. Un apologo sulle vite di coppia: quella borghese assortita, lei monogama lui farfallone, la demi-mondaine col prestante gigolò, e Colette con la sua gatta senza nome, tanto è un’altra lei stessa, in simbiosi. Tra adolescenti accaldate che “assaltano” i gentiluomini, “un giovane padre di famiglia, uno scapolo elegante e maturo, un attore cinquantenne venuto a curare la voce”, scusandosi  “con aria da falsa ingenua”.
Un racconto molto ritmato, sul nulla si può dire. Di scrittura semplice, tutta cose – quella che sarà di Soldati: come di reportage. E curiosamente sentenziosa, seppure di saggezza lieve, boulevardière, come se Colette sentisse gli anni. “Una donna fa presto a mettere sul conto dell’imbecillità i segni dell’indifferenza”. “Cominciate a spiare il vostro vicino,  ciò  basterà a trasformarlo in criminale”. “Una totale assenza di umorismo rende impossibile la vita”.”L’abuso del dolore sentimentale rasenta l’indiscrezione”.
Un racconto del 1939, pubblicato nel 1940. I drammi non sono mai totalitari, la guerra perduta, con disonore,  l’occupazione.   
Colette, Camera d’albergo, Passigli, p. 101 € 8,50
I libri del Sole 24 Ore, pp. 70 € 0,50

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