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giovedì 31 dicembre 2015

L’amore “fero” tra Dante e Guido

Una promozione in edicola con una collana di Storia della letteratura, sembra un miraggio. Ma è l’iniziativa del “Corriere della sera”, che si accompagnerà ogni settimana a un volume, per trenta settimane. Questo primo è di Enrico Malato, direttore della collana, nonché editore di classici con la Salerno Editrice, cui si devono i diritti dello pera.
Malato, studioso esperto di Dante, ritraccia gli studi su Dante e Guido Cavalcanti, dall’amicizia strettissima alla rottura polemica, con i quali ha riaperto venticinque anni fa un fecondo nuovo ciclo di studi danteschi. La lite figurando per gelosie di filologi-filosofi, più che di uomini, attorno al concetto di amore. Guido ripropose le tesi di Andrea Cappellano, che la chiesa aveva condannato nel 1277. Con la polemica canzone “Donna me prega”, successiva alla “Vita nuova” di cui pure era dedicatario, e in polemica con essa. Che subito, al secondo verso, dichiara l’amore “un accidente – che sovente – è fero”. Niente di più lontano dalla virtù di paradiso.
La contestazione Dante recepirà, facendo parlare Francesca. Ma forse ha ragione Malato: Francesca, che tanto commuove, è ben all’inferno. Beh, un altro caso inimmaginabile di realtà: la chiesa che condanna le tesi sull’amore; due amici fraterni che litigano per la vita su una questione teorica – in cui entrambi avevano ragione; tanti studiosi che si accapigliano su Dante e Guido, sul possibile motivo del litigio (ma ci fu?). Ci sarà un giorno una querelle sulla passione filologica, di che natura è.
Enrico Malato, Dante, Corriere della sera, pp. 475 € 1,90

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