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mercoledì 19 gennaio 2011

L’Asia è americanizzata

Dopo il secolo dell’interdipendenza con l’Europa, che ha fato grande l’impero americano, viene quello dell’interdipendenza con l’Asia. Le radici sono già antiche e consolidate. Fu la grande trovata di Nixon e Kissinger negli anni Settanta, la stretta associazione dell’Asia, come dell’Europa, dentro l’America, dapprima il Giappone successivamente le Tigri asiatiche e la Cina. Ciò attraverso la “semplice” svalutazione del dollaro: gli Usa governano non più attraverso la forza (missili, multinazionali, banche), ma attraverso un coinvolgimento degli interessi delle potenze asiatiche dentro gli stessi Usa.
La trovata di Nixon e Kissinger fu semplice, rapida e geniale, aprire alla Cina e convitare il Giappone (Andreotti testimonia, in un Bloc-Notes del 16\21 aprile 1989, la rubrica che allora teneva per l’“Europeo”, che nel 1973 si recò in visita a Tokyo su indicazione di Nixon): è la vera multipolarità presagita da Kissinger, il mondo dentro la pax americana, si chiami pure ora globalizzazione. Si dice che il Giappone prima e ora la Cina comprino l’America, ma è vero il contrario – si sa già del Giappone, si saprà della Cina: l’Asia lavora, esporta, investe secondo i criteri e gli orientamenti americani (liberismo, innovazione), come al modello americano adatta gli stili di vita e, a suo modo, l’informazione e i diritti. La maggiore novità dell’ultimo Novecento e di questo primo Millennio sarà stata promossa dalla politica conservatrice.

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