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Giufà, l'avatar della stupidità
Un quieto long-seller,
tranquillo, seppure avanzi in punta piedi, alla quinta edizione in venti anni
(ma era già uscito nel 1991 negli Oscar Mondadori, con gli stessi contenuti, col titolo “Giufà. Il furbo, lo
siocco, il saggio”). Con la prefazione di Sciascia, uno dei suoi ultimi
scritti, se non l’ultimo. E con un lungo saggio, di sempre sorprendente acribia,
della curatrice, con una voluminosa bibliografia – si arriva ad Antonino
Buttitta, e al buddismo.
Sono storie brevi
e brevissime, leggere, di scemenze e “intelligenze” – le furbizie della storia. Una parte di storie siciliane, una di storie arabe, e una di storie turche. Non dissimili nei diversi filoni. Dello stolto che ha ragione - che ovunque le busca o è irriso, ma il caso gli
fa prendere la rivincita.
Sciascia ne fa un
modo di raccontare, delle “narratrici del vicinato”, quando ancora c’era
il vicinato, la vita di paese, ancora nella sua infanzia, che intrattenevano i bambini
per indurli al sonno, o nelle lunghe serate estive tenerli buoni. Elevandole al
“blasone popolare” delle vecchie discipline delle tradizioni popolari.
Corrao ne rintraccia
una per una le innumerevoli ramificazioni. Nel mondo arabo in specie, da colta
arabista, e nel resto del Mediterraneo. Rilevando “un’incredibile somiglianza
tra il nostro buffone e alcuni trickster che parodiano riti sciamanici”.
Il che forse è un po’ impegnativo – almeno a scorrere le facezia qui raccolte. Né
persuade l’innocente “di intelligenza astuta, la métis” degli antichi greci,
l’astuzia e l’inganno contro la prepotenza. Giufà non è piuttosto un avatar
della stoltezza, sul quale cioè si scarica la stoltezza umana – non ce ne sarà
mai uno sciocco come Giufà?
Tra le sorprese della
curatrice, oltre le fonti arabe, comprese nei secoli scorsi notevoli “controversie” letterarie sul
personaggio, la ripresa di Giufà, delle sue storie, nel “canone” italiano: “Alcune
storie arabe di Ğuhâ ritornano attribuite a Chichibio nel ‘Decamerone’ (1353),
a ‘Bertoldino’ nell’omonima opera di G.G.Croce (1608), a ‘Cacasenno’ in quella
di A.Banchieri (1634), e a Vardiello nel ‘Pentamerone di G. B. Basile (1636)” –
nonché a Grazia Deledda, sciasciana “narratrice di vicinato”, in “Giaffà”, racconto
per bambini.
Francesca Maria
Corrao (a cura di), Le storie di Giufà, Sellerio, pp.
191 € 14
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