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giovedì 31 dicembre 2015

Il mondo com'è (244)

astolfo

Eurasia – La Banca per gli investimenti in infrastrutture asiatica. Biia, ha aperto a Pechino, in Financial Street, a Natale. Il progetto russo-cinese di Eurasia prende corpo. In due anni da la lancio della banca, la Biia ha raccolto l’adesione di 57 paesi, tra essi l’Italia. In primavera sarà operativa e a fine 2016 potrebbe aver finanziato progetti già in attesa per 15 miliardi di dollari.
La Cna ha sottoscritto il 30 per cento del capitale e si assumerà la gestione della Biia. L’India ha l’8 percento, la Russia il 6. Gli altri 54 paesi hanno quote tra lo 0,5 e il 3 per cento (l’Italia sottoscrive per il 2,6). La Biia è parte del progetto che in Cina prende il nome di “Una cintura, una strada”, e si riallaccia all’antica via della Seta, il collegamento terrestre fra l’Europa e il Pacifico. L’intento è di collegare la Cina all’Europa attraverso una rete nuova di comunicazioni terrestri, in aggiunta a quella marittima e a quella aerea. La Biia finanzierà soprattutto autostrade, ferrovie veloci, telecomunicazioni, parchi industriali, fino alla Russia attraverso il Kazakistan.

