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martedì 18 gennaio 2011

Il primo romanzo (segreto) gay

Edizione incredibilmente datata, pur essendo del 1989 – veramente il Muro è caduto. Peraltro di una falsa redazione del racconto: il vero “Olivier ou le Secret” è stato pubblicato solo tre anni fa da Marie-Bénédicte Diethelm, nella collezione francese Folio di Gallimard. Questa è dunque la contraffazione di Henri de Latouche. Che non è pseudonimo di Mme de Duras, come si lascia intendere (la duchessa sconfessò con un inconsueto comunicato la pubblicazione), ma un letterato minore, amico di molti letterati maggiori e direttore dal 1830 del “Figaro”, col gusto delle impertinenze contro i confratelli. E la duchessa de Duras era all’epoca una delle letterate più famose, anche se più per il suo salotto che per le opere, poche e inedite.
Il racconto è presentato come cosuccia “settecentesca”, di quelle che si reggono per le annotazioni della curatela. In questa edizione Sellerio svolta da Daria Galateria, con ruoli brillanti a parte, le sorelle Mancini, Caylus, Madame, la Reggenza. E, sempre in questa edizione, per il risvolto ricavato dalle “Lezioni su Stendhal” di Tomasi di Lampedusa. Che ricorda lo “scandaletto” grazie al quale “il romanzo ebbe grande voga”. Lo comprò anche Stendhal, spiega il principe, che in dodici giorni lo riscrisse, intitolandolo “Olivier”, dal nome del protagonista del “Segreto” – titolo poi cambiato dall’editore in “Armance”, mentre il nome del protagonista diventa Octave.
È invece qualcosa di più. È il racconto sul matrimonio che non s’ha da fare per l’impotenza di lui, che sarebbe l’omosessualità. Il primo di un congruo filone. D’impianto si direbbe postmoderno: una storia che crea il mistero invece di scioglierlo. Con tecnica appropriata: attorno a un grumo che è un buco si creano torno torno figure, enigmi, aneddoti, passioni, delitti, timori, senza svelare alla fine l’arcano. A opera di una scrittrice molto colta, versata in latino, italiano e inglese, apprezzata dai contemporanei per l’esprit. Stendhal ebbe per Mme de Duras costante ammirazione. “I romanzi di Mme de Duras sono costellati di osservazioni che, per la finezza, non disonorerebbero La Bruyère”, scrisse alla morte della duchessa nel 1827 sul “New Monthly Magazine”. Di “Olivier o il segreto” sapeva da tempo, ben prima della contraffazione, e ne scrisse nel 1824 nelle sue cronache “Parigi-Londra” a più riprese – la duchessa aveva letto il racconto a Chateaubriabnd e altri frequentatori del suo salotto.
In chiave di pettegolezzo, manca a questa edizione l’aneddoto più piccante: Olivier è Astolphe de Custine. Il futuro autore di “Viaggio in Russia”, che per molti aspetti è l’equivalente del “Viaggio in America” di Tocqueville, doveva sposare Clara, figlia di Mme de Duras, ma tre giorni prima delle nozze siritirò. Si assoggetterà infine a uno dei matrimoni preparati dalla madre, la bella, colta, intelligente, vigorosa Delphine, la Delphine dell’omonimo romanzo di Mme de Staël, sua grande amica, amante di Chateaubriand. Ne avrà anche, dopo i giusti mesi, un figlio. Ma proprio mentre festeggiava a Londra con l’amante, Édouard de Sainte-Barbe. Qualche mese dopo si farà trovare a Parigi con un soldato, i cui commilitoni lo maltrattarono ed esposero al pubblico ludibrio (Heine lo dirà “un mezzo-uomo di lettere”). È il novembre 1824: Latouche lavora veloce e tredici mesi più tardi pubblica il suo “Secreto”.
Madame de Duras, Il segreto

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