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mercoledì 30 dicembre 2015

La riscossa dell’inglese partì dall’Irlanda

Una sorpresa per il lettore italiano, questi due racconti in traduzione e in originale, dalla raccolta dei “Dubliners”. Su tempi e ambienti non simpatici a Joyce: lo svuotamento dell’irredentismo irlandese nella politica mestierante, e il distacco della vita ordinata di provincia da quella urbana, attiva e creativa. Ma affrontati con piglio innovativo. Col dialogato nel “Il giorno dell’edera”, e in “Una piccola nuvola” col discorso libero indiretto. Con un forte stacco stilistico, molto prima di Pound, Parigi, e l’“Ulisse”.
In queste storie dei primi del Novecento, in queste due come nelle altre dei “Dubliners”, compresa la più celebre, “I morti”, c’è il rinnovamento radicale della prosa inglese – aveva visto bene Ezra Pound, “segretario” dell’innovatore poetico, Yeats, altro irlandese. Ben prima di Gertrude Stein, e quindi di Hemingway.
Anche la versione italiana innova, pur limitandosi a seguire l’originale. Rispetto a quella ancora in uso di Attilio Brilli per Longanesi, poi passata nei Pocket e ora negli Oscar Mondadori. Maria Chiara Piccolo, che ha rifatto la traduzione e la presenta, integra l’edizioncina con buonissime note, su luoghi, nomi, personaggi, parole desuete o idiomatiche.  
James Joyce, A little cloud, Ivy Day, La biblioyteca di Repubblica-l’Espresso, pp. 95 € 2,90

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