Guerre civili - Mille anni fa si consumava una storia a più scomparti che sembra una proiezione all’indietro dell’attualità: una guerra “mediorientale” spietata, una Macedonia poco greca, l’Ucraina convertita, un tentativo tedesco fallito di unificare l’Europa, la renovatio vaticana.
Il 4 ottobre 1014 Basilio II, l’imperatore più longevo della storia di Bisanzio (governò cinquant’anni), sconfisse i bulgari della Macedonia greca. Ne era stato sconfitto vent’anni prima - il Nord dell’attuale Grecia, di cui Atene rivendica la privativa, anche del nome, nella contesa con la Macedonia indipendente, era allora relativamente antigreco. Quando riuscì infine a sconfiggerli, con l’aiuto risolutivo di cinquemila guerrieri variaghi del re ucraino Vladimiro, fu cattivissimo. Fece accecare tutti i 14 mila bulgari (macedoni) prigionieri, e li mandò in colonna, a centurie, ognuna condotta da un prigioniero cui aveva fatto cavare un solo occhio, al loro re Samuele, che intanto era riparato in una fortezza sui laghi Prespa. La visione dei ciechi in colonna portò a morte Samuele, impazzito, due giorni dopo.
Tra le due guerre bulgare, Basilio dovette fare campagna a Est, per prevenire la capitolazione delle province orientali – oggi turche - nelle mani degli insorti e invasori mussulmani dalla Siria. Sconfitti i bizantini a Oronte, i Fatimidi assediavano Aleppo. Basilio II li sconfisse a sua volta, e riuscì a liberare Aleppo – che sarà poi islamizzata, ora è in Siria, come tutta la Grecia asiatica.
Vladimiro, che entrerà nella storia ortodossa e russa come santo, cercava per l’Ucraina una religione confacente. È il re che aveva mandato a sentire i saggi dei tre monoteismi, e non aveva apprezzato né quello ebraico né quello islamico. Su quello cristiano era perplesso, ma infine optò per la versione ortodossa. In alleanza con Basilio II. Al quale chiese in sposa, ottenendola, la sorella Anna, per cementare la conversione del suo popolo. Gli emissari di Vladimiro a Bisanzio erano rimasti incantati dalla cerimonie a Santa Sofia, e questo aveva convinto Vladimiro.
Basilio II, già detto a Bisanzio l’Eguale degli Apostoli, come quello che aveva rinnovato le prime glorie della vera fede, resterà poi nella storia come il Bulgaroctono, il massacratore di bulgari – in realtà di greci (macedoni). Basilio era il figlio della madre, Teofane. Rimasto orfano a cinque anni, Teofane ne aveva protetto la successione sposando il generale più alto in carica, Niceforo II Foca, che impegnò, in quanto imperatore, a difendere gli interessi dei legittimi eredi, i suoi figli Basilio e Costantino. Sei anni dopo Teofane fece uccidere Niceforo e portò al trono il suo amante, il generale Giovanni Zimisce. Che però il patriarca si rifiutò di incoronare se non avesse punito Teofane con l’esilio. A diciott’anni, nel 976, Basilio fu incoronato imperatore, e Teofane ritornò. Era di stirpe macedone anche lui, anzi della famiglia propriamente detta dei Macedoni: Basilio I detto il Macedone aveva preso il potere nell’anno 867, assassinando l’imperatore in carica Michele III, detto l’Ubriaco.
Nell’orbita di Basilio avrebbe dovuto entrare anche il sacro-romano impero d’Occidente – o viveversa. Il disegno di Basilio era di riprendersi Roma partendo dalla Sicilia araba, e dalla riconquistata Calabria.  L’imperatore d’Occidente Ottone III, nel disegno inverso, sembrò venirgli incontro. Nel 996 Ottone mandò un’ambasceria a Basilio per chiedere in sposa una principessa bizantina, essendo egli stesso figlio di una principessa orientale. Basilio gli mandò pronto una nipote. Che però non fece l’atteso erede, morì subito dopo le nozze. Dopo i mesi del lutto, Ottone III mandò a chiedere un’altra sposa.  Basilio lo accontentò con “la più splendida”, dicono i cronisti, delle sue nipoti, Zoe. Ma quando Zoe arrivò a Bari, Ottone era morto. È un destino che non si doveva compire.
Ottone III, che fu re a tre anni di Germania e Italia, eletto a Verona, e imperatore a sedici, orfano cresciuto dalle donne, la madre Teofane, bizantina, la nonna Adelaide, la zia Matilde, badessa di Quedlinburg, tentò la renovatio romana, cui Gerberto d’Aurillac lo spronava, la resurrezione di Roma, impero d’Oriente compreso. Si fece coronare imperatore dal cugino Bruno, figlio di Ottone di Carinzia, che egli stesso aveva eletto papa, il primo papa tedesco di Germania, Gregorio V. Ma nell’insensibile Roma esaurì presto ogni energia. Morì ventunenne, estenuato dal morbus italicus che potrebbe essere stato un veleno, a Castel Paterno alle falde del Soratte, presso Civita Castellana, dove il rudere della sua tomba giace sommerso dagli sterpi.
È di Gerberto, che Ottone fece papa alla morte di Gregorio col nome di Silvestro II, dal Silvestro inventore della donazione di Costantino, l’idea dell’impero restaurato sotto la chiesa. Papa francese, detto di Reims, dalla corte del vescovo Adalberone, di cui aveva diretto la scuola, o d’Aurillac. Anche Silvestro II durerà poco, quattro anni, ma è il papa dell’anno Mille, cui la chiesa deve la costituzione che ancora la governa.
Ottone III, l’Ottone dell’anno Mille, fu detto il Sassone, mentre egli voleva essere Saxonicus, dice Thomas Mann nel romanzo della Colpa, “Doktor Faustus”, al modo di Scipione l’Africano: come quello che ha soggiogato la Sassonia, da cui peraltro veniva. Come il padre Ottone e il nonno Ottone, il primo re d’Italia - la Sassonia malgrado tutto voleva bene a Roma: i primi sassoni nell’Urbe, atletici prigionieri di Onorio, destinati all’arena, preferirono per la vergogna strangolarsi prima l’un l’altro.

Mani Pulite – Erano di Ponzio Pilato.

Occidente - È una storia e un concetto e più che una geografia. Della storia “occidentale”. Non in senso geografico ma, appunto, storiografico, di una forma culturale in una certa epoca, nella linea grecità-latinità-cristianità-Europa: una storia di tremila anni – non più lunga di quella dei faraoni d’Egitto.

astolfo@antiit.eu 

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