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domenica 5 gennaio 2025

Ombre - 753

Ciampino-Palm Beach (Mar-a-Lago), dodici- tredici ore di volo, all’andata, e altrettante al ritorno, con due violenti jet lag, intervallati da una sosta di sole tre ore, compresi i trasferimenti dall’aeroporto a Mar-a-Lago, per conferire col prossimo presidente degli Stati Uniti e un paio di suoi ministri, degli Esteri e della Sicurezza, nonché vedere un film documentario sulle “persecuzioni” subite da un avvocato di Trump, decisamente Meloni ha una marcia in più. Non libererà Cecilia Sala, gli ayatollah sono gesuiti al cubo (e più benvoluti dal loro dio), ma è come se.
 
Volare da Trump in condizioni eccezionali di disagio a soli sei giorni dall’accoglienza promessa, a Roma, del presidente uscente Biden in visita di congedo deve far presumere anche un capolavoro di diplomazia. Difficilmente sostenibile un rapporto così ambivalente.
 
“Decine di morti in 24 ore a Gaza, dagli Usa 8 miliardi di dollari in armi a Israele” (“Il Sole 24 Ore”) – otto miliardi di vendite di armi. Ma c’è spazio solo per criticare il papa che critica Netanyahu.
Gli 8 miliardi sono solo l’ultimo di molti contratti di vendita di armi del buon credente Biden, a Israele e all’Ucraina.
 
Al 30 settembre, calcola la Federal Reserve, la banca centrale americana, lo 0,1 per cento più ricco della popolazione Usa possedeva un quarto, il 23,6 per cento, di tutti i fondi, le obbligazioni e le azioni sul mercato. E l’1 per cento possedeva in titoli azionari 23.270 miliardi di dollari, che erano quanto posse deva in azioni il restante 99 per cento della popolazione. Due cifre che sono più di un trattato socio-economico
Resta da spiegare come funziona la democrazia con la concentrazione della ricchezza.
 
Molte paginate sui rincari del gas. Con spiegazioni di tutti i tipi. Senza dire l’essenziale: che i rincari - del 2, o 5, o 7 per cento, non si sa - riguardano della costosissima bolletta solo la voce “materia energia”, il 5, massimo 10, per cento del totale. Che la bolletta è tutta tasse. Che vanno sotto due voci false: “oneri di sistema” (contributi a fondo perduto al business delle “fonti alternative”, dall’Enel ai piccoli mangioni locali delle pale eoliche) e “reti di trasporto” (fili della luce e gasdotti, vecchi di mezzo secolo e più). Con in più, ridicolo, la “lettura del contatore”, che si fa in automatico – costa quasi più della “materia energia”.
 
Scandalo perché l’uomo forte della Siria Al Jolani, barbuto jihadista in impeccabile completo grigio, dà la mano al ministro degli Esteri francese Barrot, che è un uomo, e si limita a un inchino, destra sul cuore, col ministro tedesco Baerbock, che è una donna. È prassi nel mondo islamico, le donne, anche in famiglia, si esimono da baci e abbracci. Ma non è questo il punto, l’ignoranza. È che nessuno dice niente su Baerbock in jeans frusti, girovita debordante da ex ragazza, e clarks d’annata.
 
I ministri degli Esteri francese e tedesco vanno in ricognizione a Damasco, un primo segno di attenzione dell’Unione Europea al nuovo regime, senza nemmeno informare il cosiddetto ministro degli Esteri della Commissione di Bruxelles (Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di sicurezza, nel gergo unitario), che è la ex premier estone Kaja Kallas. Una bella Unione.
 
Il giudice di New York che ha fatto rinviare a giudizio da una giuria Trump con 34 capi d’accusa per aver ceduto al ricatto di una pornostar, non ha pronta la condanna – non sa come redigerla – ma non vuole perdersi l’occasione di entrare nella storia. E annuncia che la sentenza ci sarà prima dell’insediamento – dopo non gli è più concesso. Senza scandalo: nessuno che dica che questo giudice è stato messo al suo posto dal partito Democratico, per il quale ha sempre lavorato, lui e la sua famiglia. Gli Stati Uniti sono un altro mondo.
 
Fa senso Trump chiamato tycoon nel telegiornale di Canale 5, il tg di Berlusconi. Una presa di distanza ex post dalla “discesa in campo”? Un risentimento o disprezzo velato verso una lunga stagione di militanza politica obbligata – ora fanno trent’anni?
 
Nella Supercoppa circense d’Arabia un fatto strano emerge netto: un club, la Juventus di John Elkann, ha licenziato con laute buonuscite allenatore e portiere fino ad allora essenziali, e ha lasciato libero un altro calciatore essenziale di accasarsi altrove, senza indennità di trasferimento, per spendere 150 milioni, almeno, in sostituti di poca salute e/omediocri, gravandosi per di più di un monte ingaggi quasi duplicato. All’insegna del risparmio – e del miglior gioco, che latita. Incapacità non può essere.  
 
Annunci negli ospedali, in bacheca come gli avvisi sindacali, di avvocati a percentuale (per lo più avvocate), che promettono tesori a chi denuncia i medici. Senza costi: la parcella sarà saldata a percentuale del devoluto quado i “danni” saranno stati liquidati. Ha dilagato presto la pratica americana degli avvocati contingency. Prevalentemente contro ospedali e assicurazioni. In forma di ricatto: si propone, e per lo più si ottiene, un “patteggiamento”, per limitare il danno d’immagine e le seccature di anni di processi. Gli avvocati a percentuale non sono giudici, ma ne sono l’altra faccia, la più vera per essere dichiarata, della giustizia – in America è così.
 
C’è però una differenza, nella pratica italica del contingency lawyer, che il cliente paga l’avvocato, orari, spese legali, eccetera, prima di sapere se ha avviato l’azione legale su presupposti solidi. Il contingency lawyer americano analizzerà il caso, avvierà la procedura, e provvederà alle spese legali a suo carico, rifacendosi successivamente, solo se l’azione ha avuto successo. Mentre l’onorevole professionista italico-a si farà prima pagare – come quando uno va dal medico, e paga centinaia di euro prima di sapere se lo guarirà, o almeno lo curerà. L’Italia? Il migliore dei mondi possibili.
 
La notte di Natale la veglia a Tel Aviv dei familiari degli ostaggi israeliani è impedita dalla polizia. È andata meglio che in altre occasioni, quando alcuni familiari sono stati arrestati. Ma è una non notizia, in mezzo alle tante con cui si riempiono le pagine vuote per Natale.

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